di Luca Matarazzo
Ci sta, a volte, di restare alla finestra senza prendere posizione in merito ad una novità nel panorama vitivinicolo nostrano. Faccio pertanto pubblica ammenda, pur garantendo sempre sulla consueta buona fede di ciò che scrivo e, soprattutto, di ciò che non scrivo. Spiego meglio:
Gaetano Cataldo l’ho conosciuto in occasione di un’altra iniziativa molto particolare; senza svelare nulla, quell’esempio virtuoso potrebbe anche assumere la connotazione di pillola ricorrente sul magazine 20Italie. Il progetto Identità Mediterranea voluto fortemente per dar valore al riconoscimento di Procida Capitale della Cultura, ha assunto i caratteri di una vera e propria sfida, in cui il Cataldo non ha risparmiato energie.
Nulla sarebbe nato senza il supporto di un guru dell’enologia italiana come Roberto Cipresso, già pratico di concept celebrativi, al quale è stato chiesto un compito davvero arduo: unificare metaforicamente le diverse espressioni ampelografiche campane, per creare un vino unico da 26 vini.
Un’operazione senza scopo di lucro che ha coinvolto 26 cantine in 5 territori differenti; un’operazione divenuta oggetto di tesi di laurea, di menzioni giornalistiche illustri e persino del personale apprezzamento di Papa Francesco durante la consueta udienza vaticana. Una bottiglia celebrativa con tanto di etichetta scelta da un concorso artistico, che ha visto Carolina Albano vincere per aver meglio rappresentato i colori di Procida.
Circa 6000 unità prodotte, comprensive di 605 formati magnum ed uno sforzo immane per proporre il sogno di Gaetano e Roberto in giro per il mondo. Tutto molto bello sembrerebbe e senz’altro lo è, almeno per aver smosso i cuori dei produttori e per aver unito anziché diviso. Restava e permane ancora il dubbio nel sottoscritto se l’iniziativa vedrà un altro capitolo vincente a breve o se dobbiamo considerarla ormai compiuta nei suoi propositi… spero vivamente di no. C’è un pressante bisogno di simili iniziative.
Proprio per questo non si poteva più restare alla finestra, ma bisognava tessere le lodi di un intero movimento che ha saputo letteralmente semel in anno licet insanire. Che le mie parole, per quanto piccole e modeste, servano a ricordare l’impresa epica, che possiamo realizzare, contro mille ostacoli, anche qui in Campania, nel Sud d’Italia.
E per una serata d’onore non poteva che essere scelto un locale simbolo anch’esso di amicizia ed unione: il Wip Burger & Pizza a Nocera Inferiore di Lorenzo Fortino e Domenico Oliva, che hanno scelto la libertà di osare in un posto insolito, frutto dell’assemblaggio di forme ed idee diverse tra sala e cucina: dalla pizza ai primi piatti, dal pesce alla carne, sempre con ingredienti a km zero e di altissima qualità.
Capolavoro di serata la minestra maritata come si faceva una volta, ricca, sostanziosa, un piatto che va bene caldo o mangiato freddo e riposato il giorno dopo, magari con un buon olio extravergine di oliva e magari un calice di vino originale, perché no, come Mosaico per Procida.