Best Wine Stars: le “stelle” del vino splendono a Milano

di Carolina Leonetti

Nelle giornate del 20-21 e 22 maggio si è tenuta a Milano, Palazzo del Ghiaccio, la quarta edizione dell’evento-degustazione Best Wine Stars.

Oltre 200 realtà wine e spirit selezionate dalla società Prodes Italia, con ben 800 etichette in degustazione: una bella vetrina per i produttori che hanno avuto l’occasione di presentarsi al grande pubblico e agli addetti del settore. La manifestazione ha avuto anche momenti di approfondimento con talk e masterclass tenuti da esperti organizzate in collaborazione con la sommelier e scrittrice Adua Villa.

Carolina Leonetti autore di 20Italie

Tra le news di questa quarta edizione la presenza di un’area bio dedicata a quelle aziende che hanno fatto della sostenibilità la loro missione. Il giro tra i banchi d’assaggio, accompagnata dalla mia amica e sommelier Marta, si prospetta davvero interessante.

Il tour inizia con la Cantina Merlotta Vignaioli dal 1962. Siamo in Romagna, precisamente a Imola; qui da oltre sessant’anni si coltivano vitigni autoctoni e dalla fine degli anni novanta l’attenzione della cantina alle colture internazionali è stata una carta vincente che ha portato a nuove interpretazioni di Chardonnay e Cabernet Sauvignon.

L’assaggio parte con due bollicine, la prima a base Pinot Nero e Chardonnay: Predio Brut dal nome affascinante “Perla Rara”, qui l’armonia tra l’eleganza dello Chardonnay e la struttura del Pinot Nero danno vita ad uno spumante metodo Charmat Lungo molto interessante, elegante e cremoso con una spiccata mineralità; la seconda è un’interpretazione del vitigno autoctono della zona, il Pignoletto, uno spumante brioso, fresco con note che richiamano la mela golden e rimandi floreali.

Il colpo di fulmine arriva con il loro Romagna Albana Secco “Icona di Stile”, un tripudio di profumi e sapori, dalla frutta tropicale alle note mielate e ammandorlate.  Un vino elegante, sontuoso prodotto da uve che nelle annate favorevoli vengono attaccate della botritys cinerea, una bevuta nobile.

Ci spostiamo in Toscana da Tenuta di Artiminio, posta sui colli del Montalbano ha una storia che si perde nei secoli, dal periodo etrusco al 1596 quando il Granduca Ferdinando I de ‘Medici fece erigere la Villa Medicea “La Ferdinanda”.

La loro produzione spazia dalle blasonate DOGC Carmignano e Chianti, ad un vino che attira per il nome stravagante Vin Ruspo, rosato che vedrei ben abbinato alla pappa al pomodoro, per arrivare alle IGT e l’assaggio di Artumer, blend di Trebbiano e Petit Manseng anticipa le bevute estive.

Scendiamo ancora lo Stivale per arrivare in Abruzzo a Contrada Camerino, dove ad accoglierci troviamo  il patron della cantina La Lignite. Il racconto diretto dei produttori è molto coinvolgente, una storia familiare che parte dai nonni, dal lavoro quotidiano nei terreni fertili e vocati per la coltivazione della vite. Partiti da una piccola produzione ad uso familiare, con gli anni l’azienda si è strutturata per far fronte alla crescente richiesta e per dare vini sempre di ottima qualità. Il nome dell’azienda fa riferimento al luogo in cui si trova il vigneto, su una vecchia miniera di lignite dismessa.

Due sono le linee: Lignite e Montevignani. Non posso tirarmi indietro e li assaggio tutti! Della linea Lignite mi colpisce il rosato, un bel rosato carico da Montepulciano in purezza, un gusto morbido, l’utilizzo esclusivo dell’acciaio per la fermentazione e maturazione esalta le caratteristiche del frutto e del territorio. Montevignani è invece il loro fiore all’occhiello, blend di Montepulciano e Cabernet, affinato in piccole botti, regala una grande finezza e leggerezza gustativa.

Il nostro giro è un po’ strano, decidiamo di risalire la Penisola e approdiamo in Friuli dall’azienda Paradiis che prende il nome dalla piccola frazione Paradiso, nel Comune di Pocenia a metà strada tra Udine e Lignano Sabbiadoro. In questa zona del medio Friuli Venezia Giulia, dove le terre sono definite “terre forti” proprio per la natura geologica dei terreni, particolarmente tenaci, argillosi e adatti alla coltivazione di uve a bassa resa per ettaro, l’azienda produce vini dotati di spiccata personalità spaziando dai vitigni autoctoni a quelli internazionali. Mi soffermo sul Friulano e sul loro Refosco dal peduncolo rosso, e ne riconosco le peculiarità di cui sono grande ammiratrice, due bevute veramente interessanti.

Quando si sta bene e si è intenti a fare cose interessanti non ci si rende conto del tempo che vola. Sono quasi le 17 ed è ora di avvicinarci ai tavoli della masterclass che abbiamo prenotato: “Sensibili alla Sostenibilità” Le aziende protagoniste sono Borgoverde Soc Agricola S.S., Bulichella, Marisa Cuomo e Monviert a raccontarcele Francesco Quarna al fianco di Adua Villa.

Si parte con Isabella, Manzoni Bianco di Borgoverde, per passare alla Ribolla Gialla di Monviert, quindi allo spettacolare Fiorduva di Marisa Cuomo; Il Rubino e Montescristo di Bulichella tra i rossi, ritorna Marisa Cuomo con il Furore Riserva, e si conclude con lo Schioppettino di Monviert e il 39 di Borgoverde.  Otto vini che ci fanno percorrere altrettanti viaggi verso terre così diverse.

La giornata volge al termine, un ultimo giro tra i banchi non può mancare, cos’altro dire se non che non si finisce mai di imparare. E si impara soprattutto parlando con i produttori che sono ogni giorno in prima linea, che affrontano fatiche e difficoltà, che amano la loro terra, che danno vita, per scomodare Galileo, allo straordinario composto di umore e di luce.

Prosit!

Campania Stories: l’Irpinia ospita l’edizione 2023

Comunicato Stampa

È l’Irpinia ad ospitare l’edizione 2023 di Campania Stories. La stampa specializzata nazionale ed internazionale sarà in provincia di Avellino dal 23 al 26 maggio prossimi per la presentazione delle nuove annate dei vini prodotti nelle principali denominazioni campane. Oltre 90 le adesioni da tutta la regione alla rassegna organizzata da Miriade & Partners con le aziende partecipanti che celebra lasinergia tra tutte le componenti del mondo del vino: le cantine campane, l’indispensabile collaborazione di AIS Campania, il sostegno della Regione Campania, che anche quest’anno ha inserito la rassegna nell’elenco delle manifestazioni fieristiche e degli eventi di promozione a cui partecipa in via ufficiale, e la media partnership di Luciano Pignataro Wine Blog.

Anche questa edizione di Campania Stories vedrà la presenza sul territorio di autorevolissime firme della stampa di settore nazionale e internazionale, mentre durante l’anno verranno organizzati groupage internazionali dando la possibilità alle cantine di far assaggiare i propri vini alle più importanti testate mondiali, fornendo allo stesso tempo a giornalisti e operatori contenuti tecnici e aggiornamenti sui dati di produzione di filiera. Una rassegna, dunque, che dura 365 giorni, anche attraverso le attività digitali (e non solo) dipromozione della Campania del vino nel mondo, presentando sul web e sui social denominazioni, territori e protagonisti del mondo del vino della regione,da seguire attraverso gli hashtag #campaniastories e #iobevocampano e sul sito www.campaniastories.com.

Campania Stories sarà come sempre strutturata con tasting riservati alla stampa e visite in cantina e ai territori della regione. Sede delle degustazioni dell’edizione 2023 di Campania Stories sarà l’Hotel Villa Calvo – Ristorante La locandina di Aiello del Sabato (Avellino), mentre il luogo in cui si darà inizio alla rassegna sarà il centro storico di Gesualdo, tra i “Borghi più belli d’Italia”, con il suo castello, con il patrocinio del Comune di Gesualdo. Un luogo che entusiasmò Torquato Tasso, che celebrava la “terra fortunata, aprica, che inonda e porta a più felici genti”, conosciuta anche per i marmi che qui si estraggono, che Vanvitelli usò nella Reggia di Caserta e Carlo III di Borbone per il Palazzo Reale di Portici. In cima al borgo c’è il castello, tra i monumenti più importanti della Campania, che fu dimora e sede di una illuminata e sfarzosa corte musicale del Principe Carlo Gesualdo, uno dei più illustri madrigalisti di ogni tempo apprezzato in tutto il mondo, musicista raffinatissimo innovatore ed eccezionale precursore della musica moderna. In questo luogo a lui molto caro Carlo Gesualdo si rifugiò dopo aver ucciso la moglie Maria D’Avalos e il suo amante Fabrizio Carafa sorpresi in flagrante adulterio, un duplice omicidio che sconvolse la Napoli del 1590. Dal castello di Gesualdo Carlo Gesualdo si prodigò in opere di bene per espiare la sua colpa e, per attenuare l’onta del tradimento e il rimorso, cercò conforto nella musica. Sarà questo luogo ricco di fascino e storia ad ospitare la serata inaugurale di Campania Stories, una “festa contadina” in cui si festeggerà anche il trentennale della denominazione Taurasi Docg, in collaborazione con il Consorzio Tutela Vini d’Irpinia, e che celebrerà l’Irpinia nella sua autenticità, dalle produzioni tipiche alle espressioni artistiche, accompagnati dalla Scuola di Tarantella Montemaranese, interprete di una tradizione popolare millenaria dell’Irpinia. 

Venerdì 26 maggio, infine, a conclusione del programma per la stampa, l’atteso Campania Stories Day, degustazione per operatori e appassionati provenienti da tutta Italia, in programma sempre all’Hotel Villa Calvo – La Locandina di Aiello del Sabato (Avellino) su tre fasce orarie (10.30-12.30, 15.30-17.30, 18.30-20.30) con prenotazione obbligatoria fino a esaurimento posti (per info: whastapp 379.1991513, 329.9606793, 392.0059528 – eventi@miriadeweb.it).

Ecco le cantine che parteciperanno all’edizione 2023 di Campania Stories: Irpinia (Avellino): Amarano, Barbot Stefania, Borgodangelo, Cantina del Barone, Cantine Dell’Angelo, Cantine di Marzo, Colli di Lapio, Contrade di Taurasi-Cantine Lonardo, De’ Gaeta, De Vito Laura, Di Meo, Di Prisco, Donnachiara, Famiglia Pagano, Feudi di San Gregorio, Ferrara Benito, Fiorentino, I Capitani, I Favati, Il Cancelliere, Il Cortiglio, Le Otto Terre, Macchie Santa Maria, Masseria Alfano, Masseria Della Porta, Nativ, Perillo, Petilia, Pietracupa, Sanpaolo di Claudio Quarta, Tenuta Cavalier Pepe, Tenuta De Gregorio, Tenuta del Meriggio, Tenuta Pietrafusa di Villa Matilde Avallone, Tenuta Madre, Tenuta Sarno 1860, Tenuta Scuotto, Traerte, Vesce Giovanni, Vesevo, Vigne Guadagno, Villa Raiano, Vinusco; Sannio (Benevento): Cantina di Solopaca, Cantine Tora, Fattoria La Rivolta, Fontanavecchia, Fontana Reale, La Fortezza, La Guardiense, Monserrato 1973, Mustilli, Ocone 1910, Rossovermiglio, Tenuta Sant’Agostino, Terre Stregate, Torre del Pagus; Caserta: Alois, Cantina di Lisandro, Caputo 1890, Galardi, Masseria Piccirillo, Paparelli Luca, Porto di Mola, Sclavia, Torelle, Vigne Chigi, Villa Matilde Avallone; Napoli: Abbazia di Crapolla, Agnanum, Astroni, Bosco de’ Medici, Cantavitae, Cantine Carputo, Cantine del Mare, Cantine Olivella, Casa Setaro, Contrada Salandra, D’Ambra Vini d’Ischia, La Pietra di Tommasone, La Sibilla, Portolano Mario, Salvatore Martusciello, Sorrentino. Salerno: Cantina dei Quinti, Cuomo Marisa, Il Colle del Corsicano, Montevetrano, Sammarco Ettore, San Salvatore 19.88, Tempa di Zoè.

Campania Stories promuove e lavora per la sinergia tra i territori. In questa ottica è in programma in questa edizione anche un focus sulla Basilicata e, in particolare, sulle cantine di Generazione Vulture, ospiti di Campania Stories in vista di future collaborazioni tra le aree vinicole delle due regioni: in degustazione i vini di Basilisco, Carbone Vini, Fucci Elena, Grifalco, Madonne delle Grazie, Martino, Musto Carmelitano.

UFFICIO STAMPA

MIRIADE & PARTNERS SRL

Massimo Iannaccone – tel. 392.9866587

Diana Cataldo – tel. 329.9606793

Serena Valeriani – tel. 392.0059528

E-mail: ufficiostampa@miriadeweb.it Sito internet: www.campaniastories.com

“I Garagisti di Sorgono”: il Mandrolisai con firma d’autore

di Adriano Guerri

Nella medievale Rocca Rangoni di Spilamberto (Mo), durante la 7°edizione dell’evento Vignaioli Contrari, ho conosciuto un piccolo angolo di Sardegna con la cantina I Garagisti di Sorgono.

Sono rimasto colpito dai loro vini e ve li propongo con alcuni cenni sull’azienda. 

I Garagisti di Sorgono è una splendida realtà enologica sarda, nata nel 2015 dall’unione di tre giovani viticoltori: Pietro Uras, Renzo Manca e Simone Murru. Il loro obiettivo è produrre vini artigianali, espressivi e di elevata qualità con vitigni autoctoni dell’isola.

Pietro Uras – I Garagisti di Sorgono

Coltivano circa 10 ettari vitati al centro geografico della Sardegna, più precisamente a Sorgono (NU), area di confine fra Barbagia e Campidano all’interno della Doc Mandrolisai. Alcuni vigneti ad alberello libero, considerati tra i più belli del mondo, superano addirittura gli ottanta anni di età; altri invece arrivano ai sessanta, messi a dimora dai genitori e persino dai nonni dei proprietari.

Le altimetrie si attestano sui 550 metri s.l.m. con suoli poveri e sabbiosi derivanti da disgregazione granitica. Il clima è di tipo mediterraneo, caratterizzato da notevoli escursioni termiche e le uve beneficiano della maggior concentrazione di aromi. Le varietà coltivate sono, Cannonau, Monica e Muristellu (o Bovale Sardo). La scelta del nome aziendale deriva da “Vin de Garage”, termine usato a Bordeaux per aziende di piccole dimensioni, limitate produzioni e vini di indubbia qualità.

Note di degustazione 

Rosato Mandrolisai Doc 2022 – dalle eleganti note di rosa, lampone e creme de cassis. Fresco, sapido, leggiadro e ben ordinato.

Parisi – Bovale Igt 2021 – rosso rubino intenso, naso da viola mammola, ribes nero, pepe in grani e liquirizia. Gusto piacevolmente tannico, vellutato ed equilibrato. 

Manca – Cannonau Doc 2020 –  riflessi rubino vivaci, intensi aromi di more, prugna, ribes e mirtillo che anticipano note di pepe nero ed erbe aromatiche. Avvolgente, coerente e persistente.   

Murru – Monica Doc 2020 – rubino intenso, naso da ciliegia, lampone e rabarbaro, cui seguono note di spezie dolci e mandorla. Molto lungo e armonioso. 

Uras – Mandrolisai Doc 2020 – svela subito nuance di petali di rosa rossa, frutti di bosco, macchia mediterranea e sottobosco. Finale sapido, rotondo e armonioso.

MAGGIO: I VINI DELLA DIETA MEDITERRANEA WINE TOUR

Comunicato Stampa

Maggio: il mese dei vini di Salerno in Campania. Una passeggiata primaverile tra le sfumature e i colori dei vini della provincia di Salerno

“Il vigneto Salerno” rientra nel circuito firmato Campania.Wine, e porta avanti un fitto programma di iniziative primaverili che vedono in calendario diverse attività promosse dal Consorzio VSV con il contributo del MASAF ai sensi del decreto direttoriale n. 553922 del 28 ottobre 2022.
Il mese di maggio verrà infatti dedicato al tour intitolato: “I vini della dieta mediterranea Wine Tour: mese dei vini di Salerno in Campania”, un ciclo di incontri che coinvolgerà le 5 province campane.
Infatti, saranno ben cinque gli appuntamenti che porteranno alla scoperta delle diverse realtà dislocate su tutta la provincia di Salerno, dando la possibilità di incontrare e conoscere questo ampio territorio.
Cinque anche le realtà ricettive territoriali scelte per ciascuna provincia regionale, tali da diffondere in modo capillare la ricca provincia di Salerno e permettere a tutti una più facile partecipazione.
Quella della provincia di Salerno è infatti un’area che per la sua varietà e complessità diventa laboratorio culturale e di biodiversità. Riguardo la produzione vitivinicola, è altresì un territorio ricco di sfaccettature, tali da avere situazioni molto diverse tra loro.
Si tratta di un territorio in prevalenza collinare, ricco di corsi d’acqua, ma non mancano poi le alture di rilievo, tra cui il Cervati (1898 m) e il massiccio degli Alburni col monte Panormo (1742 m). Riguardo la fascia costiera, che si estende per circa 220 km, possiamo dividerla in tre parti, quella nord che è rappresentata dalla costiera amalfitana, aspra e frastagliata; quella centrale, più piatta, che è caratterizzata da un’ampia ed ininterrotta spiaggia, circondata da una rigogliosa pineta – che si estende per più di 50 km da Salerno ad Agropoli – e infine la parte sud, la Costiera Cilentana, che si estende per circa 100 km da Agropoli a Sapri ed è caratterizzata dal continuo alternarsi di tratti aspri e rocciosi a spiagge ampie e sabbiose.
Quello che verrà proposto sarà un calendario ricco e diversificato che vedrà affrontare un tema diverso, dalla potenzialità dei bianchi di esprimersi nel tempo, alle declinazioni in rosa frutto delle espressività varietali presenti nell’ampio areale, fino a una panoramica dei grandi bianchi di questo territorio e delle diverse tipologie presenti.
Ogni appuntamento prevederà una serata aperitivo, con degustazione condotta da un degustatore esperto, che racconterà la storia dei territori e guiderà gli intervenuti nell’abbinamento dei prodotti che accompagneranno le degustazioni.
Un gioco di sinergie con l’intero territorio regionale che vuole rendere sempre più attive ed efficaci le connessioni tra il mondo ricettivo e i fruitori finali e che mira ad accrescere il livello di riconoscibilità dei prodotti a DO/IG territoriali, a rafforzarne l’immagine e la notorietà e, contestualmente, a rafforzare il legame con il territorio di produzione quale luogo di elezione delle produzioni di qualità territorialmente riconosciute.

Di seguito il calendario che vedrà definite tematiche diverse, dando ampio spazio ai numerosi produttori legati a questo vasto territorio.

PROGRAMMA

MAGGIO:“I vini della dieta mediterranea Wine Tour: mese dei vini di Salerno in Campania”

• 4 maggio ore 18.00
Tenuta Villa Cuccola Strada Provinciale Bellona\Capua km 1,9, 81041 Bellona, Caserta.
I Vini Della Dieta Mediterranea Wine Tour – Serata Aperitivo nel casertano:
Espressioni in rosso e in bianco dei vini della provincia di Salerno

• 5 maggio ore 18.00
Ristorante Saint Joseph
Via S. Allende, 66, Salerno
I Vini Della Dieta Mediterranea Wine Tour – Serata Aperitivo a Salerno:
I Grandi Bianchi

• 16 maggio ore 19.30
Ristorante Sartù
Via S. Gennaro Al Vomero, 13, 80129 Napoli NA
I Vini Della Dieta Mediterranea Wine Tour – Serata Aperitivo a Napoli:
La longevità dei bianchi della provincia di Salerno

• 17 maggio ore 18.30
Locanda Radici
SP 21, Strada Provinciale Frasso Solopaca (Contrada San Vincenzo), 82030 Melizzano BN
I Vini Della Dieta Mediterranea Wine Tour – Serata Aperitivo nel beneventano:
Rosa tramonto nei calici dei vini della provincia di Salerno

• 30 maggio ore 18.30
Green Resort De Marco
Contrada Campore, snc – Chiusano di San Domenico (AV):
I Vini Della Dieta Mediterranea Wine Tour – Serata Aperitivo in Irpinia:
Dalla costiera cilentana, alla amalfitana passando per Salerno

Consorzio Vita Salernum Vites
Tre denominazioni di origine e due a indicazione geografica per un totale di oltre quaranta tipologie di vini, così il Consorzio Vita Salernum Vites si distingue come la provincia più estesa della regione Campania, con i suoi 145 soci – che comprendono tutte le 3 categorie di Viticoltori – Vinificatori – Imbottigliatori con un totale di 42.541 HL di vino imbottigliato ( circa 5.672.133 bottiglie potenziali) riferite all’anno 2022.
Una provincia piuttosto vasta, che si estende su una superficie di 4918 km² e comprende ben 158 comuni, attestandosi come prima provincia della regione Campania per numero di comuni.
Un territorio che si distingue anche per il suo patrimonio archeologico e culturale ( da Paestum e Velia alla Certosa di Padula, ai complessi ipogei delle Grotte di Pertosa e delle Grotte di Castelcivita) unico al mondo e naturalmente per la straordinaria bellezza paesaggistica, con due siti riconosciuti dall’UNESCO Patrimonio dell’umanità, la Costiera Amalfitana e il Parco Nazionale del Cilento e del Vallo di Diano (180.000 ettari), riconosciuto anche riserva della biosfera e primo geoparco in Italia.

Contatti e Ufficio Stampa:

Consorzio Vita Salernum Vites
consorziovsv@gmail.com
info@consorziovinisalerno.it

Coordinamento Press:
Fosca Tortorelli;
ufficiostampa@consorziovinisalerno.it

I tesori della Tuscia

di Alberto Chiarenza

La Tuscia è un territorio che nasconde molti tesori culturali ed enogastronomici. Tuttavia, se si vuole davvero scoprire e vivere questa regione in modo completo, c’è solo un uomo che ha una conoscenza approfondita del settore: il giornalista Carlo Zucchetti, dal suo inconfondibile cappello e dall’inesauribile esperienza sui piccoli tesori nascosti d’Italia.

Zucchetti è un grande conoscitore della Tuscia e ha guidato molte persone alla scoperta delle gioie culturali ed enogastronomiche, con una particolare attenzione ad un progetto sociale di assistenza e inclusione per ragazzi con disabilità, disagio psichico e dipendenze varie.

Un progetto portato avanti dalla Cooperativa Alicenova Sinergie Solidali, che si occupa di recuperare giovani ragazzi fragili con lo scopo di favorire il loro inserimento lavorativo e sociale.

La Cooperativa rientra in una vasta zona di competenza che va da Tarquinia, Viterbo, Montefiascone a Acquapendente, fino ad arrivare poi a Tuscania e Montalto di Castro. La loro mission sociale tocca molte località che coprono una vasta area nella Tuscia Viterbese.

La città di Viterbo è la prima tappa di questo percorso in cui ho potuto ammirarne le bellezze grazie alla guida turistica Alessandra Petra che ha narrato la storia dagli etruschi ad oggi passando per i Papi che si sono stabiliti qui per 25 anni, tanto che Viterbo si è guadagnata il soprannome di “città dei Papi”.

FATTORIA DI ALICE

Qui si trova Fattoria di Alice, dove ci accoglie Elisa Calanca, educatrice della Cooperativa e responsabile di S’Osteria38. Il progetto della Cooperativa Alice Nova Sinergie Solidali, si occupa di riabilitazione, inclusione e inserimento nel mondo del lavoro, con lo scopo di rendere un servizio alla persona, con una assistenza socio-riabilitativa, educativa e inclusiva. 

Elisa ci illustra il progetto di agricoltura sociale articolato su tre fattorie e un ristorante albergo, appunto S’Osteria38. Oltre ad Elisa, ci accoglie anche Emily Aversa che oltre ad essere una educatrice è anche la referente della Fattoria.

Fattoria di Alice possiede anche un laboratorio di trasformazione dove vengono lavorati i prodotti dei campi. In questo modo è nata l’idea di connotarsi come cooperativa di tipo B, per produzione e lavorazione. La Fattoria è un luogo meraviglioso pensato dal padre fondatore Vito Ferrante, artista e persona di profonda cultura, che ha dedicato la sua vita ad aiutare i ragazzi in difficoltà. Una sorta di oasi magica, in cui chi entra esce arricchito nel cuore e nell’anima.

I ragazzi partecipano attivamente alla coltivazione, all’allevamento di piccoli animali da fattoria e al mantenimento di tutta la struttura, sentendosi integrati e partecipi di un progetto che li coinvolge in attività atte a sviluppare le loro capacità cognitive. 

PICCOLA FORMAGGERIA ARTIGIANA

Oltre alla fattoria c’è la Piccola Formaggeria Artigiana, un caseificio nato dalla creatività e professionalità di un giovane produttore di formaggio, Marco Borgognoni. Lavora latte di ovino e caprino con assoluta maestria e con tecniche innovative fornendo formaggi di grande qualità, oltre ai fior di latte ottenuti con latte vaccino. Sapori unici e incredibili!

S’OSTERIA38 

Dopo aver sentito parlare così tanto di S’Osteria38, arrivo a Acquapendente grazie a Emily Aversa che ci accompagna nel tour. S’Osteria38 deve il suo nome perché era la 38ª sosta sulla Via Francigena, via che ha visto per secoli passare di qui i tanti pellegrini che percorrevano il famoso cammino per Roma e poi per la Terra Santa. 

Nasce quattro anni fa come albergo, ristorante e punto vendita in cui i ragazzi iniziano un percorso formativo in cucina, gestione della sala e dell’albergo. Queste attività aiutano a riabilitare persone con varie problematiche sociali grazie alle attività il cui scopo è l’inclusione e soprattutto generare un livello di competenze che possa consentire ai ragazzi di avere una professionalità e quindi un posto di lavoro.

La visita di Acquapendente mi ha portato a conoscere, sempre grazie a Alessandra Petra, il centro storico e i murales dipinti sugli edifici in occasione dell’anniversario della Via Francigena in cui famosi Street Artist provenienti da molte nazioni si sono cimentati dando un volto nuovo a case antiche.

FATTORIA ORTOSTORTO 

A Montalto di Castro si trova Fattoria Ortostorto, dalla connotazione agricola e turistica. Anche qui viene svolto un grande lavoro di riabilitazione e inclusione grazie al lavoro degli educatori che, insieme ai ragazzi, portano avanti con eccellenti risultati, l’attività di ospitalità e di produzione di prodotti agricoli, ortaggi e allevamento di animali da fattoria, che vengono poi lavorati nel laboratorio di trasformazione della Fattoria di Alice a Viterbo.

Da Montalto di Castro, non si poteva non andare a visitare il sito archeologico e naturalistico di Vulci. Una passeggiata tra le rovine Etrusche che portano il visitatore nel ‘500 A.C. quando la civiltà era fiorente e ricca. Uno sguardo sul passato di questa terra meravigliosa e ancora poco conosciuta, ma che merita di essere vista.

Poi c’è Nepi, un bene confiscato alla mafia, dove è in fase di avviamento un’attività cinofila ludico-ricreativa, riabilitativa e sportiva. In conclusione la Cooperativa Alicenova Sinergie Solidali è composta da circa 560 dipendenti tra contratti e partite iva e circa 190 soci.

Tra le attività connesse con il Programma Alice, ci sono altre tre importanti realtà produttive della Tuscia che meritano una menzione a parte per la loro rilevanza. Chiudiamo la nostra visita proprio con le immagini di quest’ultime:

La Cantina Muscari Tomajoli a Tarquinia

L’Allevamento di mucche maremmane Mariotti a Vulci

La Fattoria Sensi a Tuscania

Piemonte: il Barolo “Pierin” di John Maiolo

di Olga Sofia Schiaffino

Nel mondo del vino si presentano spesso occasioni fortunate di incontrare persone che ti colpiscono per le loro qualità e la loro determinazione: tra questi John Maiolo, appassionato di vino e con un grande sogno realizzato.

Da buon piemontese ha il Nebbiolo nell’anima e un progetto preciso: creare quel vino particolare che parli al cuore. Ma dove trovare le uve? Per fare un vino memorabile ci vuole qualcosa di speciale, come le uve dal vigneto storico nel cuore di Monforte d’Alba appartenuto al Pierin, Langhetto d’altri tempi e vignaiolo esperto.

Egli dedicò la vita alla vigna, un appezzamento con esposizione sud ovest nella Menzione Geografica Aggiuntiva “Ginestra”; intorno al 2006 vendette la proprietà ai fratelli Faccenda di Cascina Chicco, pretendendo però di continuare a lavorarla. Solo la morte, avvenuta nel 2018, lo separò definitivamente dalle piante e dalla terra tanto amata nel suo lavoro.

I nuovi proprietari, che da 4 generazioni sono dediti alla viticoltura e oggi possiedono circa 50 ettari nelle zone più vocate di Roero e Langhe, sono, per fortuna, degni rappresentati di un terroir unico e promotori di quei principi etici appartenuti al buon Pierin.

John Maiolo si rivolge a Enrico Faccenda per il suo progetto e decide di imbottigliare, con una propria etichetta, le uve provenienti dalla vigna di Pierin. Nasce un barolo davvero unico, vivo, autentico. Un vino a cui sono stati attribuiti punteggi elevati dalla critica di settore e che merita di essere descritto e narrato con termini alla portata di tutti.

Guardiamo la bottiglia prima di tutto: l’Albeisa, simbolo del territorio delle Langhe, con 300 anni di storia sulle spalle, è stata modellata dai maestri vetrai delle antiche Vetrerie di Poirino (TO). In etichetta un dipinto che raffigura le colline dell’Albese a Serralunga, una storia di famiglia in un mondo di ricordi dell’infanzia, di tradizioni contadine, dove l’uomo e la natura sono in perfetta armonia. Il padre di John, uno dei più grandi pittori europei naif-figurativi del secolo scorso, soleva ritrarre quei luoghi ricamati in ordinati filari per accogliere il nobile nebbiolo. Sembra di affacciarsi a una finestra a contemplare il paesaggio intorno, mentre nel calice si sprigionano profumi di viola, lamponi, ciliegia che sembra quasi in confettura, poi liquirizia, tabacco e cioccolato.

L’assaggio è emozionante, puro velluto liquido, con un tannino preciso e ordinato che anima il sorso:  la nota speziata accompagna il finale che si allunga, riportando alla memoria sentori e sapori. Un lavoro attento e scrupoloso, a cominciare dalla vendemmia manuale, iniziata nella seconda metà di ottobre nel 201, con due passaggi a distanza di circa 10 giorni di differenza. La fermentazione si è svolta in due settimane, in piccole vasche di acciaio con numerosi rimontaggi. La macerazione è durata invece 45 giorni; al termine di essa il vino è stato messo in botti di rovere da 2000 litri per attendere la fermentazione malolattica. Il periodo di affinamento si è compiuto per circa 32 mesi in botti grandi di rovere e per 13 mesi di nuovo in vasche d’acciaio.

Guardo John e mi colpisce il suo sguardo luminoso, mentre è in attesa di un commento sul prodotto che ho appena degustato: un vino che ti prende per mano e ti conduce in una dimensione dove c’è posto solo per le persone buone, per l’onestà e per l’amore a Madre Terra che ci ha dato i natali.

L’annata del Barolo Docg “Pierin” 2016 si divide in 1400 bottiglie, 100 Magnum e 10 Jeroboam, che promettono meraviglie per il futuro e che spero di avere l’occassione di riassaggiare, sicuramente in ottima compagnia.

La degustazione bendata: coinvolgere tutti i sensi (tranne la vista)

Si fa presto a dire blind tasting, il degustare vino “alla cieca” coprendo la bottiglia per non vederne l’etichetta e non sapere il produttore.

Avete mai provato a fare una degustazione dove ad essere bendati siete invece voi? A parole non si può forse spiegare ciò che si prova durante un’esperienza del genere, ma ci proviamo ugualmente.

Va sottolineato come la vista sia, di sicuro, uno dei nostri sensi più importanti e vitali, tante volte sopravvalutato nelle nostre valutazioni; ce ne accorgiamo solo nel momento in cui andiamo a non utilizzare più gli occhi, ma tutti gli altri sensi della natura: olfatto, gusto, udito, tatto. Nel caso dell’assaggio di un vino, il tatto è riferito al palato, alla lingua e alla bocca in generale, che è incaricata di decifrare il campione in assaggio per la parte gustativa. Pensateci bene: quando usiamo l’udito di fronte ad un bling tasting classico? Mai! E invece è così affascinante porre attenzione al suono che il vino emette mentre viene versato nel calice.

Per la degustazione al buio, può essere molto utile per decifrare intanto se si stia per assaggiare una bollicina o un vino fermo, differenza molto ben riconoscibile ascoltando il liquido scendere nel bevante. L’obiettivo primario di questo tipo di degustazione non è quello di indovinare il campione, piuttosto misurarci con una serie di sensazioni davvero nuove ed un approccio alla degustazione per nulla scontato.

Photo Credits @SelezioneBoccoli

Vediamo come funziona e chi ne sono gli ideatori

Durante la recente edizione di Only Wine Festival a Città di Castello (PG) sono entrata in contatto con Luca Boccoli e Ilaria Giardini, due appassionati esperti di vino, selezionatori e commercianti per la loro enoteca “Selezione Boccoli” di Grottaferrata, ai Castelli Romani. Invitati alla manifestazione per far conoscere la loro idea di “blind tasting”, hanno riscosso un enorme successo, attirando l’attenzione di tanti curiosi presenti in massa alla Masterclass.

Ilaria Giardini e Luca Boccoli

La degustazione al buio è nata da un’esigenza di Luca il quale, a causa di un incidente, quattro anni fa perse, purtroppo, l’uso della vista. Scopo di tale esercizio è quello di approcciarsi al vino apprezzandolo attraverso canali mai sperimentati prima. E’ un tipo di degustazione adatta a tutti: dal semplice curioso appassionato, all’esperto che vuole mettersi in gioco, scoprendo che il vino può andare ben oltre i colori, le sfumature, i punteggi o le etichette di grandi brand o piccole aziende (da cui siamo sempre influenzati).

Una volta fatte le dovute premesse e spiegato a cosa saremmo andati incontro durante quella esperienza, siamo stati invitati ad indossare le mascherine nere e a rilassarci. I sommelier hanno provveduto a servire i quattro vini, dopodiché Luca e Ilaria ci hanno invitato a mettere la mano sinistra alla base del primo calice (sempre partendo da sinistra) per avere un riferimento durante il black out e assaggiare i vini via via, con calma. Una musica di sottofondo, alternata da una prima rilassante, classica, strumentale e leggera a una più intensa, cantata ed energica, ha accompagnato l’assaggio.

Entrare in contatto così profondo e intimo con le proprie sensazioni non è cosa banale. Ognuno dei partecipanti in sala ha avuto la propria, personalissima, esperienza. Una volta che tutti avevano completato gli assaggi e, ancora con la mascherine indossate, siamo stati esortati a esternare le nostre impressioni per alzata di mano, ascoltando – e non vedendo – la persona che prendeva la parola. I risultati sono stati tra i più variegati: chi ha creduto di suonare un pianoforte, muovendo le dita da un calice all’altro, ritornandoci più volte per “risentire” quel vino; chi ha avuto la sensazione di danzarvi insieme, come in un sospirato ballo lento; qualcun altro ha immaginato quasi di fare l’amore con il vino, tanto è stato profondo il livello di intimità raggiunto attraverso i propri sensi.

Sara Cintelli autore di 20Italie

E a livello gustativo cos’è accaduto? Difficile riconoscere le tipologie in esame, essendo state private dell’analisi visiva che, di per sé, qualche indicazione sull’evoluzione la dà, oltre a evidenziarne immediatamente il colore! Un rosato è stato scambiato per un bianco, un bianco macerato a qualcuno è parso essere un rosso, un rosso (della Valpolicella) è stato scambiato per un Sangiovese e così via. Gli stessi produttori hanno partecipato al blind tasting, non riconoscendo le loro creazioni. Rilevante è stato davvero capire a quale livello possiamo arrivare enfatizzando l’attività di sensi come olfatto e gusto, provando emozioni inesplorate, spingendoci oltre le comuni soglie sensoriali a cui siamo abituati, scevri da ogni minimo condizionamento imposto dalla vista.

Un’esperienza che consiglio a tutti di fare: provare… per credere!

Lecci e Brocchi presenti ad Only Wine Festival 2023

Comunicato Stampa

Terminato un Vinitaly di successo per la cantina Lecci e Brocchi di Castelnuovo Berardenga si avvicina un nuovo ed importante appuntamento, quello con Only Wine Festival, l’evento che si svolgerà a Città di Castello dal 22 al 24 Aprile, e dove la cantina della famiglia Lastrucci sarà nuovamente protagonista con le sue nuove annate.

“Il Vinitaly appena concluso è stato per noi ricco di soddisfazioni, quest’anno infatti i contatti business sono stati superiori rispetto agli scorsi anni, grazie anche alle nuove politiche di ingresso attuate da Veronafiere.” – dichiarano Sabrina Lastrucci e Giovanni Di Grillo – “Abbiamo ricevuto tante conferme dai nostri importatori storici provenienti da Irlanda, Inghilterra, Canada e USA, ma si stanno aprendo anche nuovi mercati in particolare quelli della Colombia, Russia e Svizzera. Grande attenzione per i nostri vini anche da parte della stampa specializzata, dalle nuove annate emergono con chiarezza feed molto positivi sulla crescita qualitativa dei nostri prodotti, per noi una ulteriore motivo di grande orgoglio.”

Lecci e Brocchi farà anche parte della squadra delle 100 cantine selezionate da Only Wine Festival, il salone dei giovani produttori e delle piccole cantine, giunto quest’anno alla sua decima edizione. Sabato 22 e Domenica 23 aprile nello splendido scenario di Palazzo Vitelli a Sant’Egidio, nel cuore di Città di Castello, sarà possibile scoprire vini provenienti da 20 regioni italiane, rappresentate dai vignaioli under 40, con meno di 7 ettari di terreno o con meno di 15 anni di storia.
La cantina Lecci e Brocchi avrà in degustazione al proprio stand l’IGT Bianco “Sangiò Rinascimento” 2020, il Chianti Classico DOCG 2020 e il Chianti Classico DOCG Riserva “Il Chiorba” 2019.

“Aspettiamo con trepidazione l’avvicinarsi di questo importante evento” – commentano Sabrina e Giovanni – “per noi sarà ancora una volta, un momento di confronto con il pubblico ma anche e soprattutto con nostri colleghi e stampa specializzata, questo è il secondo anno ad Only Wine, un appuntamento a cui teniamo molto e che ci permetterà avere importanti feed anche e soprattutto da winelovers provenienti da tutta Italia.”

“La Repubblica delle Bolle”: al via la prima edizione dal 21 al 25 aprile

Comunicato Stampa

Dal 21 al 25 aprile 2023, ad Avellino, nella suggestiva cornice delle storiche cantine Mastroberardino, si terrà la prima edizione de “La Repubblica delle Bolle”.

L’evento, organizzato e promosso da Visit Irpinia con la collaborazione di Ais Campania Delegazione Avellino ed il patrocinio di Regione Campania, Provincia di Avellino e Comune di Avellino, nasce con l’obiettivo di accendere i riflettori sul mondo vasto e variegato delle bollicine, categoria di vini sempre più apprezzata in Italia e nel mondo che, anno dopo anno, vede lievitare produzioni e fatturati.

Malgrado la diffusione, però, delle bollicine si sa davvero poco. O meglio, molti consumatori abituali non conoscono le differenze tra una zona di produzione e l’altra, tra un metodo di spumantizzazione e l’altro, tra un vitigno e l’altro.
Così, abbiamo deciso di allestire una manifestazione in grado di fare un po’ di chiarezza e mettere tutti d’accordo: esperti, appassionati e semplici consumatori domenicali.

Per riuscirci, abbiamo previsto momenti didattici, fatti di MasterClass e degustazioni tecniche, e momenti di svago, durante i quali sarà possibile brindare in compagnia degli amici ascoltando un po’ di buona musica e godendo delle prelibatezze culinarie proposte all’interno dell’Area Food allestita per l’occasione.

Nel corso dei cinque giorni, gli avventori potranno assaggiare bollicine provenienti da ogni angolo del mondo. A partire da quelle irpine e campane, che vedranno la partecipazione in presenza di produttori e responsabili d’azienda e proseguendo con i grandi spumanti metodo classico e Charmat italiani (dal Trento Doc al Franciacorta passando per il Prosecco e l’Alta Langa). Non mancheranno, naturalmente, le iconiche bollicine prodotte in Francia (con una grande selezione di Champagne, Cremant e Blanquette), così come i sorprendenti nettari provenienti da Sud Africa, Inghilterra, Spagna, Germania, Austria e Nuova Zelanda.

A dare spessore alla parte tecnica, è intervenuta la preziosa collaborazione con Ais Campania che curerà MasterClass e momenti formativi e darà vita ad una manifestazione nella manifestazione intitolata Bullulae 2023. Si tratta di un evento di un singolo giorno dedicato esclusivamente alle bollicine metodo classico prodotte in Campania.

Insomma, ci sarà da imparare e divertirsi, facendo un viaggio meraviglioso intorno al mondo a cavallo di una bollicina.

PROGRAMMA

LE MASTERCLASS

Venerdì 21 Aprile
Dalle ore 19:30 alle ore 21:30
MasterClass: Bullulae 2023, il metodo classico in Campania
Conducono la degustazione Tommaso Luogo, Presidente AIS Campania, e Annito Abate, Delegato AIS Avellino. Dalle ore 18:30 alle ore 23:30, inoltre, si terrà un walkaroundtasting con sommelier Ais su metodo classico Campania.

Sabato 22 Aprile
Dalle ore 17:30 alle ore 19:30
MasterClass: Francia, Francia, Francia! (Champagne, Cremant e Blanquette)
Conduce la degustazione Gabriele Pollio, Delegato AIS Napoli

Domenica 23 Aprile
Dalle ore 18:00 alle ore 20:00
MasterClass: I grandi spumanti prealpini
Conduce la degustazione Franco De Luca, responsabile didattica AIS Campania

Lunedì 24 Aprile
Dalle ore 19:00 alle ore 21:00
MasterClass: Il giro del mondo in… Bolla (Sudafrica, Inghilterra, Spagna, Germania, Nuova Zelanda, Austria)
Conduce la degustazione Alessia Canarino, relatore Ais

GLI SPETTACOLI

Venerdì 21 Aprile
Angelo Di Falco – GB Husband
Se si dovesse raccontare l’evoluzione del panorama musicale irpino dagli anni ’90 in poi il nome di Angelo Di Falco sarebbe uno di quelli più pronunciati. Angelo attraversa i generi e le formazioni più disparate trovando il massimo della sua espressività insieme ai GB Husband and the Ungrateful Sons, band che ha fatto della ricerca e della spontaneità la propria bandiera.

Sabato 22 Aprile
SMC – Sessioni di Musica Creativa
«Il Vino è in tavola! The Wine is on the table!»
Installazione sonora praticabile, di FutileDjstivo
con Eva Di Iorio, dance
Davide Russo, accordion, dismantled accordion, ukulele
Giuseppe Vietri, objects, reeds.
L’elemento concreto scelto è la bollitura dell’uva (aglianico Taurasi DOGC) nel tino di legno. L’elaborazione elettroacustica fa parte di un’opera di ricerca iniziata nel 2004 e proseguita negli anni con varie edizioni. Visuoni improvvisi e indeterminate composizioni in uno spazio sonoro che fermenta, prende corpo, carattere e…riesplode in altre parizioni. In questa tessitura vivono le parizioni di SMC, che elabora e compone in tempo reale le inaudite capacità creative del Vino.

Domenica 23 Aprile
Francesco Di Bella
Storico frontman dei 24 Grana, è un artista di livello assoluto, accorato, appassionato, ha scritto alcune delle pagine più belle della musica campana, parole e musica impresse ormai tutti noi indelebilmente.

Lunedì 24 Aprile
Denise
Visionaria cantautrice campana, alterna attimi di dolcezza infinita a improvvisi momenti di potenza graffiante. Denise Galdo ci porta un live impattante, allo stesso tempo aulico e ruvido.

Martedì 25 Aprile
Gabriel Ambrosone
Elemento di spicco della scena musicale irpina, Gabriel Ambrosone è un musicista carnale, curioso, aperto a tante collaborazioni. Con la sua fisarmonica rappresenterà una splendida chiusura per la manifestazione.

Anteprima Montefalco Sagrantino 2019: le nostre considerazioni

Redazione

“A” come Anteprima, quella di Montefalco Sagrantino 2019.

Vino che vive un momento di rinascita stilistica ormai consolidata e lunga come la scia delle comete nel firmamento. In tale contesto appare più che naturale la discontinuità tra vendemmie differenti, con una 2019 in grande spolvero.

Non solo: il Sagrantino ci ha abituato a non demordere mai, neppure negli anni difficili, proprio come la tenacia dei suoi produttori. Lo scorrere delle lancette ed il riposo in bottiglia, possono cambiare radicalmente le carte in tavola, con sorprese positive nel riassaggiare i campioni valutati nelle precedenti edizioni.

È il caso di alcune 2017 finalmente dome nella parte tannica irsuta, amplificata nelle asperità da una stagione estiva calda e siccitosa. Trovandole nel calice oggi, dimostrano quanto la varietà sia unica nel panorama enologico italiano (e mondiale), garantendo sempre il suo marchio di fabbrica a base di succo di more e spezie scure suadenti, pur nella compressione dell’allungo finale.

Tecnicismi che lasciano il tempo che trovano… Celebriamo i nuovi arrivi targati 2019, caratterizzati dall’elegante profilo aromatico nella maggioranza dei casi e da una bevibilità ed immediatezza simbolo del sentiero intrapreso dai vitivinicoltori di Montefalco nel presentare, a operatori e stampa di settore, prodotti espressivi e di buona qualità.

Ecco l’elenco dei migliori assaggi valutati sui 24 campioni presenti di Montefalco Sagrantino 2019, elencati singolarmente senza ordine di preferenza:

  • Antonelli San Marco – Montefalco Sagrantino
  • Romanelli – Montefalco Sagrantino “Medeo”
  • Valdangius – Montefalco Sagrantino “Fortunato”
  • Agricola Mevante – Montefalco Sagrantino
  • Tabarrini – Montefalco Sagrantino “Campo alla Cerqua”
  • Arnaldo Caprai – Montefalco Sagrantino “Collepiano”
  • Arnaldo Caprai – Montefalco Sagrantino “Valdimaggio”
  • Tenute Lunelli – Tenuta Castelbuono – Montefalco Sagrantino “Carapace”
  • Moretti Omero – Montefalco Sagrantino “Vignalunga”