Recarsi in Franciacorta suscita sempre tante emozioni legate ai vini che regalano una varietà di aromi e sapori dove ogni sorso racconta storie di uve, terra e tradizione; legate al paesaggio collinare, punteggiato da vigneti, laghi e borghi storici, che offre panorami mozzafiato. Recarsi dalla cantina Majolini Franciacorta vuol dire immergersi in una realtà fatta di vino e arte, essere accolti con calore in un ambiente curato, dove è palpabile la forte connessione con il territorio volta a favorire uno sviluppo sostenibile. Siamo nel comune di Ome (BS) che si snoda tra colline verdi e vigneti, per arrivare in cantina ci si deve inoltrare nelle stradine del paese per risalire poi la collina e intravedere all’orizzonte la struttura che si staglia imponente, perfettamente integrata con la natura circostante.
Fondata nel 1993, la cantina ha saputo affermarsi nel panorama vinicolo grazie all’attenzione alla qualità e alla cura dei dettagli. Ad accoglierci all’ingresso Simone Majolini, onorati di avere un cicerone di eccezione, che inizia il racconto di quella che è una tradizione di famiglia, un legame profondo con la terra, della combinazione tra vino e arte.
Subito all’esterno, nel piazzale della cantina, ci accolgono le prime opere: la scultura di bronzo “Cavalli Innamorati” di Aligi Sassu in posizione dominante di tutta la valle e dei vigneti, questa celebra la bellezza della natura e rappresenta l’amore per questo territorio; il “Moby Dick” di Mattia Motta, la balena inabissata, arpionata da Achab e mai conquistata è il simbolo del sogno irraggiungibile: quello della sfida costante per creare un vino perfetto.
Simone racconta che la cantina nasce e si sviluppa intorno ad un’idea di bellezza che vive attraverso l’arte, la sostenibilità, l’architettura. Le stanze ospitano pezzi da collezione, ambienti affascinanti e originali.
- La stanza Luxury Wine Collection dove il fermento della moda e del design crea un ponte con il mondo del vino e offre l’opportunità di esplorare come queste due realtà, apparentemente distinte, possano intersecarsi in modi innovativi e sorprendenti. Alcune bottiglie sono vestite con giacchette in pelle di struzzo rosa e azzurre a ricordare i bustini ottocenteschi che servivano a modellare la figura femminile, evidenziando il punto vita e creando una silhouette a “campana” che era molto in voga all’epoca; altre indossano veri e propri abiti da sera tagliati e cuciti come in haute couture caratterizzati da una cura artigianale impeccabile e da materiali di altissima qualità. La parola d’ordine è sensualità femminile. Questa è quella che Simone chiama la “stanza dei sogni” a sottolineare che il vino può essere abbinato a qualsiasi cosa, non solo al cibo.
- L’antica barricaia ospita “Opera Sensoriale” realizzata dall’ebanista di fama Luciano Molinari con 199 legni provenienti dai cinque continenti. Un’opera da guardare e da annusare: sigillo della cantina scomposto in tanti piccoli tasselli di legno, rimanda ai profumi in vasetto dei legni corrispondenti, per “sentire” la materia tramite l’olfatto. Un’esperienza multisensoriale durante la degustazione dei Franciacorta Majolini.
- La Sala della Trasformazione dove le bottiglie svolgono la rifermentazione sotto lo sguardo di un Sole e di due Meduse, opere di Giuseppe Bergomi, artista lombardo, amico di famiglia. Il sole rappresenta la natura che per primo trasforma l’uva e la rende utilizzabile e le due Meduse, che sono il simbolo greco e romano della trasformazione in qualcosa di morto, sono un monito per ricordare che fare vino deve essere sempre un attento gioco di equilibri per evitare il rischio di modificare troppo ciò che la natura ci regala.
- La stanza con le fotografie di Enrica Sensini che riesce a cogliere con la sua arte l’essenza dell’anima. Non solo immagini in senso tradizionale, ma rappresentazione della personalità, delle emozioni di un individuo attraverso i suoi occhi, le espressioni del viso, i suoi abiti e l’ambiente circostante.
Con gli occhi colmi di arte e lo spirito nutrito da tanta bellezza e creatività, ci spostiamo nella sala degustazione anche qui l’arte la fa da padrona.
In alto i calici!
- Majolini Franciacorta Saten Brut, 100% Chardonnay. Una bollicina fine e persistente, profumi che ricordano la pasticceria e la crosta di pane. Persistente con delle belle note di tostatura. In bocca cremoso, delicato con cenni di frutta matura;
- Majolini, Franciacorta Brut, Chardonnay e Pinot Nero: fresco e fruttato, con note di mela verde, pera e fiori bianchi. Vivace e ben equilibrato, perfetto per aperitivi. Un vino dalla personalità chiara, ben definita. É avvolgente, secco e deciso;
- Majolini Franciacorta Brut Vintage Millesimato Le uve, Chardonnay e Pinot Nero, a perfetto grado di maturazione vengono pigiate in modo soffice e fatte fermentare in vasche d’acciaio ad una temperatura controllata. In primavera viene poi realizzata la cuvée ed effettuato l’imbottigliamento per la presa di spuma. Il profumo è ampio, schietto e con note floreali. Il sapore è sapido, persistente e molto equilibrato;
- Majolini Franciacorta Disobbedisco Extra Brut 100% Pinot Nero.Questo vino nasce per celebrare il Poeta e l’eroe Gabriele d’Annunzio. L’etichetta, creata dall’artigiano Luca Briconi in metallo smaltato e dorato, riproduce il gonfalone della Città di Fiume voluto da d’Annunzio: il serpente che si morde la coda (Oroboro) è il simbolo egiziano dell’eternità e della vita che si rinnova. Le sette stelle del Grande Carro è un altro simbolo di eternità, perché è la costellazione che non tramonta mai e indica la Stella Polare, che dà la rotta ai marinai e che ha accompagnato il Poeta nella Beffa di Buccari. Racconta la rivendicazione dell’italianità della città di Fiume, dopo la prima guerra mondiale. Azione politica e di lotta di cui D’Annunzio fu protagonista. Elegante e raffinato con aromi di mela verde, pera e fiori bianchi. In bocca è fresco e cremoso, con una piacevole acidità e una nota minerale persistente;
- Majolini Electo Franciacorta Millesimato Brut, ha un uvaggio composto da Chardonnay 80% e Pinot Nero 20%. Le uve vengono raccolte, manualmente in cassette, non appena giunte a maturazione ideale con vena leggermente acida. La vendemmia è rivolta, principalmente, al mantenimento dell’integrità dei grappoli. Le due varietà vengono vinificate separatamente con pressatura soffice. La fermentazione dello Chardonnay continua in piccole botti di rovere. Successivamente, in primavera sarà valutata la composizione della cuvée. Una volta composta si passa alla rifermentazione in bottiglia con riposo sui lieviti della durata di almeno 36 mesi;
- A chiudere questa magnifica degustazione una vera chicca: Vino Rosso Majolini 2019, prodotto solo in 666 esemplari nel formato Magnim.Unvino ricavato dalla vinificazione di solo uve Majolina. Uva di cui oggi esistono meno di 1.000 piante, tutte in quella zona (tra Ome e Monticelli Busati), negli appezzamenti più vecchi è ancora a piede franco, cioè senza bisogno della radice americana diffusasi in Europa dopo la filossera. I Maiolini le hanno dedicato un piccolo vigneto di 450 piante, uva che entra in piccola percentuale nel Rosso «Ruc»; prodotto dagli anni 60 e imbottigliato, nelle annate migliori, in purezza, solo nel formato magnum.
Prosit!