“Storie di vite – Alla scoperta del vino tra itinerari e racconti”

di Titti Casiello

“Un altro libro sul vino, potrebbe pensare qualcuno”. Così si autodenuncia, nella sua introduzione a Storie di vite – Alla scoperta del vino tra itinerari e racconti, il wine-teller e scrittore Salvo Ognibene, aiutato nella stesura dell’opera dal prezioso contributo di Gherardo Fabretti, Filippo Moschitta e Antonello De Oto.

Un libro diverso sul tema potrebbe, invece, pensare un pubblico attento al termine della sua lettura. Si pone a metà strada tra un saggio ed un racconto, intrecciando la storia del vino con quella dei vignaioli e ricordando testualmente dai suoi estratti come terreno, vitigno e condizioni atmosferiche necessitano sempre della mano sapiente dell’uomo, senza la quale nulla sarebbe comunque possibile.

Perché sono loro, i “Maestri di vino” così definiti da Fabretti, gli ambasciatori della Terra che hanno creato le condizioni affinché il loro vino riflettesse, e amplificasse, il prestigio di un intero territorio e con esso, dunque, anche di una comunità. Nello scorrere dei paragrafi, suddivisi in quattro capitoli ognuno a firma di un singolo autore,  si osserva una costante pressoché univoca, che mira a sollecitare il lettore verso un’immagine del vino non come un prodotto a se stante, ma come un bene che ha accompagnato lo sviluppo umano e territoriale diventando esso stesso, dunque, un prodotto della cultura e della storia.

Salvo Ognibene

Una storia, però, che non sempre è andata di pari passo con quella delle sue norme. Nulla di così tanto diverso di quanto non avvenga in ogni Stato politico che si rispetti, anche per ben altre e diverse questioni, tra chi gioca di coalizioni e chi di opposizioni pur di far valere le proprie scelte individuali. Parimenti è stato (e sarà) con i Legislatori del vino, dove in un avvincente resoconto storico, emerge un quadro dei grandi successi vinicoli italiani tra chi è riuscito a parlare di territorio in un raggio d’azione delimitato da una Denominazione, e chi, invece, ha dovuto faticare (i resilienti o facinorosi che dir si voglia) per crearsi uno spazio pur di interpretarlo secondo il proprio credo.

C’è chi “è stato capace [..] di promuovere un territorio [..] con a monte le geniali intuizioni di Giulio Ferrari  e che oggi compone la squadra del Trento DOC” e chi, invece, si muoveva “con fastidio tra  le regole di un Disciplinare” come Marco De Bartoli che ha dovuto scardinare uno dei più intricati regolamenti di Italia, quello della Doc Marsala, dimostrando, con ostinato rifiuto il non cedere di un solo millimetro dinanzi alle avversità: una storia di rinascita grazie al Vecchio Samperi e che, oggi, custodisce amorevolmente l’antica tradizione siciliana del perpetuo. Ma “Storie di vite” è ricco anche di nozioni che vanno oltre le informazioni più attuali, “Oggi lo Stato con più consumo pro capite è Città del Vaticano con circa 60 litri a persona all’anno”, o le domande ormai di tendenza ad esempio per definire ad libitum i vini biologici e biodinamici e si sovrappongono parti storiche, dalla religione, alla letteratura e alla prosa che ci ricordano da dove veniamo e dove stiamo andando.

Informazioni che se aprono nuovamente la mente al lettore: il vino visto come strumento di riscatto sociale. Ciò è accaduto alle porte di Napoli, in una città assediata all’epoca dal “malaffare”.  Chiaiano sembrava destinato ad una triste sorte, ma il sentire profondo di una comunità che voleva risorgere ad ogni costo, risiederà per sempre nei due ettari di vigneto di Falanghina gestiti dalla Cooperativa (R)esistenza. Un bene agricolo confiscato alla camorra e dedicato alla memoria di un purista della legalità come era Amato Lamberti. Tanta la paura alla prima vendemmia, “poi però incontrammo Gerardo Vernazzaro di Cantine Astroni [..] che sposò il progetto”.   Il libro continua così, tra commossi ricordi e realtà, centodieci pagine che si fanno leggere piacevolmente, pensando che di vino c’è sempre qualcosa di bello da scrivere.

“Storie di vite. Alla scoperta del vino tra itinerari e racconti”

Dario Flaccovio Editore

Prezzo di vendita proposto: 11 euro

La cucina di mare del Gourmet di Brunello Sichi

Da quando aprì le sue porte nel 1985, sempre in Via Amendola, il ristorante Gourmet (mai nome fu più azzeccato) è noto come uno tra i migliori ristoranti di pesce di Montecatini, portando nella ridente cittadina termale 1 stella Michelin (correva l’anno 1988-’89). Il patron Brunello Sichi ed il figlio Alessio accolgono i clienti in una location dall’arredamento casual chic da 38 coperti.

il mio tavolo preferito

Il servizio in sala è guidato da Alessio, maître di sala e dai suoi collaboratori. Servizio preciso, puntuale e professionale senza essere mai invadente. Degno di menzione é sicuramente Canio, uno che in sala fa sentire la sua assenza quando non c’é. Un plauso va al loro servizio al gueridon per alcune portate (crêpes suzettes, tartare, solo per citarne alcune): modalità di servizio quasi sparita anche in molti ristoranti stellati.

Alessio Sichi colto durante il servizio al gueridon

La cucina, capitanata dagli chef Anna Esposito e Gualtiero Gherardi, è la rappresentazione esatta di una cucina moderna che affonda le basi nella solida tradizione culinaria del nostro Paese con la forte consapevolezza di lavorare ogni giorno una materia prima d’assoluta eccellenza. Il vero plus è però rappresentato dal palato di patron Brunello Sichi: non c’è piatto che venga portato al tavolo che lui non assaggi.

La storia nella ristorazione di Patron Brunello parte da lontano, quando ancora ragazzo, militava nelle sale di vari ristoranti di zona. Poi il suo primo ristorante, in società con un’altra persona, non lontanissimo da Montecatini. Il grande salto non tarda a venire, ed alla prima occasione, trovata la location a lui più consona, nella sua città termale, apre il Gourmet, vero punto di riferimento della ristorazione fine dining in città.

crudo di mare

Il menù, prettamente di mare, lascia spazi ad importanti primizie di terra di stagione, ovuli e tartufo bianco compresi, completando egregiamente le proposte culinarie. Aprire il menù e vedere che non ci siano molti piatti elencati è importante ed il fatto che si possa tranquillamente chiedere un piatto non in lista e che ti venga fatto con estrema spontaneità lo è ancora di più. Chapeau!

Tra i piatti evergreen troviamo tra gli antipasti le cinque delizie dello chef, cinque assaggi di mare che variano con il cambiare del pescato del giorno ma che trovano il loro pilastro fisso nell’ormai famosissima crocchetta di pesce: da non perdere.

Le cinque delizie parte 1
Le cinque delizie parte 2

Tra i primi figurano spaghetti al riccio di mare, spaghetti alle arselle e bottarga di Cabras (uno dei pochissimi ristoranti fine dining a grattare la bottarga al tavolo), tortelli fatti a mano di pescatrice e timo in sauté di vongole veraci ed, in stagione, tagliolini al tartufo bianco. Anna Esposito é la Chef addetta ai primi e vi posso assicurare che ha una mano pulita, delicata ed altamente riconoscibile. Tra i secondi rana pescatrice lardellata e julienne di carciofi, catalana di crostacei, filetti di rombo impanati con mandorle e pistacchi e gran plateau di crudo di mare. E’ quindi Gualtiero Gherardi lo Chef che vi delizia con i secondi utilizzando la sua esperienza e delicatezza nel prepararveli con tutta la sua passione.

Spaghetti ai ricci di mare

La carta dei vini è molto interessante e profonda ed annovera etichette d’importanti maisons italiane e non. Gran spazio alle bollicine. Rapporto qualità prezzo commisurato alle proposte, servizio offerto e locale.

Radici del Sud 2022

Radici del Sud si terrà dal 10 al 13 Giugno 2022 presso il Castello di Sannicandro di Bari (SOLO IL 13 GIUGNO E’ LA GIORNATA APERTA AL PUBBLICO) e sarà dedicato anche quest’anno ai vini da vitigno autoctono e agli oli vergini ed extravergini del mezzogiorno d’Italia. 

Radici Del Sud è un multievento che si sviluppa nell’arco di più giornate, alcune dedicate alle sessioni del concorso fra tutti i vini del Sud suddivisi per vitigno (11-12 Giugno p.v.), ed altre dedicate agli incontri B2B fra i buyer e gli importatori con i produttori vitivinicoli e olivicoli (11-12 Giugno p.v..).

Per concludere la grande kermesse che celebra e premia le migliori eccellenze vitivinicole del meridione, Radici del Sud apre le porte al pubblico Lunedì 13 Giugno 2021.

Dalle ore 15.00 alle ore 21.00 di Lunedì 13 Giugno presso il Castello di Sannicandro di Bari resterà aperto il Salone dei vini e degli oli del Sud: i visitatori potranno conoscere le diverse produzioni delle Catine e degli oleifici partecipanti. Presso i banchi d’assaggio avranno l’opportunità di parlare direttamente con il produttore e informarsi approfonditamente sulle caratteristiche e le qualità delle etichette in degustazione.

Stessi orari per l’area food:

  • Aromi bistrot, Sannicandro di Bari: orecchiette al ragu di capretto con fonduta di caciocavallo.
  • Asfodelo Altamura ristorante di Campagna: prelibatezze di campagna e salumi di propria produzione.
  • Storico Caseificio Di Cecca Altamura: Formaggi e perle di latte.
  • Fieschi Altamura: Passione di mandorla dolce Federiciano. 

Programma

Lunedì 13 Giugno 2022

(attività aperte al pubblico)

11.00 -12.30  Conferenza e premiazioni dei vini selezionati dalle giurie dei giornalisti italiani ed internazionali 

15.00 – 21.00 APERTURA AL PUBBLICO DEL SALONE DEI VINI E DEGLI OLI DEL SUD ITALIA – Banchi d’assaggio col produttore

al salone si accede previo l’acquisto del kit di degustazione comprensivo di bicchiere, sacca portabicchiere e quaderno di degustazione (€20)

15.00 – 21.00   APERTURA AREA FOOD:

  • Asfodelo Altamura ristorante di Campagna: prelibatezze di campagna e salumi di propria produzione.
  • Storico Caseificio Di Cecca Altamura: Formaggi e perle di latte.
  • Fieschi Altamura: Passione di mandorla dolce Federiciano. 

fonte: https://www.radicidelsud.it/

VitignoItalia | Il vino, a Sud.

Comincia oggi, 5 giugno 2022, la sedicesima edizione del Salone VitignoItalia.

3 giorni nella splendida cornice di Castel dell’Ovo di Napoli dove 300 cantine italiane per oltre 2000 etichette si mostreranno al pubblico e a oltre 30 buyer. In programma degustazioni guidate da Scuola Europea Sommelier, Ais Campania e Fisar.

Dopo due anni di stop, si ritorna finalmente con oltre 20 ore di degustazioni e convegni.

A cura di Scuola Europea Sommelier

Domenica 5 Giugno – ore 16:30
Umani Ronchi
I VITIGNI BIANCHI DELLA COSTA ADRIATICA – Dai Castelli di Jesi all’Abruzzo
In degustazione:
VECCHIE VIGNE 2020 – Verdicchio dei Castelli di Jesi Classico Superiore Doc (BIOLOGIO)
VECCHIE VIGNE 2016 – Verdicchio dei Castelli di Jesi Classico Superiore Doc (BIOLOGIO)
PLENIO 2020 – Castelli di Jesi Verdicchio DOCG Classico Riserva
PLENIO 2010 – Castelli di Jesi Verdicchio DOCG Classico Riserva
CENTOVIE 2020 – Colli Aprutini Igt Pecorino (BIOLOGICO)

Domenica 5 Giugno – ore 18:30
FRESCOBALDI
Da quell’incontro, Luce fu
Erano gli anni Settanta, quando il Merlot fece il suo ingresso a Montalcino per mano della Famiglia Frescobaldi.
Così, quando a metà anni Novanta, Vittorio Frescobaldi incontra Robert Mondavi è anche grazie a quell’esperienza pionieristica che si dà inizio a un nuovo capitolo nella storia dei grandi rossi toscani.
Entreremo in questo fantastico progetto realizzato attraverso una verticale di Tentua Luce, 2011 – 2013 – 2019.

A cura di Ais Campania

Lunedì 6 Giugno – ore 15:30
MARISA CUOMO
VERTICALE FIORDUVA 2007 – 2009 – 2015 – 2017 – 2019 – 2020
“Un vino appassionato che sa di roccia e di mare” – L. Veronelli
conduce: Luciano Pignataro

Lunedì 6 Giugno – ore 17:30
Le Famiglie Storiche – L’Amarone 2011:
Allegrini, Begali, Brigaldara, Guerrieri Rizzardi
Masi, Musella, Speri, Tedeschi, Tenuta sant’Antonio
Tommasi, Torre d’Orti, Venturini, Zenato
conduce: Luciano Pignataro

Lunedì 6 Giugno – ore 19:00
FEAMP
Degustazione con abbinamento ai prodotti ittici e presentazione della guida
aziende vitivinicole campane a cura dell’Assessorato Agricoltura e Ais Campania

CONVEGNI

Lunedì 6/Giugno – ore 14:00 / 19:00 – HOTEL VESUVIO (Sala Mascagni)
Concorso Miglior Sommelier della Campania.
AIS CAMPANIA

A cura di Fisar

Martedì 7 Giugno – ore 15:30
ETNA – PASSOPISCIARO
Passobianco 2019 | Passopisciaro
Passorosso 2019 | Passopisciaro
Contrada C 2019 | Passopisciaro
Contrada G 2019 | Passopisciaro

Martedì 7 Giugno – ore 17:15
FEUDI DI SAN GREGORIO
PRESENTAZIONE PROGETTO GREASE: TECNOLOGIE 4.0 PER LA GESTIONE SOSTENIBILE
DEL VIGNETO E MIGLIORAMENTO DELLA QUALITA’ DEL VINO GRECO.
DEGUSTAZIONE DEI VINI SPERIMENTALI OTTENUTI.

Martedì 7 Giugno – ore 18:30
La Falanghina – Regina bianca della Campania:
Azienda Agricola Nugnes – Falerno del Massico bianco doc “Tacito”
Azienda Agricola I Mustilli – VIGNA SEGRETA FALANGHINA DEL SANNIO – SANT’AGATA DEI GOTI DOC 
Azienda Salvatore Martusciello – FALANGHINA DOC CAMPI FLEGREI “SETTEVULCANI “
Azienda Terredora di Paolo – Campania Falanghina IGT
Azienda Albamarina – Falanghina del Cilento

CONVEGNI

Martedì 7 Giugno – ore 17:30 – HOTEL VESUVIO (Sala Mascagni)
EXTRA VERGINE – UN FUTURO SOSTENIBILE
BRANDING – TRACCIABILITA’ – TRADIZIONE – TURISMO

Introduzione Raffaele Amore – Presidente Comitato Promotore Olio Campania I.G.P.
TERESA DEL GIUDICE – Ordinaria di Economia Agraria Federico II Napoli
GIUSEPPE FESTA – Direttore del Corso “Wine Business”, Università di Salerno
LUCA MARTUSCELLI – Presidente Associazione Unisapori, Università di Salerno

conclusioni: Nicola Caputo – Assessore all’Agricoltura Regione Campania
modera: ITALO SANTANGELO – Agronomo Pubblicista

Sono stati invitati ad intervenire rappresentanti dei Consorzi di Tutela,
delle organizzazioni professionali agricole, del mondo della ricerca e delle categorie interessate.

Martedì 7 Giugno – ore 19:00 – CASTEL DELL’OVO (Terrazza)
Premiazioni:
50 Top Italy Rosé – Guida ai Migliori Rosati d’Italia 2022

Foto: vitignoitalia.it

Dal 5 al 7 giugno 2022 / 15:00 – 22:00
Castel dell’Ovo
Via Eldorado, 3 – Napoli

Ticket acquistabili su: https://www.azzurroservice.net/biglietti/vitignoitalia-2022

Beviamoci Sud la 5^ edizione a Villa Pamphili, Roma 15 maggio

Si è svolta a Roma nello splendido scenario di Villa Pamphili la quarta edizione di Beviamoci Sud. 
La manifestazione promossa dall’agenzia Riserva Grande, in collaborazione con Andrea Petrini, blogger di Percorsi di Vino, e con il rinomato giornalista eno-gastronomico Luciano Pignataro, ha riscosso notevole successo accogliendo appassionati ed esperti del settore enologico con l’intenzione di valorizzare le eccellenze vitivinicole del nostro straordinario Sud Italia che racchiude in sé un’ampia varietà di prodotti ricchi di personalità e biodiversità, spesso non  abbastanza valorizzati. 
Storicamente i vini di alcune zone del Sud sono stati relegati al margine dell’enologia italiana a vantaggio dei più rinomati barolo, barbaresco e supertuscan ma grazie all’estrema vocazione di suoli, pedoclima e posizione geografica, pian piano i produttori meridionali hanno affinato le tecniche di vinificazione, sovvertendo pregiudizi e producendo vini sempre più di qualità. 
Il Sud Italia è infatti un’area ricchissima di vitigni nativi, terroir diversi, climi e tradizioni vinicole, che vanta una predisposizione naturale per la coltivazione di vini derivanti da suoli vulcanici, ricchi di fosforo, magnesio e potassio, da cui derivano prodotti minerali, dotati di freschezza, complessità e sapidità uniche.

A fare da cornice all’atmosfera suggestiva di Villa Pamphili, oltre 100 etichette in rappresentanza di 8 regioni del sud (Lazio, Molise, Campania, Basilicata, Puglia, Calabria, Sicilia e Sardegna), intenditori e grandi appassionati, ma soprattuto seminari volti ad approfondire, tramite degustazioni, le caratteristiche principali dei vari terroir e gli aspetti sensoriali legati alla degustazione del vino.
Da questi incontri sono risultati particolarmente significativi i contribuiti apportati da studiosi e produttori presenti alla manifestazione.


Nella masterclass introduttiva, curata dal Prof. Giancarlo Marchetti, microbiologo presso l’Università di Palermo, è stato dimostrato come lieviti indigeni e coadiuvanti enologici apportino migliorie al vino e come dall’utilizzo di questi lieviti, uno isolato da grappolo e uno isolato da sottoprodotti del miele, si possono ottenere vini con percezioni olfattive diverse, dall’agrume alla pesca.
Ciò a dimostrazione che il bouquet di un vino è il prodotto dell’interazione tra le qualità aromatiche intrinseche dell’uva e i microorganismi che ne fermentano il mosto. 
Accanto alla presenza di produttori rinomati a livello nazionale e internazionale, sono risultate degne di nota le testimonianze di eccellenze già consolidate nel territorio lucano, come
Cantine del Notaio” ma anche esperienze di altri produttori del sud Italia impegnati a creare identità e sinergie con il loro territorio, scoprendone, comprendendone e valorizzandone le caratteristiche. 
Tra questi, cantine “La Fortezza”, focalizzata nella produzione di Metodo Classico innovativi per rafforzare il brand Sannio, il giovanissimo Renato Marvasi della cantina “Marchisa” che nei vigneti abbandonati dai nonni in Calabria fa rinascere il Magliocco Canino, il Greco Nero e la Malvasia Nera e il Prof. Raffaele Troisi di Cantine “Traerte” in Irpinia che da sempre porta avanti la tradizione del “Coda di Volpe”, migliorando da 30 anni la sua produzione e gli aspetti agronomici. 

Non da ultimo, il vino come veicolo di attrazione turistica grazie all’Associazione Castelli Romani Food and Wine che si prefigge di associare alla degustazione del vino locale attività turistiche ed esperienze eno-gastronomiche legate al territorio. 

In conclusione, Beviamoci Sud ha consolidato l’idea che il vino rappresenta in tutto il territorio italiano e ,in particolar modo nel meridione, un’attrattiva capace di muovere appassionati e intenditori verso la ricerca di eccellenze e tradizioni da scoprire e da riscoprire.

Le Masterclass di Beviamoci sud