La città di Galluccio (CE) e i vini del territorio premiati con sette medaglie d’oro a Roma, in Campidoglio, al ventiduesimo Concorso Enologico Internazionale Città del Vino- Wine City Challenge 2024

Alla cerimonia hanno preso parte il Sindaco Franco Lepore e i rappresentanti delle aziende vitivinicole.

La città di Galluccio (CE) con due aziende del territorio ha ritirato, alla cerimonia di premiazione in Campidoglio, ben sette medaglie d’oro per il Concorso Enologico Internazionale Città del Vino- Wine City Challenge 2024 indetto dalla Associazione Nazionale Città del Vino presieduta da Angelo Radica.

«Sono tre i vini premiati con doppia medaglia d’oro e uno con medaglia d’oro a testimonianza di un territorio che si impegna sempre più in qualità e ricerca» ha detto Franco Lepore Sindaco di Galluccio che l’Associazione Nazionale Città del Vino ha premiato contestualmente alle aziende. Tre le categorie che hanno visto insigniti di medaglia d’oro i vini di Cantine Telaro e Vini Porto di Mola.

Per la classifica generale: Aramundi, Galluccio DOC Riserva, (Aglianico 100%) e Tefrite – IGT Roccamonfina (Falanghina brut) di Cantine TelaroCategoria Premio Speciale Vini Vulcanici: Nevière, IGT Roccamonfina Bianco (da uve Pallagrello bianco, Fiano e Greco leggermente appassite), Tefrite – IGT Roccamonfina (Falanghina brut), Aramundi, Galluccio Riserva DOC, (Aglianico 100%) di Cantine Telaro. Inoltre per la stessa categoria Galluccio Riserva DOP Riserva (Aglianico 100%) di Vini Porto di Mola. Per la categoria Forum degli Spumanti: Tefrite – IGT Roccamonfina (Falanghina brut) di Cantine Telaro. 

«È un vanto e un onore che la città di Galluccio sia premiata al Concorso Enologico indetto dalla Associazione Città del Vino di cui, tra l’altro, come comune facciamo parte». Ha aggiunto il Sindaco di Galluccio che ha continuato così «Riconosco le capacità degli operatori del nostro comparto vitivinicolo che tende sempre più all’eccellenza e oggi i fatti ce l’hanno dimostrato. Negli ultimi anni la quantità di ettari vitati nel nostro comune è cresciuta sensibilmente grazie all’impegno di tanti viticoltori che hanno scelto di investire a casa propria contribuendo sia a dare slancio economico alla comunità sia contribuendo a tutelare l’ambiente e il paesaggio preservando così i nostri terreni particolarmente vocati alla viticoltura».

In sala Giulio Cesare di Palazzo Senatorio in Campidoglio si sono susseguiti diversi interventi, ha aperto ufficialmente la cerimonia il Ministro dell’agricoltura,  della sovranità alimentare e delle foreste Francesco Lollobrigida, hanno proseguito Sabrina Alfonsi Assessore all’agricoltura, ambiente e ciclo dei rifiuti del Comune di Roma Capitale ; 𝗚𝗶𝗮𝗻𝗰𝗮𝗿𝗹𝗼 𝗥𝗶𝗴𝗵𝗶𝗻𝗶 Assessore Regionale agricoltura Regione Lazio; 𝗟𝗼𝗿𝗲𝗱𝗮𝗻𝗮 𝗗𝗲𝘃𝗶𝗲𝘁𝘁𝗶 Vicepresidente Associazione Città del Bio, sindaco di Cirié; 𝗔𝗻𝗱𝗿𝗲𝗮 𝗠𝗲𝘂𝗰𝗰𝗶 di Eftilia; 𝗘𝗹𝗲𝗻𝗮 𝗗’𝗔𝗾𝘂𝗮𝗻𝗻𝗼 Presidente della Fondazione Enoteca Italiana Siena; 𝗔𝗹𝗯𝗲𝗿𝘁𝗼 𝗕𝗲𝗿𝘁𝘂𝗰𝗰𝗶 Vice Presidente nazionale e coordinatore regionale delle Città del Vino del Lazio. È seguito l’intervento di Angelo Radica Presidente dell’Associazione Nazionale Città del Vino.

Si conclude così la ventiduesima edizione del Concorso Enologico che ha visto la partecipazione di oltre 𝟭𝟯𝟬𝟬 𝘃𝗶𝗻𝗶 giunti, di cui l’80% italiani ed il 20% da 11 Paesi di tutto il mondo, e 𝟭𝟭𝟯 𝗴𝗿𝗮𝗽𝗽𝗲 in gara per il V Grappa Award. In totale sono state assegnate 𝟰𝟴 𝗚𝗿𝗮𝗻 𝗺𝗲𝗱𝗮𝗴𝗹𝗶𝗲 𝗱’𝗼𝗿𝗼 (38 all’Italia e 10 vini stranieri), 𝟯𝟭𝟴 𝗺𝗲𝗱𝗮𝗴𝗹𝗶𝗲 𝗱’𝗼𝗿𝗼 (Italia 269 e Paesi esteri 49) e sono stati coinvolti 80 commissari di valutazione provenienti da ogni angolo del mondo. Il Concorso Enologico è organizzato dall’Associazione Nazionale Città del Vino fin dalla sua prima edizione nel 2001, autorizzato dal Masaf ( Ministero dell’agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste) e con il supporto scientifico dell’OIV (Organizzazione Internazionale della Vite e del Vino).

Sito web comune di Galluccio (CE): www.comune.galluccio.ce.it

Venetsanos Winery: la più antica cantina dell’isola greca di Santorini

Salendo i tornanti inscritti nelle pareti verticali della caldera, dal porto dell’isola di Santorini, Athinios si arriva alla fine della strada a un bivio . A sinistra le indicazioni per il capoluogo Thira mentre subito a destra, si trova la sede della cantina Venetsanos.

E’ una calda giornata di giugno, sono le 11 e inizia la mia visita: avevo avuto modo di assaggiare i vini durante l’evento Greek Wine Day organizzato a Firenze da Haris Papandreou e avevo avuto la fortuna e l’opportunità di incontrare Petros Vamvakousis.

Questa realtà vitivinicola è nata  grazie al genio del signor  Giorgio Venetsanos, che aveva competenze anche in architettura e fu costruita su quattro livelli, di cui tre interrati e solo uno a livello della strada, per facilitare le operazioni enologiche, mantenere una temperatura costante ed evitare l’utilizzo di fonti di energia. Tutto questo avveniva nel 1947. Fu il primo chimico ed enologo della Grecia; egli scrisse inoltre diversi libri, tra i quali uno dedicato alla descrizione della vinificazione tradizionale a Santorini. Egli  morì a oltre 90 anni nel 2004 senza eredi; nel 2014 i nipoti ripresero in mano le redini dell’azienda, esempio virtuoso di integrazione tra natura e uomo nella produzione del vino.

Nei piani sottostanti della cantina si possono ammirare le vasche che servivano per la fermentazione e macerazione, realizzate con un materiale chiamato Aspa ( cenere vulcanica e pomice), tutte con una forma ovale e provviste di scale, per consentire l’accesso tra una vendemmia e l’altra, per la necessaria pulizia.

Il quarto livello è posto a circa 17 metri sotto il primo scavato nelle roccia. In queste stanze avveniva la decantazione statica prima di imbottigliare il vino; esso veniva spesso avviato, sempre sfruttando la forza di  gravità, attraverso un lungo tubo che correva giù dalla parete della caldera stessa, alla stazione di riempimento situata nel porto. Lì attendevano le navi ,soprattutto russe, per far ritorno in patria con il prezioso carico. Utilizzando questo ingegnoso sistema il vino diveniva limpido e bevibile.

La cantina produce circa 14 etichette, tra cui due vini dolci naturali e due vini rossi da Mavrotragano e Mandilaria. Sono tre le denominazioni che possono essere usate per imbottigliare i vini dell’isola: PDO Santorini,  PDO Nykteri (solo per il pregiato vino che viene pressato di notte) e PGI Cyclades.

PDO Santorini Assyrtiko 2022: nel calice un luminoso giallo limone, note di buccia di agrumi, mela smith al naso e una vibrante acidità che caratterizza il sorso che termina con note saline. Racconta con precisione il terroir di questo luogo fantastico.

PDO Nykteri 2022 Ottenuto da uve locali a bacca bianca quali Assyrtiko, Aidani e Athiri, deve il suo nome alla modalità notturna (Nykta significa notte in greco) di raccolta e di pressatura, per assicurare un ambiente più fresco. Viene imbottigliato dopo 4 mesi di affinamento in botti di rovere francese. Giallo paglierino di media intensità, apre su note che ricordano le erbe aromatiche, la vaniglia, il bourbon, poi nocciola e miele. Avvolgente al palato, mantiene un dinamismo grazie alla componente sapida che caratterizza il finale.

PGI Cyclades Anagallis 2022 è il vino rosè ottenuto da Mandilaria (varietà a bacca rossa) insieme a Aidani e Assyrtiko (varietà a bacca bianca). Un vino pericoloso, perché la sua bevibilità  porta a finire velocemente la bottiglia, soprattutto se si è  in compagnia! Colore rosa ciliegia; il profilo olfattivo rimando a note succose di melograno, marasca accompagnato da un delicato e preciso sentore di rosa.

PGI Cyclades Mandilaria 2020 è un rosso molto piacevole. Il vitigno regala vini con spiccata acidità e colpisce per i profumi di rosa, fragola, mora , ibisco, ciliegia, peonia. Vellutato in bocca con un guizzo del tannino che rende il sorso agile e piacevole. Lunga scia finale balsamica.

PDO Santorini Vinsanto è il vino dolce naturale ottenuto da grappoli di Assyrtiko, Aidani e Athiri , che hanno subito un processo di disidratazione al  sole per circa 10 giorni. Dopo una lenta fermentazione, il vino affina in botti di rovere francese. Colore ambrato intenso e compatto; il calice sprigiona note di caramello, carruba, dattero, miele di castagno, cannella, marmellata di fichi. In bocca mantiene una bella tensione data dall’acidità e termina con una elegante sensazione di dolcezza. Una visita che è stata condotta con molta professionalità e gentilezza dallo staff della cantina Venetsanos, che ringrazio per l’accoglienza e per avermi fatto scoprire la realtà vitivinicola più antica di Santorini.

Anantara Convento di Amalfi Grand Hotel

Una stagione estiva all’insegna della bellezza, del benessere e del buon cibo

Amalfi, Italia, luglio 2024 Comunicato Stampa

È appena iniziata la seconda stagione estiva di Anantara Convento di Amalfi Grand Hotel, iconico edificio situato in una location d’eccezione, un convento dei Cappuccini risalente al XIII secolo a picco sulla scogliera Amalfitana, che a un anno dall’apertura si presenta con tante novità per il 2024.
Le camere e il fascino degli alloggi dei monaci
Le 52 camere e suite – molte delle quali costruite inizialmente come alloggi dei monaci – sono
caratterizzate da piastrelle originali, soffitti a volta e pareti imbiancate a calce per un senso di semplice serenità, che si fonde perfettamente con tessuti ricchi, mobili scultorei, arte locale, comfort high-tech e viste sul Mediterraneo. La Suite Del Priore, che prende il nome dalla sua collocazione nel priorato del convento, vanta affreschi sopra il letto e viste sul chiostro, mentre la Suite Dell’Eremita, offre un rifugio di privacy e romanticismo aromatico nella sua tranquilla limonaia.

L’Anantara Spa e i trattamenti ispirati alle erbe e prodotti locali. La pluripremiata Anantara Spa è situata in un ambiente unico, uno spazio rilassante, intriso di
spiritualità, rivestito di travertino con vista sul mare. In questa cornice, terapisti esperti utilizzano essenza di limone, oli di agrumi e prodotti di lusso Valmont per rivitalizzare il corpo e la mente.
Su una superficie di 125 metri quadrati, l’Anantara Spa dispone di hammam, saune, sale vapore, due sale per coppie e aree dedicate al relax. Un ulteriore momento di benessere è offerto dal Centro Fitness all’aperto, dotato di attrezzature Technogym di alta gamma per allenamenti al fresco sul mare, e nella piscina sulla scogliera recentemente rinnovata.
I nuovi trattamenti in lancio per questa stagione estiva sono un invito a sperimentare terapie a base di prodotti agrumati provenienti dai limoneti della proprietà ed esperienze olistiche proposte da esperti super qualificati. Tra questi, l’Anantara Spa Signature Journey è un trattamento che inizia con un rituale hammam che ricorda le antiche terme di Roma: mentre l’acqua calda apre i pori, il terapista applica un sapone tradizionale fatto con limoni locali. Successivamente, un massaggio curativo eliminerà le tossine per concludere con un lussuoso trattamento al viso firmato Valmont che aiuterà a ripristinare la luminosità e la bellezza della pelle.
Non mancano le lezioni di yoga, ogni martedì alle 8:00 del mattino, nella suggestiva cornice dell’antico chiostro del Convento per gli ospiti che desiderano allontanare lo stress.


Ristorazione e il nuovo concept future heritage Dei Cappuccini
La ristorazione di Anantara Convento di Amalfi Grand Hotel è una celebrazione della regione campana. Al Ristorante “Dei Cappuccini”, l’Executive Chef Claudio Lanuto presenta il nuovo concept future-heritage, che introduce spunti ed idee innovative nel pieno rispetto della tradizione. Gli ingredienti freschi di stagione coltivati nell’orto del convento sono protagonisti di piatti à-la-carte e dei menu degustazione, disponibili con abbinamento di vini e con l’esclusiva Limoncello Experience dei Cappuccini.

La Locanda della Canonica Pizzeria by Gino Sorbillo presenta gustose pizze d’autore ideate da un
ambasciatore mondiale della pizza per creare un viaggio gastronomico attraverso la Campania.
Maestro della pizza di fama internazionale, Gino invita i commensali ad assaggiare i sapori della
regione, dalle alici di Cetara e dal Provolone del Monaco di produzione locale alla mozzarella e alla
ricotta di Agerola. Novità assoluta di quest’anno “la Pizza del Convento”, ideata dallo Chef Claudio Lanuto e il Maestro Gino Sorbillo, unica nel suo genere, realizzata con gli ingredienti della tradizione dei monaci, come
l’impasto di farina di grani antichi, alacce (presidio Slow Food), fiori di zucca, polvere di olive nere, provola affumicata e sfusato Amalfitano.

Fra Marcus e le esperienze Anantara
A conferma della sua attenzione al territorio, Anantara offre esperienze uniche, guidate da esperti locali. Figura fondamentale è quella del frate francescano Marcus che fa rivivere gli aspetti monastici che per secoli hanno accompagnato la storia del convento. In occasione delle visite dell’antico convento e della chiesa, dei bellissimi chiostri e della passeggiata dei monaci, Fra Marcus è a disposizione per raccontare ai visitatori la storia e gli aspetti più contemplativi che rendono questo luogo così speciale.

Ad Amalfi, le proposte spaziano tra cultura, natura, gastronomia e altro. Il Sentiero degli Dei è un
trekking spettacolare lungo i Monti Lattari che offre una vista mozzafiato sulla Penisola Sorrentina e
sull’isola di Capri in lontananza. Un viaggio in Mercedes privata a Pompei ed Ercolano svela i dettagli
storici dell’antica vita romana in modo spettacolare.
Le avventure culinarie includono corsi di cucina in una limonaia o in un vigneto storico insieme a tour
e degustazioni. L’esperienza di ristorazione privata firmata Anantara, Designer Dining, invita le coppie
a gustare un menu personalizzato, servito da un maggiordomo privato nella splendida cornice di loro
scelta.

I tour in auto d’epoca o in tuk-tuk permettono di ammirare l’iconico litorale della Costiera Amalfitana
orto con soste guidate a Positano e Ravello. Un volo privato in elicottero fa conoscere la regione in tutto il suo splendore, con viste a volo d’uccello delle meraviglie architettoniche di Positano e Sorrento. Una romantica crociera privata lungo la costa prevede un elegante aperitivo con prosecco e una vista meravigliosa del sole che tramonta su Capri.
Anantara Convento di Amalfi Grand Hotel è la seconda struttura Anantara in Italia che si aggiunge ad
Anantara Palazzo Naiadi Rome Hotel. Per ulteriori informazioni su Anantara Convento di Amalfi
Grand Hotel, visitate il sito: https://www.anantara.com/en/convento-di-amalfi
Nota stampa
Anantara Hotels & Resorts
Anantara è un marchio di ospitalità di lusso per viaggiatori moderni, che li collega a luoghi, persone e storie autentiche attraverso esperienze personali, e fornisce una calorosa ospitalità nelle destinazioni più emozionanti del mondo. Questa collezione di hotel e resort unici e progettati in ogni dettaglio regala una finestra attraverso la quale viaggiare in nuovi territori, curando le esperienze di viaggio di ogni cliente.
Dalle città cosmopolite alle sabbie del deserto fino alle isole lussureggianti, Anantara collega i viaggiatori all’indigeno, portandoli nel lusso autentico e ospitando con passione e competenza. Il portfolio vanta oggi oltre 40 splendidi hotel e resort situati in Thailandia, Maldive, Indonesia, Vietnam, Cina, Cambogia, Malesia, Sri Lanka, Mauritius, Seychelles, Mozambico, Zambia, Emirati Arabi Uniti, Qatar, Oman, Tunisia, Portogallo, Spagna, Ungheria, Olanda e Italia, con una rete di proprietà future in Asia, Medio Oriente ed Europa.

Per ulteriori informazioni su Anantara Hotels & Resorts, si prega di visitare il sito www.anantara.com
Seguici su Facebook: www.facebook.com/anantara – Twitter e Instagram: @anantaraconventodiamalfi @anantara_hotels Anantara Convento di Amalfi Grand Hotel

Anantara Convento di Amalfi Grand Hotel è la seconda proprietà del Gruppo Anantara Hotels & Resorts in Italia dopo l’apertura di Anantara Palazzo Naiadi Rome Hotel e si aggiunge alle proprietà del brand in Europa, a conferma della strategia di espansione del marchio a livello europeo. Situato in una delle destinazioni più famose d’Italia, in uno dei monumenti più iconici della Costiera Amalfitana, un convento dei Cappuccini del XIII secolo costruito a picco sulla scogliera, a soli 15 minuti a piedi dal centro di Amalfi e a circa 90 minuti di auto dall’aeroporto internazionale di Napoli, l’Hotel rappresenta la soluzione perfetta per chi desidera una fuga facilmente raggiungibile e allo stesso tempo riservata.

La struttura ha ufficialmente aperto le porte accogliendo i suoi ospiti in camere e suite elegantemente rinnovate dopo un lavoro di ristrutturazione dell’edificio, risalente a 800 anni fa, che ha preservato con attenzione le caratteristiche storiche del luogo, tra cui i chiostri e la chiesa barocca, completa di altare in marmo e pavimento in maiolica. Della facciata sono stati attentamente conservati i materiali e i colori originali. Il design degli interni si ispira al convento e alla vita semplice e artigianale dei monaciche per secoli hanno abitato questo luogo, con materiali naturali – legni, pelli, fibre naturali e metalli preziosi, impreziositi da dettagli di lusso che contraddistinguono il brand Anantara.

L’albergo, con un totale di 52 camere e suite, ospita anche il ristorante gourmet Dei Cappuccini a cura dell’Executive Chef Claudio Lanuto, La Pizzeria La Locanda della Canonica by Gino Sorbillo, la seconda Spa italiana firmata Anantara e una palestra panoramica all’aperto di ultima generazione con attrezzature all’avanguardia TechnoGym. Inoltre, la struttura offre un’ampia terrazza con piscina a sfioro sul bordo della scogliera e una Cappella del XIII secolo, una delle location per matrimoni
più belle ed esclusive della costiera amalfitana.

Per maggiori informazioni contattare:
Camilla Coburn Davis
Cluster Director of PR
Anantara Hotels & Resorts – Europe
E: cdavis@anantara.com
Francesca La Rosa
Marketing & Communication Manager
Anantara Convento di Amalfi Grand Hotel
E: f.larosa@anantara-hotels.com
Ufficio Stampa Anantara Convento di Amalfi Grand Hotel
FCOMM via Pinamonte da Vimercate, 6 – 20121 Milano
Francesca Pelagotti: E-mail: francescapelagotti@fcomm.it
Lodovica Massarelli: E-mail: lodovicamassarelli@fcomm.it
Chiara Cortiana: E-mail: communication@fcomm.it

SOLOPACA: una nuova era si prospetta grazie a delle Uve Rare

Qualcosa di nuovo è accaduto nel territorio vitivinicolo che va dal Taburno Camposauro alla costa tirrenica, altrimenti chiamato Sannio. Una inaspettata ricchezza ampelografica è emersa grazie a ricerche approfondite iniziate al termine del 2019.
Un quinquennio di studi scientifici di un gruppo di ricercatori professionisti per individuare e riuscire a iscrivere nel Registro Nazionale delle varietà di vite ben 11 (ma a breve diventeranno 12) nuovi vitigni, denominati “Uve Rare” per il vino di Solopaca.

Per la precisione si tratta di:

Agostina, Cocozza, Ingannapastore, Urmo, per i vitigni a bacca bianca; Arulo (altresì Vernaccia di Arulo) come sinonimia col Grero o Grero Nero di Todi, Castagnara, Reginella, Sabato, Suppezza, Tennecchia (altresì Tentiglia), Tesola nera (altresì Vernaccia di Vigna), per i vitigni a bacca nera. A questi si aggiungerà a breve la Ghiandara Bianca (altresì Aglianico Bianco).

Il “Progetto Solopaca”, modello da imitare per chi crede che l’unico passaggio possibile di un giusto rapporto dell’uomo con la natura sia quello del recupero delle tradizioni e della cura del paesaggio (come sostiene l’archeologo Massimo Botto, dirigente della ricerca CNR – ISPC) è frutto e merito dell’incontro e scambio di conoscenze fra chi del territorio ne aveva una profonda conoscenza, come Clemente Colella capofila dell’Associazione Vignaioli di Solopaca, i ricercatori del CNR, quelli del CREA, nonché i funzionari della Regione Campania e della delegazione AIS di Grosseto, che ha testato in più occasioni e fornito vari suggerimenti sui vini prodotti esclusivamente con Uve Rare.

Il frutto di questo lavoro è stata la pubblicazione di un volume di ben 430 pagine (e se allo scrivente è consentito, in qualità di bibliofilo annoso, un libro curato e ben fatto), un’opera open access e open science quindi scaricabile, dal titolo SOLOPACA Viticoltura di terroir e “Uve Rare” dal Taburno Camposauro alla costa tirrenica a cura del prof. Stefano Del Lungo, edito da Dibuono Edizioni di Villa D’Agri (Pz), presentato lo scorso 4 luglio, una data che quasi sancisce una volontà rivoluzionaria e per creare un neologismo “emersiva”, nella Sala Cavour del Ministero dell’Agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste.

Sono state tre ore di esplicazione di puro interesse per i cultori del vino e non solo, durante le quali, coordinati da Fosca Tortorelli, e dopo una introduzione della direttrice ad interim del CNR ISPC Costanza Miliani, sono intervenuti Clemente Colella per l’Associazione Vignaioli di Solopaca, Stefano Del Lungo (curatore del libro) e Antonio Pasquale Leone per il CNR, Angelo Raffaele Caputo e Vittorio Alba per il CREA, ed Emilano Leuti dell’AIS di Grosseto.

Una ricchezza di informazioni provenienti dagli studi per le quali è necessario rimandare al libro, con un’unica anticipazione che ci ha colpito: la quasi bilanciata distribuzione dei sistemi di allevamento nel territorio di Solopaca. Su un totale di 795 ettari di superficie vitata, 422 ettari vale a dire il 53% sono a spalliera, e i restanti 373 ettari a raggiera, riconosciuta e iscritta dalla ricerca nel Registro nazionale di paesaggi rurali storici, pratiche agricole e conoscenze tradizionali come “Raggiera del Taburno”.

Al termine abbiamo avuto modo di assaggiare un paio di vini di Solopaca, uno bianco e uno rosso, prodotti esclusivamente da “Uve Rare”, che hanno evidenziato una freschezza di base e facilità di beva, una nota più tendente al salino che al minerale, una presenza alcolica molto misurata, una buona acidità, e del frutto giallo per la versione bianco, e piccola frutta scura per quella in rosso, e che avendo margine di crescita lasciano presagire una loro evoluzione produttiva positiva in futuro.

Lazio: a Olevano Romano torna Vinointorno festeggiando l’edizione del decennale

Situata nel cuore del Lazio, a soli 60 chilometri dalla Capitale, Olevano Romano ha celebrato il decennale di uno degli eventi enogastronomici più attesi dell’anno: Vinointorno. Dal 2013, questa manifestazione è diventata una vetrina d’eccellenza per il vino e il cibo di qualità, attirando numerosi appassionati e professionisti del settore. Vinointorno nasce dall’intuizione di sei membri fondatori dell’Associazione Extrawine: Enrico Carletti, Marco Mampieri, Piero Missimei, Furio Pagliei, Luca Rossi, Ivano Sterbini e Mario Travaglini.

Dieci Anni di Eccellenza

Fin dalla sua prima edizione, Vinointorno ha riscosso un successo straordinario, grazie alla partecipazione di oltre 100 produttori vitivinicoli provenienti da ogni angolo della Penisola. Con circa 1000 visitatori di media, l’evento ha saputo conquistare l’interesse del pubblico, divenendo un punto di riferimento per gli amanti del buon vino e della buona tavola.

L’edizione 2024 celebra il decimo anniversario ed è stata speciale: ben due settimane di eventi imperdibili, tra degustazioni, convegni e workshop. “In dieci anni abbiamo cresciuto una generazione di ragazzi che bevevano soltanto per bere, ora lo fanno con la consapevolezza che bere, soprattutto in modo consapevole, è cultura e molti ragazzi si stanno avvicinando al mondo professionale del vino” ha dichiarato Mario Travaglini, attuale presidente dell’Associazione Extra Wine.

Il Gourmet Errante: Pasquale Pace e le Eccellenze del Gusto

Si è parlato di qualità e di eccellenze, ma poco della persona che seleziona il meglio del vino e della gastronomia. Pasquale Pace, “Il Gourmet Errante”. Pasquale non è solo un intenditore di cibo e vino, è un vero esploratore del gusto. La sua passione lo porta a viaggiare per l’Italia, scoprendo tesori nascosti in ogni angolo dello stivale. La sua missione? Trovare le chicche dell’enogastronomia e portarle alla ribalta, condividendole con un pubblico sempre più numeroso e appassionato. Ogni assaggio diventa per lui una nota indelebile, che arricchisce il suo repertorio e lo guida nelle sue selezioni. Il carattere gioviale e schietto lo rende una figura ammirata e benvoluta da molti.

Pasquale Pace “Il Gourmet errante”

Presente anche l’Associazione Italiana Sommelier delegazione regionale Lazio, che ha dato un grande contributo con professionalità e competenza, vista la grande quantità di vini in degustazione. Presente anche la Strada del Vino – Terra del Cesanese Olevano Romano con Cristina Pratesi, e la Case Vacanze Apricus che ha avuto il premio per essersi distinto nella promozione del territorio, grazie ai suoi bellissimi appartamenti b&b nel centro storico di Olevano Romano. Oltre alle degustazioni, Vinointorno ha offerto anche un’opportunità unica per i produttori di presentare le loro novità e per i visitatori di scoprire prodotti di qualità in un contesto conviviale e festoso.

La Missione di Extrawine: Promuovere la Cultura del Vino e del Cibo

L’associazione continua a portare avanti la sua missione con passione e dedizione. Tra gli stand che hanno esposto le loro specialità, menzione speciale va allo Chef Giovanni Milana della Trattoria Sora Maria Arcangelo, che ha deliziato i presenti con i suoi piatti tradizionali ricchi di sapore e storia.

Altrettanto apprezzati sono stati i contributi di Roberto Ruggeri con il suo Robistrot, l’Antico Forno del Borgo di San Vito Romano, il Bar Lazio dal 1949, il Salotto Retrò, Procarni 1951, la Pasticceria Dolcemascolo, Il Mondo della Pizza e Le Cerquette. Ogni stand ha rappresentato un angolo del Lazio, portando in primo piano i prodotti genuini e le ricette tramandate di generazione in generazione.

Uno dei momenti clou dell’evento è stato il focus sul vino Cesanese, non solo del celebre Cesanese del Piglio DOCG, ma anche del Cesanese di Olevano Romano Doc e del Cesanese di Affile Doc. Presentata una guida scritta in collaborazione con il rinomato giornalista Carlo Zucchetti, con informazioni dettagliate sulle diverse tipologie di Cesanese e sulle cantine che le producono. Zucchetti, con la sua esperienza e passione, ha saputo valorizzare al meglio le peculiarità di questo vino, rendendo la guida un vero e proprio vademecum per gli enoturisti e per chi desidera approfondire la conoscenza del patrimonio vinicolo laziale.

Celebrato il Cesanese e le Tradizioni del Lazio con i “Vin de Garage”

L’evento dedicato alla promozione delle tradizioni culinarie e vinicole del Lazio si è concluso con una degustazione speciale di “Vin de Garage”, che rappresentano l’essenza più autentica del territorio. L’iniziativa ha messo in luce il lavoro e la dedizione di chef, artigiani e viticoltori che ogni giorno si impegnano a mantenere vive le antiche tradizioni locali. La degustazione ha permesso di assaporare varie sfumature e interpretazioni del Cesanese, grazie al talento di vignaioli che, pur operando in ambiti domestici, hanno mostrato grande maestria nella produzione vinicola.

Ecco una panoramica dei vini degustati:

  1. Goffredo Proietti Rosato 2022: il rosato ha aperto la degustazione ma purtroppo era non classificabile a causa del tappo difettoso.
  2. Tonino Tabolacci Cesanese 2023: ha dimostrato buon equilibrio e note fruttate.
  3. Tonino Tabolacci Cesanese Colle Oppio 2023: matura tre mesi in barrique, esalta i frutti rossi, anche se dal finale un po’ corto.
  4. Aldi David Vino Musicale 2023: sensazioni di frutta surmatura a tratti eccessive.
  5. Piero Lanciotti Mosance Terra Equa 2022: blend di tre vitigni, tra cui Cesanese e Sangiovese. Ha mostrato tannini invadenti e un finale amaricante.
  6. Baldi Luigi Rosso Pretore 2022: freschezza e morbidezza, dai tannini ben integrati.
  7. Tito Nera – Corso 2022: mix di 70% Cesanese e 30% Sangiovese, con qualche lieve nota irruenta, ma complessivamente fresco e delicato.
  8. Tito Nera – Corso 2021 C.S.: vino sempre in progressione positiva nelle varie annate.
  9. Tito Nera – Cerceta 2022: Cesanese pulito, fine ed equilibrato, tra i migliori della degustazione.
  10. Tito Nera – Cerceta 2021: Un’altra annata di successo per questo Cesanese.
  11. Goffredo Proietti Go… Cesanese 2022: ha mostrato buon frutto e freschezza.
  12. Giuliano Baldi Cesanese 2022: nuance di vaniglia e legno, complessivamente franco e pulito.
  13. Tonino Tabolacci Cesanese Colle Oppio Riserva per gli amici 2022: piacevole ed equilibrato, con una morbidezza che bilancia l’acidità.

La degustazione ha incluso anche una selezione di vini dolci:

  1. De Matti Mariano Cardinal Taverna: blend di 60% Malvasia di Candia e 40% Ottonese, dolce e leggermente frizzante, perfetto per accompagnare dolci tradizionali.
  2. Matti Mariano Cesanese dolce frizzantino: ricorda i Cesanese di una volta, ma con un fine equilibrio.
  3. Sergio Masci Cesanese dolce 2022: leggera carbonica e freschezza sottile, ha richiamato l’amarena da pasticcino.
  4. F.lli Carletti – “Lo Rosso dorge” leggera volatile iniziale, ma piacevole il finale zuccherino.

Marco Carpineti inaugura “Limito”, il vigneto labirinto più grande al mondo

Una novità assoluta per il panorama vitivinicolo: l’Azienda Agricola Biologica Marco Carpineti ha inaugurato “Limito”, il vigneto labirinto più grande al mondo. Questo progetto eccezionale, che unisce agricoltura, arte e design, è stato ufficialmente svelato all’inizio del mese di giugno e promette di diventare un’attrazione imperdibile per gli amanti del vino e della natura. La presentazione avvenuta il 6 giugno scorso, è stata organizzata dalla famiglia Carpineti con la collaborazione di Livia Belardelli, che ha curato in ogni dettaglio l’ospitalità.

Un Paradiso Naturale Trasformato in Arte

Immaginate un altopiano a 500 metri d’altezza, immerso nella natura selvaggia, contornato da boschi, cielo e mare in lontananza. Siamo nella Tenuta Antoniana dell’Azienda Agricola Biologica Marco Carpineti, tra i Comuni di Bassiano, Sezze e Sermoneta. Questo paradiso naturale, composto da boschi, laghetti e vigneti di Bellone, Abbuoto e Nero Buono, è ora anche la sede di Limito, un innovativo progetto di Land Art che offre una nuova interpretazione del vigneto.

Un progetto dal design unico

Limito nasce su una porzione di vigna di circa tre ettari e rappresenta una vera e propria opera di design. Il labirinto è composto da un elaborato disegno che ospita due spirali e un intricato percorso, il tutto avvolto da un turbinio di onde. Questa configurazione non solo offre un’esperienza visiva straordinaria, ma abbraccia e accoglie chiunque si avventuri al suo interno. L’idea, affidata allo studio dell’architetto paesaggista Fernando Bernardi, ha richiesto circa cinque anni per essere portata a compimento. Nel 2019, Paolo Carpineti esprimeva le sue idee e Fernando, cercando di interpretarle, iniziò a delineare le prime linee per dare forma a ciò che oggi è un’opera unica. Nel 2020 furono impiantate le viti che avrebbero dato vita a questo progetto.

Un Vigneto inclusivo e accogliente

L’idea alla base di Limito è quella di creare un vigneto inclusivo e accogliente, che possa essere attraversato e vissuto liberamente da chiunque. “Generalmente un filare è composto da un punto A e un punto B, non c’è modo di attraversarlo come vuoi. A me questa cosa ha sempre dato un senso di scarsa accoglienza. Penso che un vigneto debba essere un luogo ospitale che ognuno può attraversare e vivere come vuole“, racconta Paolo Carpineti, che tra i filari ci è letteralmente nato.

La filosofia della Famiglia Carpineti

La famiglia Carpineti, nota per la sua dedizione alla viticoltura biologica e sostenibile, ha voluto con Limito esprimere una filosofia di vita e di lavoro che privilegia l’inclusività e l’armonia con la natura. Questo progetto non è solo un’attrazione turistica, ma una metafora della vita stessa, rappresentando bellezza, arte e creatività in una forma accessibile a tutti. Visitare Limito significa immergersi in un’esperienza sensoriale unica. I visitatori possono percorrere i sentieri del labirinto, scoprendo angoli nascosti e godendo della vista mozzafiato sulla campagna circostante. Ogni angolo del labirinto è pensato per offrire un’esperienza diversa, stimolando la riflessione e la connessione con la natura.

“Perdersi per ritrovarsi”, questo è il motto che distingue questo labirinto inteso come luogo fisico e spirituale in cui ritrovare se stessi. La percezione della bellezza di questa opera è ancor più entusiasmante grazie all’altalena posta nel cuore del labirinto, dove i visitatori possono godere di un momento di pura serenità. Anch’essa un’opera nell’opera il cui nome è OTIUM, ovvero ozio in latino che è una istallazione di Land Art realizzata da Alessio Pistilli ed è rappresentata da un ovale di acciaio inox che riprende il logo della Cantina Carpineti e si staglia sull’altopiano della Tenuta Antoniana.

Un nuovo motivo per visitare l’azienda

Le visite possono essere fatte a cavallo, in e-bike o con le Land Rover Defender personalizzate con il logo LIMITO, un mezzo di trasporto perfetto, combinando la capacità del fuoristrada con l’eleganza e la raffinatezza di una vettura di lusso. Marco Carpineti ci ha tenuto a sottolineare l’importanza dello sviluppo del territorio facendo rete con gli altri produttori in sinergia e sintonia nel promuovere le tipicità che un territorio così ricco sa offrire.

Oltre alla sua valenza artistica, Limito riflette l’impegno della famiglia Carpineti per la sostenibilità ambientale. La gestione biologica dei vigneti e l’uso di pratiche agricole rispettose dell’ecosistema locale sono al centro della filosofia aziendale, dimostrando che è possibile unire tradizione e innovazione in modo sostenibile. L’intero progetto è stato pensato e realizzato con un occhio di riguardo per l’ambiente, utilizzando materiali naturali e tecniche agricole che minimizzano l’impatto ecologico.

Il futuro è vicino

Il successo iniziale di Limito ha già portato la famiglia Carpineti a considerare ulteriori sviluppi e ampliamenti del progetto. Le idee future includono l’organizzazione di eventi culturali e artistici all’interno del labirinto, come concerti, mostre d’arte e performance teatrali, che possano arricchire ulteriormente l’esperienza dei visitatori, promuovendo anche i valori di sostenibilità, inclusività e connessione con la natura. Limito è destinato a diventare una meta imprescindibile per gli appassionati di vino e per chiunque desideri esplorare un nuovo modo di vivere e apprezzare la bellezza del mondo naturale.

Le “P” nascoste nel simbolo VitignoItalia

No, non siamo impazziti! L’anticiclone africano sta finalmente prendendo piede con sole e temperature estive quasi tropicali, ma abbiamo avuto la vista lunga, a maggior ragione da Media Partner della manifestazione, per capire che VitignoItalia contiene ben 3 volte la lettera “P” dell’alfabeto nascosta tra le pieghe del suo simbolo.

P come Produttori, quelli entusiasti di partecipare all’evento per avere visibilità e presentare una Campania enogastronomica che ha ancora tantissimo margine in potenziale: 300 aziende e consorzi presenti hanno popolato la Stazione Marittima di Napoli, all’altezza della situazione. Tra banchi d’assaggio, talk e degustazioni top level, VitignoItalia ha acceso i riflettori sulle realtà enologiche più prestigiose della Penisola, puntando sul dialogo diretto con i produttori, che da sempre caratterizza questo format di successo.

Ampi focus sulle grandi denominazioni quali Conegliano Valdobbiadene Prosecco Superiore Docg, Friuli Doc e Roma Doc , intervenuti ai microfoni di 20Italie, passando per i migliori vini regionali come i rossi di Sicilia, i bianchi vulcanici da invecchiamento, i bianchi e spumanti siciliani e il verdicchio dei Castelli di Jesi.

P come Premiazioni, con il meglio dell’enologia tricolore grazie alla quarta edizione di 100 Best Italian Rosé, la guida edita da LucianoPignataroWineBlog di Luciano Pignataro e curata dai giornalisti Antonella Amodio, Chiara Giorleo, Adele Granieri Raffaele Mosca, che hanno raccontato da Nord a Sud le migliori etichette di una tipologia spesso erroneamente vista come vino semplice e beverino senza prospettiva di evoluzione nel tempo.

P come Protagonisti dunque, anche nell’arduo abbinamento pizza-vino con la presentazione di Calici & Spicchi di Antonella Amodio, Verso del Vino – Verso Divino, il volume di Marianna Ferri e Ottavio Costa e con la presentazione di 50 Insoliti Noti, la guida ai migliori 50 vini per tradizionalità e legame con il territorio, a cura di Gimmo Cuomo, firma del Corriere del Mezzogiorno. Cala così il sipario su VitignoItalia 2024, giunta all’anno della “maturità” simbolica con le sue diciotto candeline spente e che ha riunito 10.000 tra wine lover e traders.

Maurizio Teti Direttore di Vitigno Italia

Un’edizione eccezionale nei numeri e più coinvolgente che mai – sottolinea Maurizio Teti, Direttore di VitignoItaliaresa possibile grazie alla sinergia con i principali player della manifestazione a partire dalle istituzioni. In particolare con l’Assessorato all’Agricoltura della Regione Campania che da sempre crede fortemente nel nostro progetto. Siamo stati spettatori di un’edizione davvero sorprendente: a partire dal nostro fedele pubblico che ogni anno ci stimola nell’ideazione di nuovi contenuti, alle grandi cantine presenti che costituiscono l’essenza della manifestazione”.

Abbiamo messo in campo – prosegue Teti – un programma di incontri che hanno soddisfatto e incuriosito tanto gli appassionati quanto gli esperti, con attività trasversali tra il vino e altri settori, mettendo sempre al centro il piacere della degustazione e l’interazione con i produttori. Chiuderei con un ringraziamento a Unicredit e FEAMPA per il prezioso contributo e all’ICE per l’importanza in ambito internazionale che ogni anno conferisce alla nostra manifestazione, coinvolgendo grandi esperti del settore”.

Non da meno l’interesse dei buyers, un gruppo di 30 tra gli operatori più competenti provenienti da 18 paesi, selezionati in collaborazione con ICE, che hanno mostrato grande apprezzamento per le cantine presenti e hanno preso parte all’educational tour nei Campi Flegrei, approfondendo i vini di questo territorio enologico, tra i più affascinanti della regione. 

Infine l’affascinante masterclass sugli underwater wine, un viaggio tra i vini degli abissi più interessanti della Penisola che ha dato risalto ai produttori (Tenuta del Paguro con il Romagna Albana Docg Squilla Mantis 2019 UWW, Tenuta Campo al Signore con il Bolgheri Rosso Doc 2018 UWW, il Consorzio Agerasprinio Più o Meno Dieci con Asprinio DOC Aversa 2023 e Tenuta Asinara e il suoCayenna Submariner) che con passione e cura si dedicano a questo tipo di produzione singolare quanto affascinante. Un ringraziamento particolare all’Agenzia Mg Logos di Stefano Carboni e Maria Grazia D’Agata per il supporto, la condivisione e l’organizzazione stampa.

Roma: al Circo Massimo l’edizione 2024 di Vinòforum

La 21esima edizione di Vinòforum, per la prima volta ospitata nella storica cornice del Circo Massimo, ha segnato un traguardo straordinario nel panorama enogastronomico italiano. Gli organizzatori, soddisfatti dei risultati, parlano di un’edizione record che ha visto la partecipazione di 80.000 appassionati di vino e cibo, di cui oltre 19.000 erano operatori del settore.

Emiliano De Venuti, fondatore e organizzatore di Vinòforum, ha espresso grande soddisfazione per il livello qualitativo dei partecipanti: “Vinòforum 2024 ha superato tutte le aspettative. I produttori presenti, con le loro storie e prodotti eccellenti, sono stati il cuore pulsante della manifestazione. Un ringraziamento speciale va anche ai grandi chef, maestri pizzaioli, e ristoratori che hanno arricchito ogni serata con il loro talento e passione.”

La manifestazione ha visto la partecipazione di 800 cantine vitivinicole, che hanno offerto non solo degustazioni, ma anche racconti approfonditi delle proprie storie e territori. Numerosi i Consorzi di Tutela presenti tra cui: Consorzio DOC Friuli, il Consorzio di Tutela del Primitivo di Manduria, e l’Istituto Marchigiano di Tutela Vini. Anche i vini del Piemonte, rappresentati dal Consorzio del Barbera D’Asti e Vini del Monferrato, hanno avuto un ruolo di rilievo.

Le serate sono state animate da eventi esclusivi come le The Night Dinner, organizzate in collaborazione con La Molisana e Hendrick’s Gin, che hanno registrato il tutto esaurito fin dai primi giorni. Grande successo anche per le Pizza Dinner Gala, in collaborazione con Molino Casillo, che hanno visto protagonisti abili pizzaioli.

Un’attenzione particolare è stata riservata ai Temporary Restaurant e alle Wine Top Tasting, offrendo ai partecipanti l’opportunità di incontrare e conoscere le cantine più prestigiose, guidati dai sommelier dell’AIS Lazio. La novità di quest’anno, Casa Barolo, organizzata dalla Strada del Barolo e dei grandi vini di Langa, ha suscitato interesse, offrendo un’immersione completa nel mondo enologico piemontese.

Le masterclass curate dal Club Amici del Toscano e dalla Fondazione EvooSchool, insieme alle Chef Table di Arsial e Regione Lazio, hanno arricchito ulteriormente l’esperienza dei visitatori.

Vinòforum 2024 è stato anche teatro di importanti premiazioni: la finale de La Città della Pizza Tour Nazionale 2024 ha visto trionfare Francesco Pellegrino della Pizzeria Levante di Altamura con la sua pizza “Sinergia”. Un altro momento clou è stata l’assegnazione del titolo di Miglior Sommelier di AIS Lazio a Umberto Trombelli, delegato di AIS Latina e Consigliere Regionale AIS Lazio.

Infine, i primi Wine Digital Communication Awards hanno premiato l’eccellenza nella comunicazione digitale nel mondo del vino. Tra i vincitori, Luca Grippo (@lugrippo) per il miglior utilizzo delle foto, Andrea Zingrossi (@trotterwine) per i video sui social, Francesca Piemontese (@francescasommwine) per la miglior rubrica creativa e le Tenute Marchesi Antinori (@marchesiantinori) per il miglior digital storytelling in cantina.

A Salerno torna “Buonissimi”: 10 piatti tra ricerca e sostenibilità, nella cornice del porto di Marina d’Arechi

Parlare di ricerca è d’obbligo, soprattutto di fronte alle malattie gravi dell’infanzia, quelle che spesso neanche fanno notizia, tanto siamo frastornati da immagini violente in giro per il mondo. Eppure esistono iniziative, eventi, raccolte fondi che salvano vite umane nel vero senso della parola. La metafora, lo diciamo subito a scanso di equivoci, cruda dell’immagine di tre autobus colmi di bambini che evitano ogni anno di precipitare da un dirupo, salvati dalle tecnologie avanzate offerte grazie all’azione efficace del progetto “Editor” di Buonissimi, è l’emblema dell’opera di molti a supporto dell’intera Umanità.

L’Associazione OPEN (Oncologia Pediatrica E Neuroblastoma) OdV guidata dalla Presidente Anna Maria Alfani, toccata direttamente dal dolore, si è posta l’obbiettivo di arrestare la folle corsa verso la morte e l’iniqua sofferenza di tanti ragazzi. Lo fa da sempre con l’aiuto fondamentale di Silvana Tortorella e Paola Pignataro, amiche di cuore che hanno condiviso la voglia di rialzarsi di Anna Maria e fronteggiare a viso aperto “la bestia”, affinché altri genitori non condividano in futuro la medesima sorte.

“Nutrire la Ricerca dalla A alla Z” è il tema proposto quest’anno: oltre 300 tra cuochi, chef Stella Michelin, pizzaioli, pasticceri, cantine, birrifici e bartender. Allora perché non approfittarne proponendo una lista di piatti gourmet in abbinamento con i vini della serata? Ben 10 ricette uniche, scelte a caso tra le tantissime degustate durante Buonissimi 2024 per stile, gusto, originalità ed eleganza. Alla fine i veri vincitori sono la ricerca e la solidarietà magari in un corretto e consapevole pairing cibo-vino indicato nelle regole salutari della Dieta Mediterranea.

Ecco i 10 piatti di Buonissimi 2024

Taverna Estia – Francesco Sposito – Risotto, bufala e colatura

Foto © Alessandra Farinelli

Riuscire ad equilibrare i sapori in un piatto complesso come quello proposto da chef Sposito è davvero difficile. La scelta del riso Magnum di Hera nei Campi ha consentito un’ottima mantecatura tra mozzarella di bufala e colatura di alici. Vino in abbinamento Fiano di Avellino “Elle” 2022 – Laura De Vito.

Acqua Pazza – Gennaro Marciante – Millefoglie di alicetta salata Acquapazza Gourmet 10 mesi di stagionatura, arancia candita e finta mayo di limoni

La regina della Costiera Amalfitana, l’alicetta salata proposta in due consistenze tra una parte croccante ed una liquida nell’ancestrale Colatura di Alici, preparazione che si tramanda da generazioni. Vino in abbinamento Spumante Brut “Selim” – Viticoltori De Conciliis.

Casa Federici – Francesco Cerrato – Riso di pasta aglio olio e peperoncino

Curiosa e intrigante commistione l’idea di realizzare un riso di pasta, proposta nella rivisitazione della celebre aglio, olio e peperoncino. Amalgama di forte impronta, che però non sacrifica l’eleganza finale all’assaggio. Vino in abbinamento: Cilento Fiano “Vigna Girapoggio” 2022 – Verrone Viticoltori.

Veritas – Marco Caputi – Ricordo di un risotto allo zafferano

L’aromaticità è il segno tangibile della ricetta pensata da Marco Caputi per Buonissimi. Non è un pre-dessert ma neppure un piatto salato. Pura fantasia, tecnica e consistenza dei sapori, basta chiudere gli occhi. Vino in abbinamento: IGT Campania Falanghina “Alabastra” 2016 – Cantine Pintore & Valentino.

Li Galli dell’Hotel Villa Franca di Positano – Antonio Mezzanino e Domenico Langella – Bao di ricciola marinata alla rapa rossa, maionese al wasabi, caviale di aringa, germogli e popcorn

Delicatezza dall’inizio alla fine. Può essere trattato da finger food, anche se la calma necessaria per l’assaggio delle sue componenti richiede una comoda seduta al tavolo muniti di forchetta e coltello. Vino in abbinamento: Franciacorta Brut Metodo Classico – Ricci Curbastro.

President – Paolo Gramaglia – un tuffo dal trampolino del Vesuvio

Le creazioni di chef Gramaglia rasentano la perfezione di un quadro pittorico. In questo caso a dominare è il Vesuvio con tanto di piccola colata gustosa. Vino in abbinamento: Greco di Tufo 2021 – Cantine Di Marzo.

Re Santi e Leoni – Luigi Salomone – Ceviche cocco ananas e arachidi

Foto © Alessandra Farinelli

Consistenza ed elementi saporiti all’interno di una cornice vivace e fresca tra la ceviche e il cocco. Cromaticamente e gustativamente di gradevole impatto. Vino in abbinamento: Colli di Salerno IGT “Quartara” 2020 – Lunarossa.

Wip Burger – Domenico Fortino – Il mio territorio

Non poteva mancare una menzione degna di nota per la pietanza campana conosciuta ed esportata in tutto il mondo: la pizza. Domenico Fortino la rivisita nella classica scarola e alici, rigorosamente in versione “bianca”. Vino in abbinamento: IGT Colli di Salerno “Gabry” Pet Nat di Lenza Viticoltori.

La Terrazza by Casa a tre Pizzi – Gabriele Martinelli – Gnocco di baccalà

Lo gnocco della tradizione natalizia, che incarna l’idea di frittellina di baccalà. Immerso in un consommé salato diventa un piatto unico appetitoso per concludere il pasto. Vino in abbinamento: IGT Colli di Salerno “2mila18” Fiano 2022 – Mila Vuolo.

Nunù Patisserie – Giovanna Di Napoli – Bignè croquelin cremoso al limone namelaka alla fragola confit di fragola meringa croccante alla menta

Da assaporare in un semplice boccone, dando cura alla mescolanza delle varie componenti. Superba la namelaka alla fragola e rinfrescante il croccante alla menta. Suggeriamo, per una volta, l’assaggio in pura meditazione usando la fantasia nel proporre anche tisane o preparazioni analcoliche fredde a base di frutta.

Ecco di seguito tutte le nostre interviste

Vino Sapiens: Nicola Biasi e i Vini della Rete Resistenti Conquistano Roma

Molti consensi per il secondo appuntamento del ciclo di conferenze sulla sostenibilità vitivinicola organizzato da Vino Sapiens, svoltosi a Roma. La presentazione dei vini della Rete Resistenti, guidata dall’enologo Nicola Biasi, ha interessato una platea composta da giornalisti, ristoratori, sommelier, tecnici e appassionati, offrendo un’esperienza di degustazione differente dal solito

Il Progetto Vino Sapiens

L’evento, parte di un’iniziativa ideata da Costantina Vocino e Marco Felini, co-fondatori di Vino Sapiens, ha come obiettivo la promozione di una viticoltura autentica e sostenibile. La conferenza di Nicola Biasi è stata accompagnata dall’assaggio di otto etichette della Rete di imprese Resistenti, sottolineando il connubio tra eccellenza qualitativa e sostenibilità ambientale.

La Filosofia di Nicola Biasi

“Fare il miglior vino possibile che sappia interpretare il territorio”: questo è il mantra di Nicola Biasi e della sua Rete Resistenti. In un’epoca in cui i cambiamenti climatici minacciano seriamente la viticoltura, le varietà resistenti alle malattie fungine – note come Piwi – rappresentano una risposta efficace e sostenibile. Queste varietà permettono di produrre vini di alta qualità riducendo al contempo l’impatto ambientale, una priorità fondamentale per Biasi e i suoi collaboratori.

Enologia Sostenibile

La Rete Resistenti punta su una viticoltura di precisione e un’enologia dedicata per esaltare le qualità delle varietà resistenti. Come spiega Biasi, “non si tratta di rinnegare la tradizione, ma di adattarsi alle nuove sfide ambientali, mantenendo sempre un legame con il territorio.” Questo approccio ha portato alla creazione di vini che combinano eccellenza e sostenibilità, come dimostrato durante la degustazione.

Vantaggi delle Varietà Resistenti

Uno studio condotto su filari di varietà resistenti e non resistenti dell’Azienda Albafiorita ha evidenziato significativi benefici ambientali. Con l’uso dei Piwi, l’impronta carbonica è stata ridotta del 37,98%, e i trattamenti fitosanitari sono passati da 16 a 4 all’anno. Questi risultati dimostrano come le varietà resistenti possano contribuire a una viticoltura più sostenibile e meno impattante, sia dal punto di vista ambientale che sociale.

Sfide e Opportunità

Nonostante i numerosi vantaggi, l’adozione delle varietà resistenti presenta ancora alcune sfide. I costi di impianto sono più elevati, e trovare la varietà più adatta a ogni specifico territorio richiede tempo e ricerca. Inoltre, non tutte le Regioni italiane hanno ancora autorizzato la produzione e la commercializzazione del vino da uve Piwi. Tuttavia, i benefici a lungo termine – tra cui la riduzione dei trattamenti chimici, il minor consumo di acqua e l’abbattimento delle emissioni di CO2 – rendono questi sforzi altamente promettenti.

I vini degustati

Durante l’evento, ho avuto l’opportunità di degustare otto etichette della Rete Resistenti, tutte espressione di un terroir unico e di pratiche vitivinicole sostenibili. Tra queste, spiccano:

ECELO 1° di CA’ DA ROMAN, M’AMA 2022 dell’Azienda Agricola Albafiorita

FORTE 2022 di Colle Regina, BABY RETINES 2022 di Resistenti Nicola Biasi, DIVENTO 2022 di Vigneti Vinessa, SINFONIA 2022 di Tenuta della Casa, COSTANTE 2022 di Poggio Pagnan e il prestigioso VIN DE LA NEU 2020 di Nicola Biasi.

Grazie all’innovazione e alla sostenibilità, questi vini stanno guadagnando un posto di rilievo nel panorama enologico italiano, dimostrando che è possibile coniugare qualità e rispetto per l’ambiente. Un esempio virtuoso di come la viticoltura possa evolversi, affrontando le sfide del futuro senza dimenticare le radici della tradizione.