Una delle più piccole Doc italiane rappresentate dalla cantina La Badia a Neive durante la terza tappa di Borgodivino in tour

Borgodivino in tour è la manifestazione organizzata da Valica e promossa dall’associazione I Borghi più belli d’Italia, in collaborazione con Ecceitalia, che vede protagonisti incontro il buon vino, le tradizioni enogastronomiche territoriali e i pittoreschi borghi italiani. Un appuntamento ormai imperdibile, che nel corso degli anni ha registrato un sempre maggior successo in termini di presenze e di gradimento da parte del pubblico.

La terza tappa del circuito del 2024 è stata ospitata dal borgo langarolo di Neive e hanno partecipato una trentina di cantine provenienti da tutta Italia, con una offerta di oltre cento referenze per i winelovers accorsi ad acquistare il kit per la degustazione.

Tra gli assaggi più interessanti sicuramenti quelli della cantina La Badia, che produce un vino da un vitigno piemontese antico e rarissimo, il Gamba Rossa (conosciuta anche come Gamba di Pernice) principale attore della Doc Calosso, una delle più piccole per estensione vitata, in Italia.

Il nome di questa uva è legato al particolare colore rosso acceso del raspo prima dell’invaiatura, che ricorda le zampette delle pernici. Il vitigno era inoltre conosciuto nell’Albese come Pernicine o Imperatrice dalla Gamba Rossa: lo descrive il Nuvolone nel 1798, è testato dall’inchiesta Leardi Demaria attorno al 1870 e dato come tipico dell’Alto Monferrato dal Rovasenda negli stessi anni. A Quasi scomparso nel ‘900, venne recuperato dopo 12 anni di sperimentazione dall’Università di Torino e reimpiantato grazie al coraggio di un ristretto numero di viticoltori calossesi.

Oggi si può contare su circa 15 ettari vitati e su 12 produttori di questa perla dell’enologia italiana.

Istituita nel 2011, è riservati ai vini prodotti esclusivamente nel territorio dei comuni di Calosso, Costigliole d’Asti e Castagnole delle Lanze, con il vitigno Gamba Rossa, per almeno per il 90%.

Il Disciplinare prevede la tipologia Calosso Doc, la Riserva e il Calosso Passerà, cioè la versione passita. Prima dell’entrata in commercio devono trascorrere minimo 20 mesi di invecchiamento e almeno 30 mesi per la versione Riserva.

L’assaggio di Calosso Doc 2019 dell’azienda La Badia, dei fratelli Giuseppe e Marco Bussi mi ha piacevolmente colpito. Nel calice un vino di un luminoso rosso rubino i media intensità; il profilo olfattivo preciso, dotato di buona complessità ricorda il pepe, la ciliegia anche sotto spirito, una nota floreale di peonia. In bocca dimostra una bella freschezza, unita alla trama tannica che regala dinamicità al sorso e piacevolezza di beva. Sicuramente una bottiglia con potenziale di invecchiamento, almeno di 10 anni.

L’azienda la Badia ha sede nel comune di Calosso e il suo nome fa probabilmente riferimento a un’antica comunità monastica. Essa è nata nel 1987, quando gli attuali titolari, ripresero il lavoro in vigna del nonno Felice; si coltivano moscato, barbera, cortese, chardonnay e appunto il gamba rossa.

I terreni più argillosi, verso Agliano Terme sono ideali per la barbera, mentre quelli sabbiosi e calcarei verso Castiglione Tinella, al moscato; particolare attenzione viene rivolta alle pratiche agronomiche, che seguono i principi della lotta integrata.

La produzione de La Badia viene completata da due tipologie di Vermouth e da una serie di grappe monovitigno, da barbera, moscato e naturalmente dalle vinacce ottenute per la produzione del Calosso. Un territorio che merita di essere conosciuto, anche per celebrare l’opera di recupero di un vitigno che racconta la storia di una coltivazione tradizionale del Monferrato, che sembrava essere andata persa.

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Olga Sofia Schiaffino

Medico Psichiatra, stregata da Dioniso, sommelier dal 2013,degustatore ufficiale, miglior sommelier della Liguria 2019. Recentemente ho inoltre superato il Wset level 3 a pieni voti. Blogger, comunicatrice del vino, media partner. Operatore enoturistico certificato. Ideatrice della prima guida social "I vini del Cuore". Una passione per le storie del mondo del vino che alimento con visite, degustazioni, approfondimenti e studio... e che amo raccontare con la mia "penna virtuale".

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