di Carmela Scarano
Lunedi 8 maggio presso l’enopanetteria “I sapori della tradizione” di Stefano Pagliuca ho avuto il piacere di incontrare il produttore Gianni Gagliardo e di degustare i suoi vini più rappresentativi. Sono rimasta impressionata inizialmente dai bianchi, associando il Piemonte quasi esclusivamente ai rossi, e prima di parlarvene introdurrò brevemente la storia di Gianni.
La sua azienda nasce nel lontano 1847 dalla famiglia Colla, viticoltori piemontesi, il cui territorio di origine è Santo Stefano Belbo, terra di grandi Moscato. Generazione dopo generazione la famiglia si sposta a Diano d’Alba, dove nel 1913 nasce Paolo Colla, suocero di Gianni. Nel 1961 comincia la produzione di Barolo trasferendosi a La Morra e nel 1972 Gianni sposa l’unica figlia di Paolo e comincia a collaborare nell’azienda che poi erediterà qualche anno più tardi.
Gianni, originario del Roero, comincia nei primi anni ’70 a produrre bianchi in un territorio dedito soprattutto ai rossi. Il vitigno prescelto è l’Arneis insieme alla Favorita. E’ nel 1986 che la casa vinicola Paolo Colla prenderà il nome di Gianni Gagliardo e le sue bottiglie saranno tutte contrassegnate da una maschera simboleggiante la capacità del vino di creare legami tra persone : in vino veritas! Oggi in azienda Gianni è affiancato dai suoi tre splendidi figli.
Dopo questa breve parentesi è il momento di passare ai fatti, cominciando la nostra degustazione. Un vero e proprio viaggio sensoriale tra profumi e sapori accompagnati dalle squisite pizze in teglia di Stefano Pagliuca.
Iniziamo con il FALLEGRO 2022, 100% Favorita, clone di Vermentino che parla piemontese coltivato nel Roero. Al calice si presenta giallo paglierino con riflessi verdolini, profumi fruttati e floreali, dal gusto fresco e sapido. Ideale da inizio pasto e con crudi di pesce. Colpisce la versione 2016, dalla fragrante evoluzione sia di colori che di profumi di idrocarburo, simili ad alcune tipologie di Riesling Renano. In bocca è fresco, sapido con spiccate mineralità da pietra focaia.
Altro bianco in degustazione, il ROERO ARNEIS 2022, 100% arneis, dal colore giallo paglierino con profumi di pesca, pera, mela e acacia. Gradevole e dal finale da mandorla dolce.
Nel 2017 la famiglia Gagliardo acquista Tenuta Garetto, situata ad Agliano Terme nel cuore della nuova denominazione Nizza. Proviamo il DERTHONA 2021, Timorasso prodotto nei Colli Tortonesi. Al calice è giallo paglierino con riflessi brillanti. I suoi profumi richiamano la frutta fresca, fiori bianchi e leggere spezie. Dal sorso pieno ed avvolgente, un cavallo di razza per la Denominazione.
Il GIASSA’, rosato da uve Grignolino con breve macerazione sulle bucce. Come suggerisce il nome, che in piemontese vuol dire ghiacciato, va servito molto freddo. Al calice è di un rosso rubino poco tenue, con nuance di lampone e zagare. Il sorso disseta per la facile beva, adatto davvero in ogni momento della giornata.
E veniamo ai pezzi forti di casa Gagliardo:
Il VIGNA SAN PONZIO 2019, 100% nebbiolo prodotto nel Roero. Veste rosso rubino dai riflessi granati, con profumi di frutti rossi di bosco, tabacco, liquirizia e humus. Sorso caldo e appagante.
Il BAROLO 2019, dai vigneti a La morra, Monforte, Serralunga d’Alba, Barolo e Verduno. Vendemmie e fermentazioni separate, con maturazione in legni piccoli fino alla primavera e, successivamente all’assemblaggio, in botti grandi da 35 ettolitri. Veste di rosso rubino già quasi granato. Si avvertono in successione ciliegia, prugna, mirtilli, petali di rosa e violetta. Palato avvolgente, tannino sotto controllo dalla chiosa di liquirizia.
BAROLO MONVIGLIERO 2019, cru prodotto nel pressi di Verduno, è rosso granato dai riflessi aranciati. Bouquet di gesso, talco, fragole, ciliegie e profumi floreali di lavanda e fiori di tulipano. Gioca sulle morbidezze.
Ultima sorpresa: BAROLO LAZZARITTO “VIGNA PREVE” 2016 prodotto nel comune di Serralunga d’Alba di grandissima qualità. Anch’esso rosso granato dai riflessi aranciato. Al naso è di un’eleganza disarmante, con note di piccoli frutti rossi scuri, note floreali di violette e ciclamini e balsamicità. Piacevole nei tannini setosi e ben integrato che lasciano un ricordo finale sublime. Decisamente il miglior vino della giornata.
Chiudiamo i sipari con il Vermouth di Torino Rosso Superiore elaborato da un’antica ricetta di famiglia, la cui botanica è a base di artemisia romana e gentile, vaniglia, liquirizia, coriandolo, arancia dolce. Ottimo da meditazione e per salutare, dopo questo breve viaggio in Piemonte, Gianni Gagliardo.