di Olga Sofia Schiaffino
Si è appena conclusa la 55esima edizione di Vinitaly e tra gli assaggi più interessanti menzioniamo sicuramente i vini liguri, che brillano per espressione di territorialità e per capacità di stupire il wine lover appassionato. (n.d.r. vogliamo iniziare proprio dalla Liguria il nostro lungo spazio dedicato alla Fiera vitivinicola più importante d’Italia. Seguiranno ulteriori approfondimenti dei redattori di 20Italie).
Ca du Ferrà, al Padiglione 8 Fivi, ha presentato il passito Diciassettemaggio da un antico vitigno autoctono denominato “Ruzzese”. Il progetto di recupero, in collaborazione con il CNR – Istituto per la protezione sostenibile delle piante – Coldiretti di La Spezia e Regione Liguria, è iniziato nel 2007, quando Davide Zoppi e Giuseppe Luciano Aieta hanno messo a dimora le prime 77 barbatelle: attualmente le piante sono circa 1500, distribuite su cinque terrazze che guardano il mare, e la prima vendemmia è avvenuta nel 2020.
Le uve raccolte sono state messe in cassette ad appassire, i grappoli sgranati a mano dopo due mesi. Il vino si offre con un manto dorato scintillante, un corredo olfattivo che si articola sui sentori di macchia mediterranea e sulle note fruttate di fico maturo. La dolcezza è ben compensata dalla acidità, il finale lungo e la chiusura sapida.
Il passito da Ruzzese, selezionato persino da Sante Lancerio, era molto amato nel XVI secolo da Papa Paolo III Farnese e ritorna oggi a regalare a chi lo assaggia emozioni autentiche. Il vino è dedicato a Giuseppe, perché celebra la data del suo compleanno e la bottiglia è elegantemente vestita con i colori turchesi dell’azienda.
Sempre al Padiglione Fivi la Signora del Rossese di Dolceacqua Giovanna Maccario, azienda Maccario Dringenberg, ha presentato un’anteprima non ancora in bottiglia che raccoglie le uve delle nomeranze Posaù, Luvaira, Berna, Nouvilla, Sette Cammini vendemmia 2022; la siccità e la scarsa produzione hanno fatto optare Giovanna per realizzare un vino unico, che vuole celebrare il nonno e il prozio, premiati durante il Regno d’Italia per il Rossese di Dolceacqua.
“Fratelli Maccario 1922″ (campione di botte) si presenta con l’eleganza caratteristica dei vini di questa cantina: lo aspetteremo, per tutto il tempo che Giovanna vorrà regalargli prima di imbottigliarlo.
La Pietra del Focolare, con il sorriso e la simpatia di Laura Angelini, Linda e Stefano Salvetti hanno presentato la nuova produzione che vede il vermentino quale protagonista indiscusso; da segnalare “Anfora”, le cui uve vengono macerate in acciaio da settembre a maggio e poi passano in anfora Tava di terracotta non vetrificata.
Azienda Agricola Linero propone Il Colli di Luni Superiore “Del Generale”, blend di Vermentino 90%, Malvasia 5% e Trebbiano 5% che provengono dalla famosa vigna del generale Tognoni, eroe decorato della Prima Guerra Mondiale e grande amico di Luigi Veronelli.
Tenuta Maffone riesce sempre a stupire, uscendo con un “Superligurian” dal nome dialettale Vuscià (appellattivo con il quale ci si rivolge con rispetto a una persona, dando del “voi”) che ha conquistato un posto tra i 5Star Wines – the Book 2023. Si tratta di un vino ottenuto da Ormeasco, vendemmia 2016, affinato in legno e in anfora. Tiratura davvero limitata, 1720 bottiglie e 120 magnum.
Baia del Sole della famiglia Federici a Luni ha effettuato la sperimentazione della cantina subacquea con la partnership di Jamin Underwater Wines per il suo pregiato metodo classico Giulio F56: risultati molto promettenti da una tecnica sotto fase di studio da parte di numerose Università ed esperti di settore.
Rocca Vinealis nello stand di Vite In Riviera ha presentato la sua produzione di Granaccia: una giovane azienda che ha ripreso la viticoltura in un territorio di montagna, al confine con il Piemonte.
Paolo Bosoni della cantina Lunae ha ricevuto il premio Angelo Betti, riconoscimento intitolato alla persona che ebbe l’intuizione del progetto Vinitaly, che viene assegnato dal 1973 ai benemeriti della viticoltura italiana, Meritassimo, per la presenza sul territorio lunense da oltre 4 generazioni, per la conservazione delle tradizioni e della cultura contadina nel Museo della Culturale Materiale del Vino e per i vini che hanno raccontato la Liguria in tutto il globo.
Presso lo stand del distributore Bolis abbiamo incontrato la cantina Giacomelli, con Roberto Petacchi ed il Vermentino delle etichette “Boboli” e “Pianacce”, premiati anche quest’anno da The Wine Hunter. La presenza di Regione Liguria con il vice presidente assessore Alessandro Piana ha testimoniato l’importanza di promuovere la viticoltura ligure, chi lo produce e chi la comunica. Agricoltura sempre eroica e che sa accogliere le sfide del cambiamento climatico e dei nuovi trend del mercato.
1 commento su “La Liguria al Vinitaly 2023: emozioni liquide nel calice”
Io adoro il Pigato e quando scendiamo a Varazze, sulla nostra tavola non manca mai. Bevuto a casa ( Ossola ), non ha lo stesso sapore. W i vini liguri, e la Liguria! Siete bravissimi. Complimenti a tutti!!!