Gli Etruschi la chiamavano Felzna, divenuta poi Fèlsina per i Romani. Terra fertile sì – le splendide colline lo testimoniano – ma anche necessario avamposto di frontiera da dove le merci transitavano verso le altre zone d’Italia. Bologna è tutto questo e molto altro: la città simbolo degli universitari, con l’Alma Mater Studiorum presente dal 1088, probabilmente la prima in Europa.
L’usanza studentesca (e non solo) della pizzetta veloce, da sgranocchiare in piedi al bancone o comodamente seduti, è un’idea che ha molto in comune con le origini imprenditoriali di Gabriele Ciferni e della moglie Laila Di Carlo, abruzzesi di cuore e di passione. Erano gli anni del boom economico, lungo le spiagge nascevano i primi stabilimenti e a Pescara iniziava l’avventura del Lido Trieste, frutto dell’intraprendenza di Gabriele, la cui mamma vendeva sulla battigia pizzette e bombe alla crema prodotte dal marito, ritornato a casa dall’emigrazione a Marcinelle, in Belgio, nota per il duro sacrificio pagato dagli italiani in termini di vite umane.
Non è la classica pizza al taglio proposta in questi luoghi con tradizione secolare. La pizzetta tonda al padellino di Trieste, è ormai esportata da nord a sud lungo lo Stivale e nel resto del mondo, con diversi punti vendita in franchising. La troviamo così anche a Roma, San Benedetto del Tronto, Senigallia, Fano e persino New York e Dubai (all’estero con il marchio “Tonda”).
E da poco più di un mese a Bologna, nella centralissima via Zamboni, civico 24, cuore della movida e della vita universitaria.
Cotta sul padellino di ferro blu in forno elettrico a 380 gradi, per assicurare la fragranza e l’alta concentrazione dei sapori in appena 16 centimetri di impasto bio, la tonda di Trieste ha accompagnato generazioni di pescaresi sin dal 1958, quando è nata nell’omonimo Lido sul lungomare Matteotti.
Nel nuovo punto vendita sono disponibili oltre trenta farciture su ciascun disco di pizza, formate da ingredienti cotti o aggiunti all’uscita. Nel menù, composto da una nutrita varietà di pizze rosse, bianche e una parte dedicata alla friggitoria, fanno ingresso anche materie prime come la mortadella Bidinelli, la porchetta, la zucca e il guanciale. Un’altra sezione altrettanto ricca, inoltre, è esclusivamente gluten free.
Ingredienti selezionati tra i vari presidi Slow Food: dal mix di farine bio all’olio evo bio; dal pomodoro ai latticini, passando per il peperone dolce di Altino e il formaggio pecorino di Farindola, e naturalmente al prosciutto di Parma, giusto per citarne alcuni. Un disciplinare interno ed il rigido controllo qualità garantiscono la massima espressione di quanto di buono rappresenti uno dei simboli del made in Italy come la pizza.
Artigianali anche le birre Almond e una linea di vini creata ad hoc da Gianni Sinesi, head sommelier al tristellato Casadonna Reale di Niko Romito, con la cantina Valle Reale di Popoli. E non ci si ferma alla pizza ma si possono gustare anche zuppe, insalate e primi piatti per pause pranzo, e ancora dolci fatti in casa, nelle tre ampie sale del piano superiore con wi-fi fibra e tv oppure nei 14 tavoli sotto i portici.
L’imprinting familiare che caratterizza Trieste Pizza è stato dato pure al locale di Bologna, guidato in modo diretto da Ciferni e sua moglie, supportati da Matteo Quattrocchi e Gianni Caruana, oltre ad una decina di altri ragazzi neo assunti, tra cui anche studenti residenti nel capoluogo emiliano, ma formati rigorosamente nei punti vendita storici.
Trieste Pizza a Bologna è aperta tutti i giorni dalle 10:30 alle 23:00 e il venerdì e sabato fino alle 02:00.