Chardonnay “Nama” di Nals Margreid: la verticale presentata al Merano Wine Festival 2024

Al Merano Wine Festival 2024 si è svolta la Masterclass condotta da Paolo Porfidio, enologo e capo sommelier di Terrazza Gallia ( Hotel Excelsior Gallia di Milano), che ha presentato una verticale dello Chardonnay “Nama” di Nals Margreid.

La storia di Nals Margreid ha origini nel 1764, quando prese vita la Tenuta Von Campi, proprio dove ora sorge la nuova cantina. Nel 1932 nacque la cantina Nals che si unì nel 1985 alla Magrè-Niclara. Nals Margreid è una realtà cooperativa che vanta ben 138 viticoltori su 160 ettari: le vigne sono ubicate nei territori di Nalles e di Magrè, ad altitudine che variano dai 200 ai 900 metri.

I suoli sono molto diversi con calcare, gneis, porfido, ghiaia, ardesia e poi terreni sabbiosi alluvionali. Il clima è alpino, caratterizzato da estati miti e autunni freschi alle altitudini più elevate, per diventare continentale o sub mediterraneo nelle zone più vicine al corso del fiume Adige. Condizioni assolutamente ideali perché prosperino più di 20 varietà d’uva differenti.

Il progetto NaMa rappresenta sicuramente la nascita e l’evoluzione di uno chardonnay davvero unico e speciale, dove la mano sapiente dell’enologo Harald Schraffl, premiato come miglior enologo da Le Guide de L’Espresso 2023, riesce a far esprimere il terroir e l’eleganza dello chardonnay.

Durante la Masterclass Gottfried Pollinger, Ceo della cantina, ha ricordato di aver voluto come padrino per la nascita di questo vino il patron di Merano Wine Festival, Helmuth Köcher e l’evento è iniziato con un brindisi augurale. Paolo Porfidio ha illustrato le annate in degustazione con precisione, in modo chiaro e ha favorito il dialogo e le osservazioni dei presenti.

Nama Cuvée 2016 (85 % Chardonnay coltivato a Magre’, 9% Pinot Bianco e 6%  Sauvignon Blanc coltivati a Nalles) – vendemmia manuale, affinamento in acciaio e un anno in bottiglia. Bellissimo color dorato, note di frutta esotica matura, mango, pesca, burro, buona sapidità. Vino figlio di una annata calda, con importanti escursioni termiche.

Nama Cuvée 2018 (90% Chardonnay, 7% Pinot Bianco e 3 % Sauvignon) – fermentazione e affinamento in piccole botti di rovere per 18 mesi. Dopo l’assemblaggio, il vino riposa 9 mesi in acciaio e affina un altro anno in bottiglia, prima di essere messo in commercio. Profilo olfattivo che colpisce per le nuance balsamiche, poi sambuco, tamarindo, crema, pesca gialla, nocciola tostata. Fresco, elegante, sapido.

Nama 2019 – Chardonnay in purezza proveniente dalle vigne di Magrè. Dopo una pressatura soffice a grappolo intero, il mosto viene pre-chiarificato, grazie a una sedimentazione statica naturale. Fermenta e affina in piccole botti di legno di rovere nuove; sosta sui propri lieviti in acciaio per un altro anno, a cui segue un anno di riposo in bottiglia. Annata con grandi escursioni termiche: giallo dorato luminoso con riflessi verdolini, bouquet complesso che rimanda alle erbe officinali, alla ginestra, al pompelmo rosa, alla bacca di vaniglia, alla crema del burro. In bocca il sorso è pieno e avvolgente, con una bella persistenza e chiusura sulle note tostate e fruttate.

Nama 2020 – sempre Chardonnay, con medesime pratiche in vinificazione della 2019. Un vino molto equilibrato, che colpisce per i profumi di agrumi, di frutta esotica, di pietra focaia e note gentili di speziatura dolce. Annata decisamente complicata per la mutevolezza delle condizioni atmosferiche, a partire dalle prime settimane di maturazione, fino alla difficile scelta del momento della raccolta.

Nama 2021 – annata che ha beneficiato di un epoca di vendemmia più tardiva, arrivando a settembre inoltrato, in condizioni meteo ottimali. Le significative escursioni termiche hanno regalato uve bianche dal grande potenziale di dar vita a vini molto eleganti, precisi e di grande pulizia olfattiva. In questo calice si coglie una “freschezza alpina”, dove si delineano cenni di erbe del campo, salvia, acacia, biancospino, agrumi, citronella. Sono stati usati per la fermentazione in legno lieviti indigeni, a cui è seguito un periodo di 18 mesi in piccoli contenitori di legno. L’affinamento si è svolto in contenitori di acciaio. Un vino che ha davanti un lungo periodo per continuare a esprimersi sempre al meglio e capace di regalare autentiche emozioni.

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Olga Sofia Schiaffino

Medico Psichiatra, stregata da Dioniso, sommelier dal 2013,degustatore ufficiale, miglior sommelier della Liguria 2019. Recentemente ho inoltre superato il Wset level 3 a pieni voti. Blogger, comunicatrice del vino, media partner. Operatore enoturistico certificato. Ideatrice della prima guida social "I vini del Cuore". Una passione per le storie del mondo del vino che alimento con visite, degustazioni, approfondimenti e studio... e che amo raccontare con la mia "penna virtuale".

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