Il Chianti Classico si è affermato come una delle denominazioni più premiate, con punte di eccellenza da punteggio perfetto, ma in generale il numero davvero alto è quello dei produttori che hanno ricevuto riconoscimenti dalla critica
Ormai è difficile aprire un sito o una rivista di settore che non parli di Chianti Classico. E in periodo di recensioni, si può dire che il Chianti Classico quest’anno ha fatto l’en plein.
Scorrendo la critica americana, spicca la TOP100 di Wine Spectator, dove la nostra denominazione è la più presente al mondo con ben sette referenze. La rivista nel report annuale sulla Toscana ha recensito 164 vini del Gallo Nero, con punteggi spesso altissimi (il 28% dei vini con punteggi superiori ai 95 punti è firmato Gallo Nero).
La testata Wine Advocate ha scelto una via diversa, focalizzando l’attenzione su una Unità Geografica Aggiuntiva all’anno, e stendendo report esaustivi, dedicando quello del 2023 a Lamole.
Antonio Galloni su Wine Advocate che include ben 22 vini con punteggio pari o superiore ai 95 punti, nelle tre tipologie di Chianti Classico, si esprime in maniera entusiasta sulla vendemmia 2021 e sulla qualità generale che la zona di produzione è capace di esprimere, “The wines have never been better, as evidenced by both the growing number of estates making gorgeous Chianti Classicos and the stylistic breadth those wines encompass. The 2021s in particular are some of the most exciting young wines I have tasted in more than 25 years of visiting the region”.
James Suckling, che ha firmato il primo 100/100 a vino Gallo Nero 4 anni fa, ha pubblicato nel corso dell’anno oltre 400 recensioni di vini Gallo Nero, la cui quasi totalità supera i 90 punti.
Sempre in tema 100/100, ci sono stati due vini premiati con il massimo punteggio, il Chianti Classico Gran Selezione 2019 di Monteraponi, a opera della celebre critica americana Kerin O’Keefe, e l’altro in terra italica, il Chianti Classico Gran Selezione il Poggio 2018 di Castello di Monsanto, da parte del critico Luca Gardini, curatore della Guida de L’Espresso e miglior sommelier del mondo.
Con questo volgiamo lo sguardo alla critica italiana. Altro record per il Chianti Classico, con 25 Tre Bicchieri, prima denominazione d’Italia ex aequo con il Barolo. La palma toscana va alla denominazione Chianti Classico anche secondo Doctor Wine, alias Daniele Cernilli.
Nel resto di Europa da notare oltremanica la rivista Decanter con ben due articoli, di cui uno sulla capacità di invecchiamento del Chianti Classico, mentre l’altro è un esteso report sui vini degustati durante la Chianti Classico Collection, a firma dell’Ambassador ad honorem Michaela Morris. Sulla stampa dei cugini francesi è da menzionare l’articolo sulle Unità Geografiche Aggiuntive pubblicato sulla prestigiosa Revue du Vin de France nel numero di dicembre.
Nel contempo si allarga la rosa dei critici interessati al Chianti Classico, con Sarah Heller MW per Club Oenologique, rivista patinata del buon vivere, e Audrey Frick per l’omonima testata on line di Jeb Dunnuck: lo sguardo degli USA è sempre più rivolto alle colline del Chianti Classico.
In conclusione, sono sempre di più i produttori premiati con punteggi elevati: per usare una metafora sportiva, vince la squadra. In questo caso, in maglia Gallo Nero.