di Alberto Chiarenza
Poggio Borgoni si trova a San Casciano in Val di Pesa (FI) uno dei comuni ricadenti nella Denominazione di Origine del Chianti Classico.
La superfice vitata raggiunge quasi 10 ettari coltivati a Sangiovese e Merlot, su terreni mediamente argillosi e con presenza di ciottoli. Il Merlot qui si esprime bene e unito al Sangiovese riesce a dare risultati eccellenti.
La filosofia della Famiglia Salvini, proprietari della Cantina, è: “azienda piccola, grandi vini”. Si persegue una ricerca alla qualità in ogni fase produttiva, andando anche oltre i regolamenti del disciplinare.
Vengono adottati periodi di affinamento maggiori rispetto a quelli previsti, come per il Rosso di Toscana IGT, il “vino di entrata” che è tutt’altro che un vino di entrata.
E poi l’annata del Chianti Classico DOCG, viene immesso sul mercato dopo trenta mesi invece di dodici ed il Chianti Classico Riserva, in vendita dopo tre anni e mezzo.
Le lavorazioni in vigna sono effettuate quasi per intero a mano, mentre la vinificazione avviene principalmente in vasche di cemento dove viene svolta sia la fermentazione alcolica che la malolattica.
Nota di merito per l’enologa Elisabetta Barbieri che cura con grande professionalità la produzione di Poggio Borgoni.
La linea di Poggio Borgoni prevede un IGT Rosso di Toscana, un Chianti Classico DOCG Curva del Vescovo e il Chianti Classico DOCG Riserva Borromeo.
Si aggiunge ad essi una Grappa di Chianti Classico Curva del Vescovo, il cru aziendale.
Per quanto riguarda il Chianti Classico DOCG Curva del Vescovo e Chianti Classico DOCG Riserva Borromeo, l’affinamento dopo il cemento, continua per 18 mesi in barrique di primo passaggio per l’80% della massa e secondo passaggio il rimanente 20% dove il totale della massa è costituita da Sangiovese e un saldo del 15% di Merlot.
Il risultato finale è in equilibrio tra buone morbidezze e grande verticalità, con tannini ben levigati, complessità, freschezza e note balsamiche.
Vini da invecchiamento che vale la pena provare adesso o dopo qualche anno proprio per poter comprendere il livello di evoluzione.
L’azienda non ha la certificazione biologica, ma le lavorazioni attente e rispettose della natura e del territorio sono indirizzate alla sostenibilità, ancor più selettiva rispetto a quanto previsto in regime biologico.