Il Castello di San Giusto domina come un angelo protettore sulla città di Trieste; davanti il mare e dietro le colline e i confini che hanno segnato la storia di paesi e uomini negli ultimi due secoli.
Un luogo perfetto e molto suggestivo per ospitare i vignaioli che scelgono di macerare le uve bianche per produrre vini secondo una antica tradizione; molti di essi usano le anfore, richiamando la cultura delle Qvevri della Georgia.
La manifestazione ha visto al taglio del nastro l’Assessore delle Politiche della Cultura e del Turismo del Comune di Trieste Giorgio Rossi, il presidente Diego Colarich e Tomi Kresevic della ForevenTS, che hanno lanciato il progetto “ Il San Giusto del Gusto”: il Castello infatti ospiterà una serie di appuntamenti legati all’enogastronomia, tra cui il 24 agosto Bolle Naturali, il 7 Settembre Gin Gin e per finire in bellezza, sabato 21 settembre Birrart.
Amber Wine Festival richiama i maggiori esponenti friulani e del Collio/Brda, con le nuove annate e con la passione di sempre, ma anche vignaioli da altre regioni italiane quali Trentino Alto Adige, Liguria e Sicilia e persino da altre parti d’Europa.
Ecco alcuni degli assaggi più emozionanti.
Prima partecipazione per l’azienda ligure La Ricolla, che ha sede nell’entroterra di Chiavari: grazie a Daniele Parma è stata operata la conversione in regime biodinamico ed egli utilizza anfore di terracotta toscana.
Berette vede protagonista il Vermentino che macera circa due settimane sulle bucce (“berette” in dialetto genovese): si annuncia con un bel colore dorato ed esprime sentori di agrumi, macchia mediterranea, the. In bocca brilla per la sapidità che rimanda ai luoghi dai quali proviene.
Oua al quadrato è sempre un Vermentino che fermenta spontaneamente in tini di cemento, macera sulle bucce per 150 giorni e affina in anfora per 6 mesi. Le uve provengono dal vigneto Fliscano, vicino alla Basilica dei Fieschi, mirabile esemplare di arte gotica in Liguria. I sentori virano su note agrumate, anche di frutta candita, il sorso è scorrevole, con lieve astringenza e chiusura salina.
Conferma per un altro vignaiolo biodinamico che opera nella zona del Lago di Caldaro: Andreas Dichristin di Tröpfltalhof esprime profondità e complessità nei suoi vini da vitigni internazionali, che seguono tutte le fasi della vinificazione in anfore Tava. Le Viogn è un Viognier in purezza che racconta con delicatezza fiori e frutta a polpa bianca, erbe di campo e di miele. Affascina per la bevibilità e la persistenza gusto olfattiva.
Garnellen, il Sauvignon Blanc coltivato nella vigna che circonda la cantina, dialoga con il palato proponendo agrume, erbe aromatiche, una nota balsamica e gioiosa freschezza. Un vino che conquista e che sa sfidare il tempo.
Radovic, presente con la sua produzione già dalla prima edizione dell’Amber Wine Festival, è un giovane che stupisce ogni anno sempre di più: vini puliti, territoriali e che esprimono la passione e il cuore di chi li fa. Marmor e la Malvasia vengono vinificati usando contenitori di pietra carsica; in vigna l’intervento è minimo, nel rispetto della vitalità della vigna e vengono utilizzati solo quantitativi minimi di rame e zolfo. Sicuramente tra i calici indimenticabili di questa giornata.
Zidarich ha proposto un Kamen ( vinificato in contenitori di pietra carsica) di estrema godibiltà: una Vitovska che macera circa 18 giorni sulle bucce e rimane 22 mesi in botte di rovere. Frutta tropicale, zafferano, nocciola tostata, ginestra. Fresco e sapido, con sbuffi iodati e lieve astrigenza.
Ograde di Skerk è ottenuto da Vitovska, Malvasia Istriana, Sauvignon Blanc e Pinot Grigio che fermenta spontaneamente e macera per 15 giorni in tini di legno. Luminoso colore ambrato, note di frutta candita, miele, scorza d’arancia, fieno secco. Il sorso è appagante e avvolgente e dotato di una notevole persistenza.
Difficile scegliere il più emozionante tra i vini presentati da Skerlj: Vitovska e Malvasia entrambe precise e senza fronzoli, di grande personalità. Oltre alle uve a bacca bianca viene coltivato anche il terrano e vengono utilizzati contenitori di legno, custoditi nelle cantina scavata nella pietra.
Klabjan, Rojac, Movia, Rencel i vignaioli sloveni che hanno espresso il loro grande talento, presentando vini in cui la tecnica macerativa non annullava il vitigno e la filosofia di evitare l’utilizzo di chimica in cantina non penalizzava l’integrità e la salubrità del prodotto.
Anche quest’anno la manifestazione ha visto un pubblico numeroso e appassionato di winelovers, giornalisti e operatori del settore che hanno apprezzato l’organizzazione e la qualità dei prodotti in degustazione: un sentito grazie a Diego Colarich, al suo staff e alle autorità del Comune di Trieste e della regione Friuli Venezia Giulia per l’importante sostegno e promozione.
Il sipario è calato su di una giornata davvero intensa, fatta di incontri, di nuove conoscenze, di scambi di opinioni con i giornalisti presenti : non poteva mancare la golosa coccola rappresentata dal gelato di Vatta, che con il gusto al sambuco e quello al formaggio di Zidarich con fragole, ha regalato un autentico momento di estasi.