Arrivando alla Tenuta Vallocaia, adagiata su un poggio che guarda la Val di Chiana e la Val d’Orcia e abbracciata dalle splendide cittadine di Cortona e Montepulciano, si capisce subito che si tratta di un bel posto, in ogni senso. I paesaggi morbidi delle colline toscane, l’architettura della cantina moderna ma accogliente, perfettamente integrata con l’ambiente circostante, la cura di ogni particolare senza essere impersonale o artefatto, confermano tale impressione.
Quando Rubi Bindella, attuale proprietario, accompagnava il padre nei suoi viaggi dalla Svizzara in Italia, in giro per grandi aziende vinicole e ristoranti, capì ben presto che l’interesse e l’amore per la Toscana e per le sue bellezze, lo avrebbero rapito prima del previsto. Nel 1971 Rudi vinse una borsa di studio all’Università per stranieri di Perugia e nel 1983 decise di fermarsi a Montepulciano, quando acquistò la tenuta. Oggi è in azienda anche il figlio, Rudi Jr.
Imprenditore di successo – le cui attività spaziano oggi dalla ristorazione di alto livello con qualche decina di ristoranti in Svizzera, all’edilizia e all’immobiliare, per un totale di circa 1400 collaboratori – Rudi ha una sua visione, molto semplice ma definita: “la vita è bella”. Con questo credo, porta avanti le proprie aziende cercando di lavorare per abbellire la vita di tutti. “Offrire ambienti esteticamente curati aiuta le persone che li vivono e che ci lavorano a stare meglio”, ci spiega. Come dargli torto! E lo si vede dalla bellezza e dalla cura della cantina di Vallocaia.
Oltre che del bon vivre, del buon vino e bel buon cibo, Rudi è un appassionato di arte: ha comprato il suo primo dipinto quando aveva 16 anni e questa sua passione colora oggi anche gli ambienti della tenuta, rendendola una mostra permanente di opere di ogni tipo e da ogni luogo del mondo.
Vallocaia ha oggi all’attivo 175 ettari di cui 54 a vigneto, 16 di oliveto e una quarantina di seminativi e bosco. La crescita dagli inizi è stata graduale e progressiva (all’acquisto nel 1983 erano 2,5 ettari di vigneto, 10 di bosco e un rudere). Nel 2015 sono iniziati i lavori per la nuova cantina, una struttura interrata e progettata con le più moderne tecnologie di efficienza energetica, utilizzando materiali e colori che ben si sposano col luogo, puntando alla massima funzionalità di ogni reparto, oltre ad un lato estetico sempre curato e mai esagerato. Non ultimo, un profondo rispetto per la natura dirige la produzione vinicola in ogni sua fase, ottimizzando al massimo le risorse a disposizione, in un programma di riciclo addirittura del calore dei frigoriferi e l’utilizzo di pannelli fotovoltaici. Operano inoltre secondo tutti i dettami di un’agricoltura sostenibile e nel pieno rispetto dell’ambiente anche se non in possesso di alcuna certificazione ufficiale.
La zona vinificazione – dominata da grandi serbatoi in acciaio – è estremamente moderna, organizzata e ottimizzata per una eccellente gestione delle uve dove rigore e pulizia sono le parole d’ordine (e l’immancabile tocco estetico con le colonne rosse per dare un punto di colore e calore ad un ambiente che sarebbe, di per sé, molto freddo ed asettico).
La barriccaia, oltre a tutti gli spazi comuni in azienda, non manca della presenza di opere d’arte, quasi a volte far sentire il visitatore all’interno di un museo, piuttosto che in una cantina.
Oggi 30 ettari sono destinati alla produzione di Nobile di Montepulciano dove, tra il 2012 e il 2019 è stata realizzata la parcellizzazione dei vitigni, anticipando, di fatto, quella che sarà la nuova tipologia “Pieve” approvata nel 2021 dal Consorzio del Vino Nobile di Montepulciano e in commercio dal 2024. 180 mila le bottiglie prodotte in totale, di cui 60 mila della Nobile DOCG e il resto ad altre referenze sotto il cappello Toscana IGT. La raccolta delle uve è totalmente manuale. La direzione della produzione – e di tutta l’azienda in generale – è affidata a Giovanni Capuano, originario di Cava de’ Tirreni, ma stabilmente a Vallocaia da oltre 20 anni.
Giovanni e Rudi condividono la stessa filosofia produttiva, con l’intento di studiare e capire il carattere del territorio per trasferirlo quanto più possibile nei loro vini, affinché siano riconoscibili, identitari e ambasciatori di Montepulciano. Attraverso tre “mini verticali” delle annate 2015-2018-2019 abbiamo potuto conoscere dettagliatamente le tipologie dei Nobile rappresentativi di Vallocaia:
Vino Nobile di Montepulciano Bindella (annata, da blend di vigneti)
Vino Nobile di Montepulciano Quadri (cru)
Vino Nobile di Montepulciano Vallocaia (Riserva)
La precisa segmentazione dei suoli di ogni vigneto racconta in maniera inequivocabile le differenti tipologie di Nobile e proprio qui sta la forza di Bindella. Il Sangiovese (localmente detto Prugnolo Gentile) non può dare gli stessi risultati su terreni differenti. Per il Bindella (Nobile annata) si attinge ai vigneti posti su sabbie della Valdichiana di diversi colori (i più recenti risalgono a un milione di anni fa), da zone palustri prosciugate, mutate in terreni sciolti che si ritrovano in vini sottili, taglienti e fini al sorso, ma dagli intensi profumi. Blend di Sangiovese (minimo 85% come da disciplinare) con saldo del 15% circa tra Canaiolo (principale responsabile dei profumi, specie speziati), Colorino e Mammolo.
L’annata 2015 è ricordata come un’ottima vendemmia, dal clima caldo, secco e molto soleggiato con un unico aspetto negativo dato da alcune grandinate in giugno e luglio compromettendo alcune parcelle vitate. Ne derivano vini piuttosto intensi per colore e sostanze estrattive, medi livelli di alcool in equilibrio con un tessuto tannico ben strutturato.
Bindella 2015 si svela sui toni dei frutti rossi maturi in armonia con un manto di erbe aromatiche e balsamiche, rendendo il sorso pieno e di una piacevole freschezza gustativa. L’affinamento in botti grandi di solo rovere francese dona eleganza e profondità.
La 2018 ha inevitabilmente un altro passo, mostrando accenni di sottobosco e frutti meno concentrati dovuti ai grappoli più grandi e di conseguenza dalle sostanze più diluite. Le fasi fenologiche nella stagione sono state per forza di cose in ritardo in base alle media stagionale, a causa delle ripetute precipitazioni che da fine inverno si sono protratte fino al mese di luglio, non consentendo ai suoli di asciugarsi e quindi riscaldarsi in modo appropriato, limitando nelle piante l’assorbimento dei sali minerali. Il clima favorevole di settembre e ottobre ha fortunatamente consentito di raggiungere la piena maturazione dei frutti, portando nel calice un Nobile 2018 dalla delicata espressione del varietale in un corpo senza spigoli, per un vino che non ha bisogno di essere atteso a lungo, ma si che apprezza oggi stesso per la sua immediata freschezza e bevibilità.
Nel 2019 si cambia nuovamente registro dove si parla di vini di grande qualità. Due sono stati i periodi di intense piogge tra la primavera e l’autunno mentre il resto dell’anno – specie nel cruciale periodo giugno-ottobre – si ricorda come una stagione dominata da un clima secco con brevi ed intensi episodi piovosi (arrivati in momenti provvidenziali ed evitando un eccessivo stress idrico alle vite). Già dal colore rubino luminoso, Bindella 2019 si manifesta nell’intensità floreale nettissima e dai toni concentrati di amarena e lampone, insieme a tocchi rinfrescanti di eucalipto e un finale agrumato di grande piacevolezza.
Quadri è figlio di una parcella argillosa da terreni pliocenici, ricchi di calcare, che regalano struttura ed intensità cromatica ai vini. Dalle vigne poste a circa 360 mt slm., per questa selezione si utilizzano solo uve Sangiovese che non ha bisogno di aiuti per struttura e colore, caratteristiche che gli arrivano in maniera del tutto naturate dei terreni su cui cresce. La produzione media è di circa 13 mila bottiglie all’anno, passando da 6 a 20 mila bottiglie a seconda dell’annata. La differenza può essere davvero molto significativa in termini di quantità, ma la scelta delle uve è decisamente selettiva, tanto che si è deciso di usarle solo per il Nobile, non declassando un parte di materia prima, eventualmente, per la produzione di Rosso di Montepulciano, ma rinunciando completamente all’utilizzo dei grappoli non idonei.
Tra le 3 annate degustate, la 2015 sfuma su toni aranciati e parla di bosco, frutti neri essiccati e maturi, more e prugne, funghi e foglie bagnate, dando spazio anche a delicate note tostate di cacao e caffè ed accenni di cera. Il sorso è composto e sorretto da tannini in riga e ben integrati, chiude balsamico in una scia di scorza d’arancia. Di contraltare, anche qui nel millesimo 2018 si riscontra chiaramente l’annata molto diversa e un po’ più “snella” ma non meno interessante. L’acidità resta protagonista di ogni vino aziendale: in questo calice spiccano più i richiami al floreale scuro di viola, ai frutti rossi sotto spirito dal sorso scorrevole, in un finale di media lunghezza. Anche in questo caso, bevilo oggi e apprezzane la piacevolezza. Quadri 2019 spinge su fragole e ribes, note floreali fresche e profumate con una struttura tannica integra e graffiante. Chiude in lunghezza con un ottima sapidità e il richiamo a qualche anno di bottiglia per integrare al meglio le parti, godendone ancora di più in futuro.
La Riserva Vallocaia nasce dalle storiche dalle terre rosse di Montepulciano, argillo-sabbiose e ricche di ferro e manganese. Va da sé che nel calice si ritrovano la complessità e la struttura date dalle argille e i variegati profumi delle sabbie. Circa il 95% di Sangiovese e un accenno di Colorino compongono il blend del Nobile di Montepulciano Riserva.
L’annata 2015 ritrova nella Riserva ancora la vivacità del rosso rubino intenso. Il naso è monolitico, compatto e complesso di rose rosse e viola, ciliegie e mora mature, foglie di mirtillo e lieve tostature arricchiscono il bouquet. In bocca è ampio e dalle sfumature balsamiche, slanciato con il frutto al centro bocca, guidato da un tannino che accarezza il sorso. Chiude a lungo su note sottili di cacao. La vendemmia 2018 conferma una carattere più morigerato, quasi timido su accenni di piccoli frutti e zest di arancia, comune denominatore degli assaggi fino a qui raccontati. La spinta acida dona dinamicità al sorso. 2019 è la compiutezza del Nobile nella sua forma migliore: grande protagonismo del Sangiovese perfettamente maturo e croccante, nota smoky che lo rende accattivante in un sorso strutturato e sapido, succoso e fresco, dove il tannino tipico del vitigno conduce le danze e guida il vino verso l’evoluzione in bottiglia. Riassaggiare tra 3/5 anni quando potrà regalare ancora maggiori soddisfazioni!
Chiacchierando con Giovanni, io gli altri colleghi della stampa presenti, gli abbiamo chiesto di scattare una fotografia sull’attuale situazione della denominazione e di abbozzare una previsione a breve-medio termine. Conviene con noi che il Nobile di Montapulciano è un vino che negli ultimi 10 anni ha un perso un po’ della sua identità, a causa della forse troppa libertà di produzione data dalle modifiche apportate al disciplinare dal 2010, permettendo un utilizzo maggiore di varietà di uve (fino al 30% di tutte le varietà coltivabili in Toscana, internazionali inclusi) creando grande confusione tra produttori e consumatori. Il maggior numero di ettari iscritti a Nobile è nelle mani di imbottigliatori di una cantina sociale, aumentando così la difficoltà di far crescere il livello di apprezzamento del Vino Nobile nel mondo. Last but not least, la variegata differenza di prezzi per una stessa tipologia di etichetta, quasi senza controllo. L’impegno di Bindella Tenuta Vallocaia nella valorizzazione del Vino Nobile di Montepulciano è significativo, soprattutto in questi anni in cui molti si chiedono in che direzione stiano andando il Consorzio e la denominazione, adesso che si va verso l’istituzione delle menzione geografiche aggiuntive con le “Pievi” e la restrizione all’utilizzo di soli vitigni autoctoni per la produzione del Nobile.