Irpinia: la storia dei vini di Antica Hirpinia

La storia del vino in Irpinia non può non passare attraverso Antica Hirpinia, cantina legata al capoluogo di una delle regioni vinicole più importanti della Campania. Taurasi, il borgo medievale di origine longobarda, che con la sua rocca presidia la valle del fiume Calore.

Taurasi conquista importanza strategica nel mondo del vino a partire dal 1928, grazie alla ferrovia del vino; da qui infatti partivano i vagoni di Aglianico per rimpinguare la produzione di centinaia di aziende italiane e francesi, allora pesantemente colpite dai danni della fillossera.

La storia di Antica Hirpinia inizia qualche decennio più tardi, nel 1959, prima come Cooperativa Vitivinicola Sociale, poi come Enopolio regionale di Taurasi, quando, nel 1972, si rese necessario sostenere i piccoli contadini viticoltori garantendo la giusta remunerazione delle uve per evitare l’espianto di molti vigneti.

Nel 1992 la cantina prende il nome attuale e l’anno successivo esce la fascetta numero 00000001 della neonata DOCG Taurasi. Al 2016 risale l’attuale forma societaria, grazie a tre amici che rilevano la cantina e danno il via a una graduale ristrutturazione dell’azienda: Alfonso Romano, Benedetto Roberto e Ciriaco Bianco.

Oggi Antica Hirpinia si colloca sul mercato con due linee rappresentative del territorio quali Antica Hirpinia e Anno Domini 1590, senza perdere di vista le richieste del consumatore moderno alla continua ricerca di vini sempre meno muscolari, più fruttati e freschi. Un fattore che rende necessario un cambio di passo, soprattutto in vigna, atto ad assecondare variazioni climatiche sempre più evidenti anche nelle variazioni fenologiche della vite.

Così spiega la filosofia produttiva di Maurilio Chioccia, il consulente esterno che coadiuva Lorenzo Iannotti, enologo interno. Tale lavoro si basa su un patrimonio vinicolo di proprietà di venti ettari, costituito da vigne disperse e piccole, alternate ad un ambiente pedoclimatico variegato, che dà alla produzione un carattere di esclusività. Lo abbiamo toccato con mano in un tour di vigneti che, lo scorso 31 agosto, ci ha portato dalla contrada Arianiello di Lapio – dove sorge il più giovane impianto aziendale di Fiano – fino alle vigne di Aglianico di Fontanarosa, passando per i poderi storici in Località Ferrume (sempre a Lapio).

Sono ancora presenti e produttivi piedi di vite di oltre 100 anni, da cui si ricavano le marze dei nuovi vigneti, e un impianto a raggiera di fiano su piede franco di oltre cinquant’anni. L’attuale produzione della cantina si aggira intorno alle 200.000 bottiglie distribuite sulle due linee. Anno Domini 1590 è la linea che si posiziona sul mercato col prezzo più competitivo, avendo tra i canali di distribuzione anche la GDO.

Prodotta esclusivamente da uve conferite, rappresenta il 60-70% di produzione dell’azienda a seconda delle annate. Con il nome di questa linea, la cantina ha voluto sottolineare il legame storico con la città di Taurasi: al 1590 infatti risale il delitto d’onore compiuto da Carlo Gesualdo, signore di Taurasi e nipote di San Carlo Borromeo, che nello stesso anno stabilì definitivamente la sua residenza in Irpinia.

La linea Antica Hirpinia racchiude i vini top di gamma destinati a enoteche e canale Ho.Re.Ca; è prodotta dai venti ettari di proprietà dei tre soci oltre a quelli di qualche conferitore selezionato. Si aggira attorno a una produzione media di circa 10.000 bottiglie per etichetta, che vanno dalle 4000 unità del Fiano Riserva alle 15.000 del Taurasi. I vini di questa seconda linea sono stati oggetto di una degustazione, guidata dai due enologi della cantina, al rientro dal tour delle vigne organizzato dall’esperta in comunicazione Maddalena Mazzeschi.

I vini bianchi, un ventaglio dei principali vitigni irpini, convincono nell’esprimere il carattere di territorialità: iniziamo con la Coda di Volpe Irpinia Doc 2023, verticale e sapida; a seguire la Falanghina Irpinia Doc 2023, con marcati caratteri di freschezza citrina, il Fiano di Avellino Docg 2023, compatto ed elegante nei sentori di fiori di campo e miele ed il Greco di Tufo Docg 2023 che risalta il carattere salino e sentori di bergamotto.

I bianchi terminano con Desmòs, Fiano di Avellino Docg Riserva 2022, l’unico a prevedere un passaggio in barrique, opulento all’olfatto, ma strutturato e piacevole al palato. La 2023 è la prima prova per l’Aglianico Rosato Irpinia Doc che tra sentori di melagrana e mora di rovo esprime una nota acida non ancora ben bilanciata. Tra i rossi, l’Aglianico Irpinia Doc 2019, evidenzia i caratteri tipici del vitigno, ma con un tannino giovane, a tratti ancora scalpitante, nel complesso moderatamente equilibrato grazie al passaggio in legno grande da 80 ettolitri.

Il Taurasi Docg 2018, maturato esclusivamente in barrique, regala un tannino maggiormente levigato, ma non ancora perfettamente integrato. Il Taurasi Riserva Docg 2014, figlio di un’annata particolarmente piovosa, ha sentori di prugna in confettura, spezie dolci, foglia di tabacco e cenere; coerente al naso ed al palato si abbina con sorprendente piacevolezza al cremoso di cioccolato fondente con confettura di Aglianico e crema di caciocavallo che chiude il pranzo seguito al termine della degustazione.

ANTICA HIRPINIA

Contrada Lenze snc

83030 Taurasi (AV)

Picture of Ombretta Ferretto

Ombretta Ferretto

Degustatore AIS, ha lavorato 14 anni nella logistica internazionale del vino. Attualmente si occupa di ospitalità e di produzione miele e olio EVO, oltre ad essere portavoce Slowfood dei produttori Noce della Penisola Sorrentina

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