La tre giorni del Vinitaly Special Edition è stata l’occasione ideale per riprendere lì dove ogni discorso, in materia di vini e distillati, si era fermato. Dal 17 al 19 ottobre, con una formula prettamente dedicata al business, ma non solo, il Salone del vino e dei distillati ha offerto la consueta offerta, ricca di oltre 400 aziende provenienti da tutta Italia e operatori del settore provenienti invece da 35 nazioni di tutto il mondo.
Vinitaly Special Edition
La Special Edition del Salone del vino e dei distillati è stato un importante momento per verificare lo stato di salute dei settori dell’ho.re.ca. Un confronto necessario, dopo che il 2020 ha fatto registrare mancati introiti per un valore complessivo di 1,5/1,8 miliardi di euro. Ecco, quindi, l’esigenza di un confronto per ragionare sulle opportunità offerte dalle nuove tendenze.
È un dato di fatto, per esempio, che le cantine biologiche abbiano registrato un aumento delle vendite pari all’11%. I temi ambientali, diventati argomento di attualità già da qualche tempo, evidentemente hanno coinvolto anche il settore vitivinicolo. Al Vinitaly Special Edition, proprio per andare incontro a questa tendenza ormai conclamata, è stato prevista una degustazione nel corso della quale sono stati serviti 132 vini biologici, di 42 aziende provenienti da 16 regioni.
Un’altra importante tendenza che si sta andando confermando è quella della mixology. A sottolineare questo aspetto, per la prima volta, alla Special Edition del salone ha debuttato l’Area Mixology, che ha previsto un apposito spazio dedicato a bartenders, prodotti destinati alla preparazione di cocktail e nuove miscelazioni.
Come sempre, però, al centro della kermesse, è stato il vino. Ricco, da questo punto di vista, è stato il calendario delle degustazioni che ha portato alla scoperta delle novità, ma anche delle novità come gli Orange wines.
Il mercato del vino italiano: forte crescita su tutti i mercati internazionali
Secondo le stime, attualmente in Italia sono presenti oltre 310 mila aziende agricole, di cui 45.600 si occupano della produzione di vino. Nel 2020, la produzione di vini italiani ha generato un valore complessivo di 6,3 miliardi di euro: un risultato negativo, se confrontato con il 2019, perché ha comportato una perdita del 2,3% rispetto al 2019. Ciononostante, i vini italiani hanno raggiunto risultati importanti nei principali mercati esteri. Nei primi sette mesi del 2021, infatti, sono stati registrati risultati importanti sia negli Stati Uniti d’America, dove è stata registrata una crescita del 9,5% pari a 1,1 miliardi di euro, e in Germania, dove il mercato è cresciuto del 9,9%. Incrementi più contenuti, ma comunque importanti, sono stati registrati anche in Svizzera, Canada, Russia e Cina. L’unico mercato in calo, pertanto, è stato quello del Giappone, dove è stata registrata una contrazione dell’1,8%. In generale, comunque, il mercato del vino italiano ha fatto meglio di tutti gli altri paesi produttori, in particolare della Francia che rappresenta il principale competitor.