di Augusta Boes
Un giorno per caso, in giro per la Toscana, l’irresistibile richiamo di Montalcino, una cantina nuova di zecca e l’abbraccio di un’amica speciale. Saltate in macchina con me, si parte per una fantastica gita!
Ogni volta che torno in Toscana, tra i miei amati vigneti e le dolci colline, immersa in questo paesaggio che mi lascia senza fiato come fosse la prima volta, ogni volta faccio una fatica enorme ad andare via. Col tempo ho elaborato diverse strategie per procrastinare la dipartita. Una delle mie preferite è quella di ignorare il navigatore, evitando di girare alla svolta suggerita, e obbligandolo a trovare una strada alternativa. In questo modo scopro nuovi percorsi, nuovi paesaggi, nuovi piccoli borghi, e il naufragar m’è dolce in questa terra meravigliosa.
Sono qui, con la mia Yaris Ibrida, fedele compagna di viaggio, che mi accingo a impostare il navigatore sulla strada di casa. Andremo piano io e lei perché non solo ci piace rispettare i limiti di velocità, ma ancor di più ci piace scivolare lungo questo meraviglioso dipinto senza far rumore alcuno, e senza inquinare. Siamo di ritorno dal Chianti Classico, nella notte è nevicato e queste pennellate di bianco rendono il paesaggio ancora più struggente. Non voglio andar via! Non ancora, non sono psicologicamente pronta.
Ed è così che si insinua un pensiero, un desiderio, una speranza: e se passassi ad abbracciare un’amica che non vedo da tanto, troppo tempo? Tra l’altro mi è di strada, più o meno, e il caso vuole si trovi proprio di fronte a una Cantina che custodisce botti pregiatissime che non assaggio da tanto, troppo tempo. Senza alcuna speranza mando un messaggio a un destinatario che probabilmente non mi leggerà almeno per le prossime tre ore. E invece eccola, la risposta arriva subito e finanche affermativa! Oggi è la mia giornata fortunata! C’è nebbia per strada ma io so dove andare; lei mi chiama, lei mi guida, lei mi parla…
Ed eccomi di nuovo qui a Montalcino, da Luciano Ciolfi a Sanlorenzo. Sì, è inevitabile tornare in questo angolo di paradiso dove il vino, oltretutto, è sempre più buono. Incurante delle pozzanghere, abbraccio finalmente la mia amata Quercia che vigila sui vigneti dal punto più alto del podere. È lei la mia bellissima amica lontana. Luciano mi guarda tra il perplesso e il divertito, più perplesso che altro oserei dire, anche perché mi sono un po’ inzaccherata gli stivali. Ma non fa nulla quando si tratta della sacra terra di Montalcino.
Sono qui con un attimo di calma finalmente, e tutto il tempo necessario per godermi qualche sorso di vino in tranquillità. È da oltre un anno che non assaggio le “mie” botti; ebbene sì ne ho alcune in “adozione”, pratiche sbrigate quando erano ancora in fermentazione. Qualcuno mi ha detto che il mosto non fa troppo bene, ma io ne sono davvero ghiotta, e non sono mai stata meglio in vita mia!
E poi con Luciano è una scommessa vinta in partenza. Gli assaggi 2022 a fine fermentazione e poco prima della svinatura, avevano dell’incredibile! Tre tini già chiaramente definiti: Rosso di Montalcino, agile e floreale, Brunello di Montalcino più polposo e croccante, e Bramante con tutta la sua disarmante profondità ed eleganza. È vero, siamo decisamente in una fase embrionale, ma con il sangue blu ci si nasce e qui ormai la dinastia di questo Sangiovese, ascesa al trono e consacrata anni or sono, regna gloriosa su questo feudo rigoglioso e fiorente.
C’è chi “declassa” il Brunello quando all’esordio sui mercati risulta già molto godibile argomentando la sua presunta mancanza di longevità. Personalmente mi trovo davvero agli antipodi e non riesco ad aspettare nemmeno i cinque o sei anni di affinamento previsti dal disciplinare di produzione. Io il vino buono lo voglio subito! E qui è buono immediatamente. Ecco, dunque, perché c’è sempre un buon motivo per tornare a Montalcino, da Sanlorenzo come da tanti altri amici che in questo modo mi regalano bottiglie mai imbottigliate, che poi alla fine sono le più rare.
Gli assaggi da botte per me sono imprescindibili. Voglio conoscerli intimamente i miei Campioni! Il ritrovarsi a tu per tu con una bottiglia di vino che vi conquista è un po’ come innamorarsi a prima vista di una persona. In quel preciso momento è esattamente tutto ciò che desiderate, ma ognuno di noi custodisce dentro una storia personale che ci ha portati ad essere ciò che siamo di unico e di bello oggi. Il vino non fa eccezione in tal senso.
“Quante cose che non sai di me, quante cose che non puoi sapere” cantavano insieme Elisa e Ligabue. Ecco, io desidero vivere tutta la storia dall’inizio, conoscere la vita e l’evoluzione del vino in cantina, perché si scoprono cose e sensazioni meravigliose e irripetibili in questi sorsi. Non riesco davvero a farne a meno! Ma non indugiamo oltre e cominciamo a riempire i calici.
Il Brunello 2021 se ne sta sulle sue, il sorso è contratto ma ci sta, oggi fa freddo e diamine vuole essere lasciato in pace! Chiediamo scusa per il disturbo e passiamo oltre. La Riserva? Vedremo, per ora resterà un segreto.
Il Brunello 2020 è gioioso, disteso, e di esuberante eleganza. Non credo sia da attribuire esclusivamente alla differenza di un anno, piuttosto a questo suo carattere solare e raffinato. Eppure, c’è stato un momento in cui anche lui era chiuso in una introspettiva riservatezza.
Il Brunello 2019 è in dirittura d’arrivo verso l’imbottigliamento. Qui vi devo dire che non c’è stato un solo momento nell’assaggio, durante il suo lungo percorso, che non abbia espresso vitalità, tensione e grazia innata. È da batticuore, polposo, profondo e vibrante; due botti distinte che si fonderanno presto per l’eternità in una sola anima. Evviva gli sposi!
Poi c’è Bramante, la Riserva 2019. È lui, è sempre lui, è il mio grande, grandissimo amore! Riuscirà a spodestare dal mio cuore la Riserva 2016? In fondo non credo sia necessario. Ho un cuore molto grande e ci sarà posto per entrambi.
Concludo con la più bella novità qui a Sanlorenzo: la nuova cantina realizzata davvero in tempi record. Bravo Luciano! Non deve essere stato facile completare i lavori in tempo utile per la vendemmia. È veramente bellissima, ampia e in un impeccabile stile minimal, così elegante nella sua linea essenziale e sobria. Un grande lavoro di recupero di un capannone che adesso ospita i tini di fermentazione, il magazzino delle vecchie annate (da perderci la testa!) e il leggendario Rosato in definizione. Abbiamo assaggiato anche quello, certo che sì! Ma questa è un’altra storia, prima o poi ve la racconterò.
È tempo di andare ormai, e mentre cammino verso la mia auto, mi giro un’ultima volta per salutare la mia adorata Quercia con gli occhi già pieni di malinconia. Ed è così che mi torna in mente una frase dal libro di Richard Bach “Il gabbiano Jonathan Livingston” che conosco praticamente a memoria.
“Non dar retta ai tuoi occhi, e non credere a quello che vedi. Gli occhi vedono solo ciò che è limitato.”
I miei occhi oggi vedono una nuova, bellissima cantina, il mio cuore una scia interminabile di grandi successi, passati, presenti e futuri. Podere Sanlorenzo, 280
53024 Montalcino (Siena) Italy
sanlorenzomontalcino.it
2 commenti su “L’irresistibile richiamo di Montalcino”
Un abbraccio a te e a tutti su a Sanlorenzo!