Champagne & Sparkling Wine World Championship

Acqui Terme (AL), 4 novembre 2022 – Il numero uno al mondo degli spumanti aromatici 2022 è ‘’Acquesi’’ Asti DOCG della cantina Cuvage: questo il verdetto del noto concorso internazionale fondato da Tom StevensonChampagne & Sparkling Wine World Championships, giunto alla sua nona edizione, la più grande e autorevole competizione al mondo dedicata agli spumanti. È in questo contesto che la cantina piemontese Cuvage ha ritirato ieri a Londra il più alto riconoscimento dedicato alla categoria degli spumanti aromatici assegnato per la terza volta ad “Acquesi” Asti DOCG della cantina Cuvage, già Campione Mondiale nel 2019 e nel 2020. Un riconoscimento per la casa spumantiera di Acqui Terme, che mantiene alta l’eccellenza di un’arte spumantiera piemontese dal 2011, espressione di un ricercato equilibrio fra storia, innovazione e tecnologia. A conferma dell’alta qualità che contraddistingue la cantina, inoltre, anche i premi Best in Class e Best Asti regional champion trophy.

Spumante della linea di prodotto “Acquesi”, che racchiude vini realizzati con Metodo Martinotti dedicati al territorio di Acqui Terme e al suo particolare terroir, “Acquesi” Asti DOCG della cantina Cuvage nasce da un’attenta selezione di uve Moscato Bianco. Un vitigno autoctono coltivato in terreni calcarei e argillosi, disposti nelle colline di Acqui fino a Cossano Belbo con picchi in vigneti della zona di Mango, che dà origine a vini morbidi, intensi, dalle sensazioni olfattive complesse. Il procedimento di spumantizzazione con il Metodo Martinotti favorisce la conservazione delle note aromatiche e fa di questo vino un bianco aromatico e dolce di grande qualità. Colore giallo paglierino delicato, con un perlage elegante e invitante, presenta un bouquet composto da miele, pesca e un tocco di agrumi. Perfetto per i brindisi delle feste, si presta ad essere gustato solo, o in abbinamento a cucine piccanti, come quella asiatica, antipasti tradizionali italiani o in accostamenti più classici come dessert e pasticceria secca. È il prodotto di punta della linea “Acquesi” e della cantina Cuvage, che anche in questa nona edizione del concorso si è distinta per un ricco medagliere, ottenendo, oltre l’oro per il Cuvage Asti DOCG “Acquesi”, anche l’argento per il Cuvage Nebbiolo d’Alba DOC Brut Rosé metodo classico 2018, in formato standard e magnum. Ma non è tutto, durante la cerimonia sono stati consegnati altri due importanti premi per ‘’Acquesi’’: il Best in Class e il Best Asti regional champion trophy. Per il sesto anno, i vini dell’azienda spumantiera piemontese sono stati degustati e premiati dal massimo esperto al mondo in materia di champagne e spumanti, Tom Stevenson, annoverando la cantina piemontese nel gotha delle aziende produttrici di spumanti secondo un team di massimi esperti tra cui Essi Avellan MW e George Markus.

La Casa Spumantiera piemontese Cuvage, fondata nel 2011 ad Acqui Terme, interpreta in chiave moderna l’antica tradizione spumantistica nata in Piemonte nel 1895. Due le linee che rappresentano l’eccellenza dei grandi spumanti italiani: Cuvage Metodo Classico e la Linea di territorio “Acquesi” a Metodo Martinotti, espressione di un terroir unico nel suo genere. Cuvage traspone nella originale crasi del nome tra Cuvée e Perlage la competenza, la passione e la tradizione che caratterizzano il sapiente assemblaggio delle cuvée in un passaggio enologico determinante per raggiungere quel piacere del gusto espresso dal perlage.

Cuvage è un’azienda di Argea, il più importante gruppo vinicolo privato italiano che aggrega e valorizza un complesso di cantine e filiere territoriali di otto regioni italiane, sintesi di tradizione e innovazione, raccontando l’autenticità e la cultura dei terroir ad alta vocazione vinicola in cui si trovano. Una realtà in continua evoluzione che propone ai consumatori di tutto il mondo uno straordinario “viaggio in Italia” attraverso il vino e i grandi vitigni che interpretano la ricchezza del sistema vitivinicolo nazionale.

Svelata la nona Cuvée da sogno di Hans Terzer

APPIUS 2018, la danza aromatica nel calice dei più preziosi vitigni a bacca bianca di San Michele Appiano. Svelata la nona Cuvée da sogno del winemaker Hans Terzer in occasione di Merano WineFestival.


La Cantina San Michele Appiano ha presentato la nona edizione del vino da sogno di Hans Terzer, in occasione del 31° Merano WineFestival, oggi al via ufficiale. La cuvée di vini bianchi, creata con selezioni personalmente individuate dal winemaker dell’azienda vitivinicola leader in Alto Adige, rappresenta il meglio dell’annata 2018, climaticamente caratterizzata da un buon andamento e da un ciclo vegetativo leggermente anticipato. Un vino stilisticamente in linea con le edizioni precedenti, dritto e preciso, votato alla longevità.Si è svolta ieri alla Cantina San Michele Appiano la presentazione ufficiale della nona edizione di APPIUS, il vino da sogno del winemaker Hans Terzer. A un passo dal decennale, il massimo capolavoro della Cantina leader in Alto Adige svela il meglio dell’annata 2018, annata caratterizzata da un buon andamento climatico, con un ciclo vegetativo leggermente anticipato. Frutto del meticoloso lavoro di selezione, in fase di raccolta delle uve e di assemblaggio, APPIUS 2018 dimostra un profilo lineare, dritto e preciso, con una composizione in cui predomina la varietà dello Chardonnay (52%) a cui si aggiungono il Pinot grigio (20%), il Pinot bianco (15%) ed il Sauvignon blanc (13%).
Dal colore luminoso, giallo-verdognolo con riflessi verde malachite, APPIUS 2018 al naso ha un impatto energico ed eloquente: dapprima frutta esotica matura (banana, melone, mango), riconducibile allo Chardonnay, poi frutti a polpa bianca (pera Williams, pesca, mela renetta, ribes bianco, uva spina) che palesano i ruoli di Pinot Bianco e Grigio. Presente il versante agrumato, riconducibile al pomelo, con la sua caratteristica nota piccantina ed una nota di legno di cedro che lascia spazio sul finale a sentori di miele di acacia e lavanda. Al palato la considerevole acidità, tratto essenziale e distintivo che dona freschezza e bevibilità al vino APPIUS e la modulazione sapida, altra peculiarità gustativa, incontrano il sostegno di un’ottima alcolicità. Il retrogusto rivela una nota di clorofilla, rivelatrice del quarto vitigno della cuvée, il Sauvignon e gli aromi terziari del legno: cioccolata bianca e un po’ di vaniglia, che si fondono con un fruttato di bacche di sambuco. APPIUS 2018 racconta la mano e lo stile delle annate precedenti, con la ricerca puntigliosa dell’eleganza e dell’armonia delle proporzioni, un vino votato alla longevità, dal profilo lineare, diretto e preciso.


 
APPIUS, il cui nome è radice storica e romana del nome Appiano, è nato nove anni fa con l’annata 2010, a cui sono seguite la 2011, 2012, 2013, 2014, 2015, 2016 e 2017. Il progetto vuole realizzare anno dopo anno un vino capace di rispecchiare il millesimo e di esprimere la creatività e la sensibilità del suo autore, Hans Terzer. Anche il design della bottiglia e la sua etichetta sono reinterpretati. Lo scopo è di concepire una “wine collection” capace di appassionare gli amanti del vino di tutto il mondo. L’etichetta della nona edizione di APPIUS rappresenta il millesimo 2018 con un’armonica danza senza tempo tra i vitigni a bacca bianca più preziosi della Cantina San Michele Appiano, che, unendosi nel calice, diventano oro da assaporare. L’immagine permette sempre una libera interpretazione, affinché ogni wine lovers possa averne un’intima ispirazione. Come per le altre annate, anche questa edizione di APPIUS è limitata.

Opera Wine 2023, le 130 aziende selezionate

Venti regioni, 130 produttori e altrettanti vini icona: rossi bianchi, rosé e spumanti a rappresentare il meglio del made in Italy enologico per il mercato estero, a partire da quello americano.


Vinitaly e Wine Spectator hanno svelato ieri al wine 2 wine di Verona fiere la nuova ambita selezione di Operawine 2023, realizzata in collaborazione con la più prestigiosa rivista americana di settore.
I 130 campioni del vino italiano saranno protagonisti il prossimo 1° aprile al super tasting di Operawine, con la consueta vernice dell’evento bandiera del vino italiano (2-5 aprile).


Sono 10 i nuovi ingressi rispetto alla selezione del 2022; tra le presenze regionali domina ancora la Toscana (35 aziende selezionate), seguita a distanza dall’altra rossista Piemonte (19) e dal Veneto, con 17 aziende. Giù dal podio, ma in buona crescita, due regioni del Mezzogiorno – Sicilia (10) e Campania (8) – in una presenza che a livello di macroaree vede il Nord con 57 imprese, il Centro con 44 e il Sud con 29.  Wine Spectator è una delle poche riviste in grado di determinare un’importante influenza sui consumatori nei mercati di riferimento.
Negli Usa è considerata un’autentica guida al lifestyle enologico per un mercato che da tempo rappresenta lo sbocco principale delle esportazioni di vino, a partire da quello italiano che con circa 2,3 miliardi di euro a valore registrati nel 2021 rappresenta quasi 1/3 delle importazioni statunitensi. Quest’anno, grazie al dollaro forte, la domanda americana ha sinora sofferto meno di altri il surplus dei costi a causa dell’inflazione: a tutto settembre (secondo l’Osservatorio Uiv/Vinitaly) le importazioni di bollicine italiane sono ancora in terreno positivo (+6% in volume e +8 in valore) mentre è in calo la domanda dei vini fermi tricolore (-7,2% in volume e -1,3% in valore).
Il matching tra le griffe selezionate e i vini di riferimento protagonisti Operawine 2033 sarà reso noto in sede di avvicinamento al prossimo Vinitaly.

PRODUTTORI DI OPERAWINE 2023Le aziende selezionate da Wine Spectator per l’edizione di quest’anno sono 130 (come nel 2022, contro i 186 del 2021, edizione speciale per il decimo anniversario, 103 del 2019 e 107 del 2018).
L’elenco completo è riportato di seguito.

AbruzzoMasciarelli
Basilicatad’Angelo
BasilicataElena Fucci
BasilicataGrifalco della Lucania
CalabriaLibrandi
CampaniaMastroberardino
CampaniaFeudi di San Gregorio
CampaniaQuintodecimo
CampaniaMontevetrano
CampaniaSan Salvatore
CampaniaColli di Lapio
CampaniaTerredora di Paolo
CampaniaSalvatore Molettieri
Emilia-RomagnaTenuta Pederzana
Friuli/Venezia-GiuliaVie di Romans
Friuli/Venezia-GiuliaMarco Felluga
Friuli/Venezia-GiuliaBastianich
Friuli/Venezia-GiuliaLivio Felluga
Friuli/Venezia-GiuliaGravner
Friuli/Venezia-GiuliaJermann
LazioFamiglia Cotarella
LiguriaCantine Lunae Bosoni
LombardiaGuido Berlucchi
LombardiaCa’ del Bosco
LombardiaConte Vistarino
LombardiaNino Negri
LombardiaBellavista
LombardiaArpepe
LombardiaRainoldi
MarcheUmani Ronchi
MarcheGarofoli
MarcheBisci
MoliseCatabbo
PiemonteProduttori del Barbaresco
PiemontePio Cesare
PiemonteCavallotto
PiemonteGiacomo Borgogno & Figli
PiemonteVietti
PiemontePaolo Scavino
PiemonteAldo Conterno
PiemonteMarchesi di Barolo
PiemonteMassolino
PiemonteElvio Cogno
PiemonteG.B. Burlotto
PiemonteG.D. Vajra
PiemonteOddero
PiemontePecchenino
PiemonteRenato Ratti
PiemonteGiuseppe Mascarello & Figlio
PiemonteFalletto di Bruno Giacosa
PiemonteLuciano Sandrone
PiemonteRoagna
PugliaTormaresca (Antinori)
PugliaMasseria Li Veli
PugliaLeone de Castris
SardegnaAgricola Punica
SardegnaArgiolas
SiciliaCusumano
SiciliaF. Tornatore
SiciliaPlaneta
SiciliaMorgante
SiciliaDonnafugata
SiciliaTasca d’Almerita
SiciliaFeudo Montoni
SiciliaBenanti
SiciliaTenuta delle Terre Nere
SiciliaGraci
Trentino-Alto AdigeCantina Nals Margreid
Trentino-Alto AdigeElena Walch
Trentino-Alto AdigeCantina Terlano
Trentino-Alto AdigeFerrari
Trentino-Alto AdigeTenuta San Leonardo
ToscanaTenuta San Guido
ToscanaTenuta Sette Ponti (Feudo Maccari)
ToscanaOrnellaia
ToscanaSan Filippo
ToscanaCastello Banfi
ToscanaSiro Pacenti
ToscanaBiondi-Santi
ToscanaCasanova di Neri
ToscanaIl Poggione
ToscanaPoggerino
ToscanaBarone Ricasoli
ToscanaRocca delle Macìe
ToscanaIstine
ToscanaSan Felice
ToscanaLamole di Lamole
ToscanaSan Giusto a Rentennano
ToscanaTenuta di Trinoro (Passopisciaro)
ToscanaVecchie Terre di Montefili
ToscanaLe Macchiole
ToscanaMazzei (Castello di Fonterutoli)
ToscanaPetrolo
ToscanaAltesino
ToscanaCanalicchio di Sopra
ToscanaCarpineto
ToscanaCastello di Monsanto
ToscanaCastello di Volpaia
ToscanaMarchesi de’ Frescobaldi
ToscanaValdicava
ToscanaBoscarelli
ToscanaCastellare di Castellina (Rocca di Frassinello & Feudi del Pisciotto)
ToscanaFattoria di Fèlsina
ToscanaFontodi
ToscanaCastello di Albola
ToscanaCastello di Ama
ToscanaRocca di Montegrossi
UmbriaScacciadiavoli
UmbriaTabarrini
UmbriaArnaldo Caprai
UmbriaLungarotti
UmbriaAntinori /Castello della Sala
Valle d’AostaLes Crêtes
VenetoRomano Dal Forno
VenetoTommasi (Paternoster)
VenetoMasi
VenetoTommaso Bussola
VenetoZenato
VenetoTedeschi
VenetoAllegrini
VenetoMonte del Frà
VenetoGini
VenetoLeonildo Pieropan
VenetoPrà
VenetoRoberto Anselmi
VenetoSuavia
VenetoBertani
VenetoZymè
VenetoMasottina
VenetoNino Franco

Sono 10 le aziende che parteciperanno per la prima volta a OperaWine:

  1. Colli di Lapio
  2. San Salvatore
  3. Conte Vistarino
  4. Masottina
  5. Giacomo Borgogno & Figli
  6. Feudo Montoni
  7. Cantina Nals Margreid
  8. Lamole di Lamole
  9. Vecchie Terre di Montefili
  10. Monte del Frà

Vincenzo Mercurio, miglior enologo d’Italia 2022

Oscar del vino 2022 ” premio Giacomo Tachis” assegnato da Bibenda e Fis al professionista Campano. Il 3 dicembre la cerimonia di Premiazione a Roma.
Winemaker ed enologo consulente con oltre 25 anni di esperienza alle spalle, Vincenzo Mercurio si è formato in Italia e all’estero, in particolare in Francia. Sono sempre di più le aziende italiane che scelgono di avvalersi della sua consulenza.


In Campania, Lazio, Basilicata, Calabria, Molise, Puglia, Friuli-Venezia Giulia, Toscana, Veneto, Sardegna, Umbria, Sicilia, Mercurio porta con sé quella che ormai è diventata una filosofia da applicare all’intero processo produttivo, dalla vigna alla bottiglia: “Con i produttori confeziono emozioni, racconti della loro vita, del territorio e della storia che li ha generati – spiega Mercurio -e non posso che essere estremamente felice e orgoglioso di ricevere questo riconoscimento, che considero un punto di partenza e non di arrivo, e che rappresenta la conferma di come la strada intrapresa sia quella giusta”.
Alla base una costante formazione, sia accademica che sul campo“Solo conoscendo bene la materia dal punto di vista scientifico è possibile lavorare con cognizione di causa – spiega Mercurio –. Il vino si fa in vigna ma è indispensabile essere maniacalmente attenti in cantina in tutte le fasi. Personalmente non credo nell’importanza di avere uno stile enologico riconoscibile, non amo che si senta l’influenza del mio lavoro, ma punto tutto sulla capacità di ottenere vini in grado di raccontare il vitigno, il territorio e il produttore. I protocolli per realizzare una vinificazione devono essere come un abito su misura, e quelli prodotti con il mio metodo sono sempre vini dotati di personalità ed identità propria”. Nel futuro di Vincenzo Mercurio c’è soprattutto la sostenibilità ambientale. “Attraverso studi e viaggi in zone come l’Austria, la Svizzera, dove c’è una cultura diffusa sull’argomento, sto lavorando ad un metodo da condividere con tutti i produttori che sognano un mondo migliore da lasciare alle future generazioni. Non posso nascondere l’emozione e la soddisfazione per l’assegnazione dell’Oscar del Vino 2022 come Miglior Enologo Italiano – conclude Mercurio -. Anche se il riconoscimento è alla persona, lo condivido con quanti hanno creduto in me sposando la mia filosofia, per la quale il vino non è solo un prodotto ma un progetto di vita. Voglio ringraziare le aziende vitivinicole ed il team di collaboratori delle Ali di Mercurio, che ho formato e che mi supporta, e la mia famiglia, che condivide quotidianamente le gioie e i tanti sacrifici. Con questo ambito e prestigioso riconoscimento, più sicuro di prima, continuerò il mio cammino tra le vigne, passo dopo passo, accanto ai produttori. Ringrazio Franco Maria Ricci, Bibenda e la Fondazione Italiana Sommelier per aver creduto nel mio lavoro”.

Renaissance nella Top 100 di Wine Spectator 2022

Il Barolo del Comune di Serralunga d’Alba 2018 è il primo Barolo della classifica tra i venti vini italiani premiati. Grande traguardo per Fontanafredda che con il suo vino più iconico, prima menzione comunale al mondo, dal 1988, il Barolo del comune di Serralunga d’Alba 2018 Renaissance, conquista il 78° posto tra i Top 100 vini di Wine Spectator 2022. Sono venti in tutto i vini italiani premiati dalla rivista americana tra le più influenti nel mondo del vino, che ogni anno seleziona i migliori 100 tra i vini recensiti negli ultimi 12 mesi. Il “Barolo della Speranza” di Fontanafredda compare, inoltre, come primo Barolo inserito nella graduatoria.  Il Barolo del Comune di Serralunga d’Alba 2018 Renaissance, il vino più rappresentativo di Fontanafredda, si aggiudica il 78° posto nella classifica dei 100 migliori vini del mondo di Wine Spectator 2022 ed è il primo Barolo a comparire nella graduatoria. Un grande traguardo sancito da una delle riviste americane più importanti e influenti del settore, che, ogni anno, premia cantine, regioni e annate, dopo un’attenta selezione dei Top 100 tra i vini recensiti negli ultimi 12 mesi in base a qualità, valore, disponibilità ed eccellenza. 


Prima menzione comunale al mondo, dal 1988, il Barolo del Comune di Serralunga d’Alba 2018 Renaissance, “il Barolo della Speranza”, è stato presentato lo scorso 21 marzo, in occasione dei 30 anni di Fontanafredda. Un Barolo identitario, che unisce la potenza del terroir di Serralunga d’Alba e l’eleganza stilistica di Fontanafredda, in un connubio riconosciuto dalla critica nazionale e internazionale. Floreale, balsamico, vibrante, fresco e dopo 30 anni anche Biologico, il Barolo del Comune di Serralunga d’Alba 2018 Renaissance al naso presenta una bellissima florealità con un profumo netto e intenso, in bocca è morbido, setoso con un tannino vibrante.
Questa è una bella espressione di sapori di ciliegia, rosa e minerali, con freschezza e purezza. Mostra una solida base di tannini densi ma raffinati. Finale lungo. Il meglio dal 2025 al 2042.”
Lo descrive così Bruce Sanderson, Senior Editor di Wine Spectator e degustatore per l’Italia
 


Il Barolo del Comune di Serralunga d’Alba 2018 Renaissance è il primo di una collezione che, ogni anno per 10 anni, celebrerà i 10 sentimenti che nella storia della civiltà hanno dato origine alle rinascite collettive. Un progetto volto a risvegliare lo spirito critico con il contributo di grandi scrittori e illustratori italiani stimolando riflessioni sui sentimenti per una nuova umanità. La cura del sentimento della Speranza è stata affidata al pluripremiato scrittore contemporaneo Marco Missiroli, con la monografia dal titolo: 12, gli umani potrebbero chiamarla Speranza, ed Elisa Talentino, giovane illustratrice e pittrice piemontese riconosciuta a livello internazionale, che, attraverso la libertà di una Cocorita Blu ci racconta la speranza.
Cresce l’attesa per l’uscita a marzo 2023 dell’annata 2019, seconda edizione del progetto Renaissance, dedicata al sentimento della Fiducia, già disponibile in anteprima sul sito di Fontanafredda ad un prezzo esclusivo per tutti gli appassionati.

Road to Vinitaly 2023: Fattoria di Montemaggio

Esistono luoghi dove il cambiamento climatico non è visto come un nemico. Posti unici nel panorama ampelografico italiano così diversificato e ricco, a modo suo, di innumerevoli espressioni. Non è da meno la denominazione Chianti Classico con le UGA (Unità Geografiche Aggiuntive) realmente efficaci ad individuare le particolarità di terreni e clima in un fazzoletto di qualche migliaio d’ettari. Valeria Zavadnikova può trovare sollievo dalle ansie di quanto sta accadendo in Ucraina pensando alle splendide vedute delle colline toscane ed ai vini eleganti ed austeri prodotti nella sua Fattoria di Montemaggio.

La fortuna di Valeria fu quella di incontrare lungo il percorso l’agronomo Ilaria Anichini, che ha dedicato anima e corpo alla continuazione del progetto svolgendo un ruolo difficile da vero factotum all’interno dell’organigramma. Dopo la laurea presso l’Università di Agraria di Firenze, Ilaria ha lavorato in aziende vinicole all’estero in Australia e Bordeaux, tuttavia ha sempre sognato di tornare nel Chianti e di dirigere la squadra in una piccola tenuta. La vera anima è da sempre la Anichini con il proprio stile inconfondibile nel creare prodotti “confortevoli” all’assaggio, anche a costo di attendere qualche istante in più prima di vederli in commercio.

Un ambiente meraviglioso e fortemente vocato, uno dei tanti di cui si compone l’areale. Galestro ed alberese dominano sulle altre matrici, con esposizioni a sud ovest per adeguare le varietà a bacca rossa verso perfette maturazioni polifenoliche in regola con quelle zuccherine. Siamo pur sempre a 450 metri sul livello del mare. Passione anche per il Pugnitello, vitigno storico riscoperto di recente e prodotto in purezza solo da poche cantine. Otto ettari vitati su complessivi 80 per circa 30 mila bottiglie prodotte ogni anno.

La cantina racconta di processi artigianali eseguiti con il minimo intervento dell’uomo. Nessun lievito selezionato ed utilizzo di botti grandi per evitare ridondanze legnose a discapito delle delicate sensazioni floreali e fruttate, marchio celebre dei vini di Radda in Chianti. Due donne volitive al comando e non è un caso che l’immagine e il logo siano rappresentati proprio da una giovane etrusca con un cesto d’uva in testa. Marina Zimoglyad ha avuto l’idea e si è ispirata al dipinto realizzato dal marito Andrey Remnev, noto e apprezzato pittore russo.

Ciò che distingue i vini di Fattoria di Montemaggio è la serbevolezza nata dall’esigenza di attendere la miglior veste, divenuta un punto vincente considerando l’elevato impegno economico nello stoccare annate diverse senza monetizzare rapidamente. Capire, a volte, di aspettare quando bisogna aspettare senza compromessi al ribasso, significa evitare di danneggiare l’intera comunità vitivinicola.

Chianti Classico 2015 – quando in vendita si trova la 2020 qui le lancette si sono fermate ad un lustro fa alla calda e potente 2015. Acidità vibrante di arancia tarocca e parte balsamica sul finale di bocca. Si incunea una scia sapida data da tannini saporiti e ben integrati che rende dinamiche note molto dense e caloriche. Un gastronomico esempio di Chianti Classico d’annata.

Chianti Classico Riserva 2014 – che la 2014 fosse complicata lo si rammenta per un’estate fredda e piovosa dove il sole giocava a nascondino. Quei pochi “folli” che hanno rischiato sembrano aver vinto sullo scetticismo generale. Di sicuro non saranno espressioni memorabili e di ampia prospettiva, ma le nuance delicate e gioviali aiutano, eccome se aiutano! Ciliegie mature, pepe nero in grani e sensazioni iodate su chiusura da affumicature di brace. Delizioso e immediato.

Chianti Classico Gran Selezione 2013 “Alberello” – manto di fiori rossi con attacco di frutta macerata al sapore di amarene e tamarindo. Progressione succosa tra sottobosco e chinotto, tanta estrazione di ottima qualità. Il miglior campione di giornata, dal futuro ancora lunghissimo.

Quinta Essentia 2015 – non poteva mancare una piccola digressione in chiave Supertuscan con un blend di Sangiovese e Merlot. Un ragazzo che sogna di raggiungere la piena maturità con tanto riposo in bottiglia. Eppure la godibilità identitaria per la tipologia lo rende un perfetto esempio di quanto possa raccontare la corretta integrazione tra il principe degli autoctoni toscani e gli internazionali divenuti italiani a tutti gli effetti. Sarà forse una coincidenza?

Vino Nobile di Montepulciano: The History Teller

Il Vino Nobile di Montepulciano cambia la sua veste grafica, nell’attesa della nuova tipologia “Pieve” prevista per il 2024. Una celebrazione itinerante promossa dal Consorzio del Vino Nobile di Montepulciano a nome del Presidente Andrea Rossi, abile mediatore delle diverse anime di un areale ricco di storia e differenti vedute stilistiche. Abbiamo ascoltato, al ristorante L’ebbrezza di Teonilla a Napoli l’11 ottobre scorso, un sincero resoconto dei punti di forza e di qualche criticità vissuta dall’intero comparto, che sembrano finalmente risolte di fronte alle impegnative sfide del futuro. Mancherebbero ulteriori investimenti economici sul territorio ed un aggiornamento delle pratiche agronomiche a supporto dell’evidente cambiamento climatico per completare il quadro, ma c’è tanto fermento positivo. Obblighi comunque impellenti per compensare quel gap residuo con le altre Denominazioni celebri della Toscana. Non dimentichiamo, in fin dei conti, che parliamo pur sempre della prima Docg certificata nel 1980 per un vino rosso. Interessante, infine, l’istituzione di Commissioni per la qualità, produzione e sostenibilità, con un confronto vivo tra le vecchie generazioni e le giovani leve inserite d’obbligo nel processo formativo. Una vera rivoluzione rispetto al passato. 

Diamo alcuni numeri a supporto: il controvalore del patrimonio complessivo è di un miliardo di euro circa, tra valori rurali, fatturato e produzione. Ciò pur in presenza di una superficie vitata ridotta di appena 1.210 ettari iscritti a Vino Nobile di Montepulciano Docg e 305 iscritti a Rosso di Montepulciano Doc. Oltre 250 viticoltori (circa 90 imbottigliatori) a contendersi un “fazzoletto di terra” dai contorni bellissimi posto sulle meravigliose colline toscane. Nel 2021 sono state immesse nel mercato 6,8 milioni di bottiglie di Vino Nobile (+21,4% rispetto al 2020) e 2,6 milioni di Rosso di Montepulciano (+6,4% rispetto al 2020), con un incremento significativo del mercato interno. Continua la tendenza di crescita degli ultimi anni per la vendita diretta in azienda che ha raggiunto il 30%. Per quanto riguarda l’estero, il vero tasto dolente di un corretto posizionamento di mercato, si assiste ad una torta divisa a metà tra Europa e paesi extra Ue. La Germania continua ad essere il primo mercato del Nobile con il 39% della quota esportazioni. Il secondo Paese di riferimento è quello degli Stati Uniti arrivando a rappresentare il 26% dell’export del Vino Nobile di Montepulciano (+4% rispetto al 2019). Successo anche per i mercati asiatici, balcanici ed extra Ue con oltre il 4% delle esportazioni. Le indiscrezioni di una revisione al rialzo (più che dovuta per la qualità complessiva offerta) dei prezzi e delle proposte di vendita della selezione “Pieve” non possono che indurci ad un cauto ottimismo per vedere invertito un trend ribassista che aveva penalizzato sin qui l’areale.

La menzione “Pieve” (attualmente il disciplinare prevede Vino Nobile di Montepulciano e Vino Nobile di Montepulciano Riserva), nasce da un percorso metodologico che ha visto il consenso e la partecipazione di tutte le aziende produttrici. Un percorso di studio della denominazione stessa, che grazie a momenti di incontro, confronto e di analisi collettiva, ha portato alla nascita di una “visione” univoca di Vino Nobile di Montepulciano. Una visione supportata dalla ricerca anche degli esperti, approfondita dalla zonazione e da ricerche nelle biblioteche ed archivi storici, fino ad arrivare al Catasto Leopoldino del 1800. Un vino che avrà come caratteristiche il territorio (con 12 sottozone UGA), l’uvaggio che sarà legato al Sangiovese e ai soli vitigni autoctoni complementari ammessi dal disciplinare con uve esclusivamente prodotte dall’azienda imbottigliatrice. L’altra novità è che verrà istituita una commissione interna al Consorzio composta da enologi e tecnici la quale avrà il compito di valutare, prima dei passaggi previsti dalla normativa, che le caratteristiche corrispondano al disciplinare stesso.

E veniamo ad un momento più spensierato del discorso, quello del personale miglior assaggio di serata. Se lo aggiudica la Cantina Chiacchiera, piacevole scoperta per il sottoscritto, che ha saputo dare identità e carattere al suo Vino Nobile di Montepulciano 2019. Giovane realtà con vigne a Cervognano, zona vocatissima, gestita dal 2010 dalla famiglia di Emanuela Mancianti. Piccolo saldo di Canaiolo e Mammolo con vigne di età compresa tra 15 e 40 anni. Fermentazioni tra cemento ed acciaio e successivo affinamento in contenitori di medie dimensioni. “Delicatezza” il suo soprannome, soffusa tra essenze di ciliegia matura e fiori di glicine e violetta. Un tannino cesellato come dall’abile mano di uno scalpellino. Appetitoso come il piatto proposto in abbinamento: mezzemaniche al ragù di maiale nero con zucca e pecorino bagnolese leggermente piccante. La cucina di Luca, Dario ed Antonio de L’ebbrezza di Teonilla sa unire gusto e prodotti di alta gamma, sostanza e classe al tempo stesso. Il piacevole ricordo di una serata di gloria per il Vino Nobile di Montepulciano. Un ringraziamento finale va a Stefano Carboni di Mg Logos Roma per l’organizzazione e la comunicazione.

La Rinascita incomincia dalla Speranza

Sabato 10 settembre Fontanafredda ha accolto più di 7000 presenze durante l’intera giornata.
Un successo determinato da esperienze culinarie, divertimento, cultura e musica che hanno coinvolto un pubblico variegato, dai winelovers alle famiglie.

Un’edizione all’insegna dell’eccellenza quella della Festa Della Vendemmia 2022 – La Rinascita incomincia dalla Speranza che ha celebrato il periodo più importante dell’anno con un ricco palinsesto di eventi di qualità. Più di 7000 presenze durante l’intera giornata; 1100 bottiglie di vino stappate; 600 kg di uva pigiata; più di 300 bambini coinvolti nelle attività di intrattenimento; 350 partecipanti alle visite nelle cantine storiche; 8 aree musica, 2 tour in bike nei vigneti. Questi i numeri di un programma che ha coinvolto i più affascinanti scorci di Fontanafredda.
Un susseguirsi di momenti dedicati al mondo del vino con visite alle cantina storiche e ai vigneti, all’alta cucina con “Degustando”, “Wood Truck”; occasione per far conoscere le eccellenze enologiche di Fontanafredda, l’alta cucina di Ugo Alciati, nonché visitare alcuni luoghi storici e significativi di questa realtà.

street food di “Bello & Buono” e Osteria Disguido, ma anche eventi di intrattenimento per tutte le età, tanta musica e spettacoli di giocoleria.

Otto aree musicali dedicate a esibizioni live, come i Finley, e dj set hanno arricchito un folto programma di spettacoli, cultura e gusto. Sono state 1100 le bottiglie di vino stappate per brindare alla vendemmia e 600 i kg di uva pigiata, nell’augurio di una grande nuova annata in arrivo.

A deliziare gli ospiti del Villaggio Narrante, 10 piatti accompagnati da specialità del territorio, grandi vini e cocktail, preparati dagli chef della nuova edizione di “Degustando”, evento in collaborazione con To Be Events: Giuseppe Lo Presti (Osteria Arborina), Ugo Alciati (Guido ristorante), Andrea Larossa (Ristorante Larossa), Francesco Marchese (FRE), Walter Ferretto (Il Cascinale nuovo), Emin Haziri (Cannavacciuolo Bistrot Torino), Antonio Romano (Spazio 7*), Stefano Sforza (Opera), Alfonso Russo (Ventuno.1) e Enzo Barillà (Eragoffi).

La selezione dei vini è stata curata da Fontanafredda, con bianchi, grandi rossi e bollicine. Oltre ai piatti, è stato possibile degustare le eccellenze gastronomiche di produttori come Pariani, La Perla di Torino e molti altri, tra salumi, formaggi, lievitati, dolci e gelati. Il tutto accompagnato dalla musica di intrattenimento DJ set.


Per i più piccoli si sono svolti gli spettacoli itineranti e di giocoleria dei fratelli Ochner, a seguire musica live e Dj Set Braontherocks. Il momento più atteso è stato l’esibizione della band Finley a partire dalle 21.30 sul grande palco del Lago. Presenti anche Vincenzo Scalabrino, il duo Dodo & Charlie e Madj che hanno animato l’area dei “Wood Truck” con cibo di strada all’ombra degli alberi secolari by Antignano Prodotto Tipico con i suoi tajarin all’uovo, Baladin con gustosi hamburger e pizza alla pala romana, Coj La Colomba con piatti tipici della tradizione piemontese e i dolci di Salute.

Grande successo per la visita ai vigneti by FPT Industrial con le bici di Webike durante la quale sono stati svelati tutti i segreti di una vendemmia a emissioni ridotte, grazie al trattore New Holland con motore FPT alimentato a biometano. E poi, le visite guidate alle cantine ottocentesche dalle 12.00 alle 18.00, il mercatino dell’artigianato e gli spettacoli per bambini di Daniela Febino. È stato possibile, inoltre, incontrare i Partner del Rinascimento Verde, che accompagnano Fontanafredda nel percorso della sostenibilità: oltre a FPT Industrial, anche Nomacorc con i primi tappi da vino al mondo realizzati utilizzando plastica riciclata, quelli della serie Nomacorc Blue line di Vinventions, insieme a quelli della Green line, a zero impatto di CO2 e derivati dalla canna da zucchero. Partner ormai consolidati della Festa anche Unipol Sai e VH Italia. Oltre al vino non sono mancati i cocktail di To be Events e le birre artigianali del birrificio Baladin.

La Festa della Vendemmia è una tradizione che Fontanafredda, ogni anno, reinterpreta in chiave moderna e sostenibile, in linea con la filosofia che contraddistingue il progetto del Rinascimento Verde. Quest’anno, inoltre, in occasione dei 30 anni dalla nascita del primo Barolo del Comune di Serralunga d’Alba, Fontanafredda si è fatta promotrice di un’iniziativa volta ad istituire la prima giornata mondiale per valorizzare questa denominazione comunale, il Serralunga Day, in data 9 settembre, che ha visto la partecipazione dei produttori della denominazione del Barolo del Comune di Serralunga d’Alba ed è stata rivolta ai media di settore, tra giornalisti specializzati e wine influencer.

I Piaceri del Gusto” dedicata alle eccellenze vitivinicole

Helmuth Köcher firma la rubrica dedicata alle eccellenze vitivinicole, italiane e nel mondo, del mensile “I Piaceri del Gusto” in edicola domani 22 settembre e allegato a La Stampa, La Repubblica, Gazzetta di Mantova e La Provincia Pavese.
Ogni mese un approfondimento destinato a una regione in cui The WineHunter, Helmuth Köcher, racconta il territorio, la vocazione enologica e le tradizioni alla base di una produzione vinicola d’eccellenza; un focus completato dalla scelta di tre vini degustati e selezionati personalmente. La prima uscita nel numero in edicola domani 22 settembre.
Un appuntamento mensile con Helmuth Köcher, The WineHunter e presidente dell’evento glamour nel panorama enogastronomico Merano WineFestival, nato dalla collaborazione tra il critico enogastronomico e l’inserto del Gruppo Gedi “I Piaceri del Gusto” diretto da Luca Ferrua e coordinato da Antonio Scuteri.


La rubrica si intitola “Sostiene Helmuth” ed è rivolta ai lettori wine lovers, e non solo, ai quali il meranese Helmuth Köcher presenta il mondo del vino con il racconto del panorama vinicolo, nazionale e internazionale, attraverso un viaggio per le regioni più vocate alla produzione del vino. Un excursus dedicato alle eccellenze enologiche, e che arricchisce il viaggio enogastromico del progetto editoriale Il Gusto attraverso le suggestioni di una tra le figure più autorevoli in campo enologico.
Nel numero de “I Piaceri del Gusto”, in edicola domani 22 settembre con i quotidiani la Repubblica, la Stampa, la Provincia Pavese e la Gazzetta di Mantova, The WineHunter inaugura “Sostiene Helmuth” con un intervento dedicato al mondo vinicolo della regione Abruzzo. Una completa panoramica sulla zona vinicola e la sua produzione d’eccellenza che, tra i principali vitigni, annovera da sempre Montepulciano d’Abruzzo, Trebbiano e Pecorino. Il focus è seguito dalla descrizione di tre vini degustati e selezionati personalmente da Köcher nel suo percorso di ricerca dell’eccellenza che ogni anno culmina con la manifestazione Merano WineFestival, quest’anno in scena dal 4 all’8 novembre 2022, tra le più importanti rassegne wine & food d’Italia.

Vendemmia 2022, Conegliano Valdobbiadene.

La Farra: uve Glera di assoluta qualità da cui provengono le selezioni per il Valdobbiadene DOCG.
Vendemmia 2022, La Farra: raccolta di uve Glera di assoluta qualità nell’area centrale della zona di Conegliano Valdobbiadene dalla quale provengono le selezioni per la produzione del Valdobbiadene DOCG. Nonostante il 2022 sia stato un anno duramente colpito dalla scarsità di piogge, specialmente nei mesi di luglio e agosto, è stata determinante la scrupolosa gestione agronomica da parte di tutti i collaboratori.

Una vendemmia di ottima qualità, con uve Glera dalla maturazione perfetta, grado zuccherino e acidità interessanti.


La cantina La Farra, a Farra di Soligo nel cuore delle Colline del Prosecco di Conegliano Valdobbiadene Patrimonio UNESCO, tira le somme di un anno caratterizzato da mesi estivi particolarmente critici a causa della siccità, individuando nella vocazione naturale del territorio alla coltivazione della vite e nell’attenta gestione agronomica dei vigneti da parte dei collaboratori, i fattori determinanti dell’eccellente vendemmia e dei vini che ne verranno prodotti.
La raccolta manuale svoltasi nei giorni scorsi tra i vigneti di La Farra, azienda vitivinicola nel cuore delle Colline di Conegliano e Valdobbiadene patrimonio mondiale Unesco, ha rivelato uve di assoluta qualità.


A partire dalla vendemmia di varietà complementari, come il Pinot nero (per la produzione del Prosecco DOC Rosé) e lo Chardonnay, concluse alla fine di agosto, l’eccellente stato sanitario dei grappoli faceva ben presagire anche per la raccolta della Glera. E infatti le piogge, giunte tra la fine di agosto e gli inizi di settembre, hanno permesso alle uve di raggiungere la perfetta maturazione e una gradazione zuccherina eccellente con una buona acidità considerata l’estate calda.

«Nonostante il 2022 sia stato un anno duramente colpito dalla scarsità di piogge, specialmente nei mesi di luglio e agosto l’ottima qualità riscontrata tra i vigneti nei giorni antecedenti alla vendemmia, hanno evidenziato l’importanza di alcuni fattori» afferma Innocente Nardi, proprietario dell’azienda insieme ai fratelli Adamaria e Guido. «Da un lato la grande vocazione del territorio delle nostre Colline alla coltivazione della vite: in particolare la capacità del terreno, conglomerato di origine morenica, di trattenere l’acqua e rilasciarla più lentamente in base alle necessità. Dall’altro l’impegno dei nostri collaboratori nella gestione delle diverse fasi agronomiche, quali la potatura verde e la cimatura, le lavorazioni interfilari per consentire all’acqua di trovare un terreno più morbido, lo sfalcio dell’erba meno frequente per impedire un’evaporazione troppo rapida dell’umidità. Una cura al dettaglio che è proseguita in vendemmia con la raccolta manuale dei grappoli che ne ha conservato la piena integrità. L’eccellenza si raggiunge con tanto sacrificio».

La vendemmia si è svolta nell’area centrale della zona di Conegliano Valdobbiadene, nei comuni di Farra di Soligo (dove è collocata la maggior parte dei vigneti dell’azienda e dalla quale provengono le selezioni per la produzione del Valdobbiadene DOCG), Pieve di Soligo, Follina e San Pietro di Feletto. Un anno dalla produzione non particolarmente elevata, ma che promette prodotti dall’eccellente livello qualitativo, piacevolmente aromatici e sapidi.