Ritorna a Imola, anche per il 2023, il Baccanale, la rassegna annuale dedicata alla cultura del cibo, ormai consolidata da oltre trent’anni, è un attesissimo evento autunnale.
Con un tema diverso ogni anno, offre un programma vario di incontri, mostre, spettacoli e degustazioni, coinvolgendo la città e il circondario imolese. Il cibo diventa protagonista, guidando percorsi culturali ed enogastronomici, promuovendo prodotti tipici e tradizioni locali. Quest’anno viene celebrato il tema “Mediterraneo“, riflettendo la diversità e la ricchezza culinaria dei paesi che si affacciano su questo mare. La dieta mediterranea, unica al mondo, è riconosciuta dall’UNESCO come Patrimonio culturale immateriale dell’Umanità.
Ospite del Baccanale, come novità di quest’anno, il format “Albana buona da matti”, un evento itinerante a cura del Consorzio Vini di Romagna e AIS Romagna, che ha come obiettivo quello di diffondere il vitigno/vino più identitario di questa regione. Degustazioni delle migliori Romagna Albana DOCG, dapprima scremate da una giuria di esperti sommelier ed enologi, e in un secondo momento votate da una giuria popolare.
Come ultimo evento si è svolto come di consuetudine il 29° Banco d’assaggio dei vini e dei prodotti agroalimentari dell’imolese che ha visto coinvolti 109 viticoltori della denominazione Colli D’Imola DOC. 20Italie era lì per voi e ha selezionato alcune bevute da mettere nel carrello degli acquisti.
Terre di Macerato – Brivo – 2021
Una delle ultime novità di Franco Dal Monte, questo taglio bordolese Merlot/Cabernet Sauvignon/Sangiovese che vede la presenza di quest’ultimo in percentuale maggioritaria (60%) e con una particolare vendemmia a scalare per centrare la perfetta maturazione di ogni grappolo. I 3 vitigni fermentano separatamente con macerazioni che arrivano ai 25/30 gg per poi essere assemblati e finire in bottiglia per almeno 1 anno.
Dall’aspetto molto invitante, merito della sua trasparenza e di un colore che vira già al carminio nonostante la gioventù. Percepiamo la fragranza di una susina rossa e l’agrumato di un’arancia sanguinella. Un vegetale che ricorda il cipresso e il sottobosco. Poche cose ma fatte bene, definizione di aromi ed eleganza. In bocca entra teso ma al contempo è un vino ricco, con un tenore alcolico non esuberante ma che comunque si fa sentire. Chiusura piacevolmente amaricante.
Palazzona di Maggio – Non ce n’è – 2021
Alberto Perdisa estrae dal cilindro questa chicca nata per caso da un piccolo appezzamento di Merlot con esposizione sud, le cui uve finiscono solitamente nell’etichetta “Dracone”. L’annata 2017, insolitamente calda, ha portato gli acini alla surmaturazione, con un primo tentativo di produzione di vino passito che ha visto poi il suo perfezionamento nel 2021, proprio l’annata che degustiamo oggi. Fermentazione in acciaio e affinamento in Tonneau da 500 litri per 8 mesi, per poi farsi un anno di bottiglia.
Il colore è qualcosa che ammalia, rosso rubino tenue con una lucentezza da catarifrangente. Naso inizialmente spinto sui terziari: acetone e ceralacca. Nelle successive olfazioni si spazia fra bacca di ginepro, rosa canina, funghi porcini e mirtilli. Questi ultimi, sono il filo conduttore col palato: è difatti una confettura di mirtilli la coccola che ti accarezza la bevuta, con un tannino perfettamente svolto e un’acidità che chiama a gran voce il sorso successivo. È proprio questa freschezza e la non-stucchevolezza a renderlo un vino molto pericoloso…
Branchini 1858 – Albana Metodo Classico – 2019
L’Albana di Marco Branchini la conosciamo molto bene, uno dei primi a sperimentare questo tipo di vinificazione sulla Regina di Romagna. Vendemmia attorno alla 3° settimana di agosto con pressatura soffice e mosto fiore che fermenta in acciaio. La 2019 è stata un’annata molto più integra della precedente e così siamo curiosi di degustare questa novità, che dopo essersi fatta 36 mesi sui lieviti è stata sboccata da appena un mese.
Il colore è un giallo molto tenue con sfumature verdoline che già ci suggeriscono una bevuta fresca e giovane. Il naso è quello varietale dell’Albana ma in una venatura altamente delicata. C’è una parte citrina preponderante che ci parla di pompelmo bianco. Un vegetale fresco di salvia e una mineralità che ricorda il sasso di fiume bagnato. In bocca il dosaggio brut permette di solleticarci una cremosità che però lascia il trono alle durezze: acidità, sapidità ma soprattutto tannino. Finale lungo per un vino veramente gastronomico che ci accende una marea di abbinamenti possibili.
Vini Giovannini – 8000 – 2022
Anche questa è una nostra vecchia conoscenza che non vedevamo l’ora di degustare col vestito del 2022. Una versione che forse si discosta un po’ dalle precedenti, ma assolutamente in chiave positiva. 8000 è un’Albana che fermenta e affina in anfore georgiane, disponibile solo in formato Magnum per un richiamo alla tradizione del “boccione di vino” che si teneva a tavola. Oro zecchino luminoso e una consistenza che suggerisce estrazione rendono il calice molto suadente. Inizialmente percepiamo una leggerissima ossidazione tutt’altro che fastidiosa, che sparisco dopo qualche rotazione per lasciare spazio a un albicocca molto matura e a frutti tropicali come melone e papaja. Il vegetale non è la classica salvia, bensì abete, cipresso, resina. Un naso floreale delicato che ricorda un fiore d’acacia, anche per la sua tendenza mielosa. In bocca entra deciso, e la frutta matura che percepivamo all’olfatto lascia il posto a frutta più fresca e fragrante. Equilibrato da subito. Persistenza da record.