Chianti Classico Collection 2024 le nostre impressioni sulla Riserva: essere o non essere non basta, bisogna crederci davvero

Abbiamo già parlato degli assaggi sulla versione Chianti Classico Annata e Gran Selezione ai seguenti link: 100 anni dalla nascita del Consorzio Vino Chianti Classico: le nostre impressioni sulla tipologia “annata” 2022 e 2021Chianti Classico Collection 2024: la Gran Selezione nel segno della continuità.

Mancavano all’appello, per concludere degnamente l’operato di 20Italie durante l’evento Chianti Classico Collection 2024 nell’ambito di Anteprime di Toscana, le valutazioni della Riserva, suddivisa nelle annate 2021 e 2020. Il panel di degustazione è stato composto dal direttore Luca Matarazzo e dai redattori Alberto Chiarenza, Ombretta Ferretto, Adriano Guerri.

La 2021 conferma, qualora ce ne fosse bisogno, tutta la sua carica fruttata e la palpabilità del tannino. <<Una vintage ancora piuttosto irruenta e spigolosa, che necessita di tanto riposo prima di comprenderne il reale potenziale>> evidenza Ombretta Ferretto. Adriano Guerri intravede comunque delle positività fornite dalle <<freschezze presenti, che rendono i campioni gradevoli nell’allungo finale e per nulla stancanti>>. Rincara la dose il redattore Alberto Chiarenza: <<la bivalenza dell’annata, dai toni a tratti rudi, a tratti morbidi e alcolici. Vini che cercano ancora il giusto bilanciamento>>.

Certamente di minor impatto palatale e meglio declinata sulle eleganze la 2020 con alcuni picchi di assoluta bellezza. <<Una sorta di canto del cigno delle sfumature più nobili del Sangiovese chiantigiano, quelle note di viola mammola e spezie sinuose che contraddistinguono i prodotti di gran parte dell’areale>> sottolinea Luca Matarazzo direttore di 20Italie. Il rovescio della medaglia potrebbe essere il prezzo pagato nei confronti della longevità, vini obbiettivamente a un ottimo stato evolutivo che vanno apprezzati già adesso per quel che sono.

Il problema non è l’essere o non essere di amletica memoria, quanto l’effettiva credibilità di una tipologia compressa tra Annata e Gran Selezione, anche nella selezione (ci perdonerete il gioco di parole) delle uve da destinare e delle pratiche di cantina per distinguersi dagli altri. Uno schema tutto interno alla Denominazione, in cui prevale al momento una sorta di tregua forzata nell’attesa di ulteriori sviluppi. La politica di “appeasement” anche in questo caso, come fu per il primo ministro Chamberlain nel secolo scorso, rischia solo di creare confusione e smarrimento.

Di seguito l’elenco dei premiati, che hanno ottenuto alla cieca un punteggio pari o superiore ai 90 centesimi.

Migliori Chianti Classico Riserva 2021

Buondonno

Castello di Vicchiomaggio – Agostino Petri

Fattoria San Giusto a Rentennano – Le Baròncole (campione da botte)

L’Erta di Radda (campione da botte)

Ottomani

Podere Castellinuzza/Paolo Coccia (campione da botte)

Ricasoli – Brolio

Migliori Chianti Classico Riserva 2020

Acquadiaccia

Borgo Salcetino – Lucarello

Casa al Vento – Foho (campione da botte)

Castello di Gabbiano

Castello di Monsanto

Cinciano

I Sodi

La Sala del Torriano

Montefioralle

Podere La Cappella – Querciolo

Rignana

San Felice – Il Grigio

Tenuta di Nozzole – La Forra

Tenute Selvolini

Vigneti La Selvanella/Melini – Vigneti La Selvanella

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Luca Matarazzo

Giornalista, appassionato di cibo e vino fin dalla culla. Una carriera da degustatore e relatore A.I.S. che ha inizio nel lontano 2012 e prosegue oggi dall’altra parte della barricata, sui banchi di assaggio, in qualità di esperto del settore. Giudice in numerosi concorsi enologici italiani ed esteri, provo amore puro verso le produzioni di nicchia e lo stile italiano imitato in tutto il mondo. Ambasciatore del Sagrantino di Montefalco per il 2021 e dell’Albana di Romagna per il 2022, nonché secondo al Master sul Vermentino, inseguo da sempre l’idea vincente di chi sa osare con un prodotto inatteso che spiazzi il palato.

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