“L’orto sotto casa” rispolvera il classico pane e cipolla, purché sia Cipolla di Certaldo

Andrea, Alessio e Mirko Delle Fave, fratelli alla nascita, imprenditori per amore della terra con l’azienda L’orto sotto casa. Siamo a Certaldo, incantevole borgo medievale toscano di infinita bellezza.

Luogo intriso di storia, tomba per il poeta Giovanni Boccaccio, memoria di battaglie epiche alla conquista di colline bucoliche prestate da sempre all’agricoltura, qui nel centro della Val d’Elsa. Tra i PAT (Prodotti Agroalimentari Tradizionali) degna di menzione è la Cipolla di Certaldo, presidio Slow Food e oggetto di produzione e commercio da parte di un ristretto gruppo di produttori locali.

Mirko Delle Fave

La varietà è a tunica rossa, come altre celebri italiane, ma ciò che la differenzia maggiormente sono le due qualità presenti: la “statina”, pronta per il consumo fresco a maggio (cipollotti) e matura in estate, e la “vernina”, con semina autunnale e raccolta a fine estate. Si impiega quindi sia come cipolla fresca da consumo (“statina” – cipollotti raccolti a maggio-giugno), sia come cipolla da serbo essiccata.

L’orto sotto casa ne produce diverse variazioni, proposte ai consumatori abituali e ai ristoratori che vogliono aggiungere quel pizzico di aromaticità e dolcezza alle proprie ricette. Conserve e sughi, salami e mortadella, per non parlare della composta e dei cantuccini, idea geniale per un momento appetitoso spezza fame o alla fine di un pasto.

E perché non riproporre l’antica tradizione del “pane e cipolla”, visto in passato come unico sostentamento delle famiglie in tempi di carestia e adesso rivalutato come merenda gustosa da accompagnare ad un tocco di Olio Extravergine di Oliva.

I riconoscimenti sono subito arrivati, dalle attenzioni di The WineHunter area Food del Merano Wine Festival, sia per i biscotti che per il salame al miele. Ma ai fratelli Delle Fave ciò non bastava: ecco allora spuntare l’Aglione, i pomodori costoluti, le zucchine lunghe fiorentine e molto altro ancora.

In fin dei conti lo stesso Boccaccio certificava la vocazione contadina degli abitanti del borgo, nel suo Decameron composto tra il 1394 ed il 1351: “Certaldo, come voi forse avete potuto udire, è un castello di Val d’Elsa posto nel nostro contado, il quale, quantunque picciol sia, già di nobil uomini e d’agiati fu abitato. Nel quale, per ciò che buona pastura si trovava, usò un lungo tempo d’andare ogn’anno una volta, a ricogliere le limosine fatte loro dagli sciocchi, un de’ frati di Santo Antonio, il cui nome era frate Cipolla, forse non meno per lo nome che per altra divozione vedutovi volentieri, con ciò che quel terreno produca cipolle famose per tutta la Toscana”.

La figura della cipolla compare persino nell’antico stemma di Certaldo del XII secolo, quando il paese era feudo dei conti Alberti e certamente L’orto sotto casa entra di diritto tra coloro che creano la storia con le mani e col sudore.

Perché la terra è sempre “troppo bassa” per chi la lavora…

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Luca Matarazzo

Giornalista, appassionato di cibo e vino fin dalla culla. Una carriera da degustatore e relatore A.I.S. che ha inizio nel lontano 2012 e prosegue oggi dall’altra parte della barricata, sui banchi di assaggio, in qualità di esperto del settore. Giudice in numerosi concorsi enologici italiani ed esteri, provo amore puro verso le produzioni di nicchia e lo stile italiano imitato in tutto il mondo. Ambasciatore del Sagrantino di Montefalco per il 2021 e dell’Albana di Romagna per il 2022, nonché secondo al Master sul Vermentino, inseguo da sempre l’idea vincente di chi sa osare con un prodotto inatteso che spiazzi il palato.

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