Isola del Liri, quello che in gergo geografico (e poco romantico) viene chiamato basso Lazio.
E chi aveva mai pensato di trovare in queste zone un vero e proprio castello delle fiabe con tanto di cascate? Castello Boncompagni Viscogliosi, sede dell’evento CastelWine 2023 (mai nome fu più appropriato), è una location magnifica per parlare di vino.
La storia
Menzionato già nelle cronache dall’anno mille, posizionato sul promontorio della città per divenire bastione di difesa dalle invasioni turco-saracene, il castello ha vissuto nei secoli momenti di alterna fortuna. Passato di mano dalla famiglia dei Della Rovere, che annoveravano protezioni importanti sotto Papa Gregorio XIII, fu anche la dimora del figlio di quest’ultimo, Jacopo, forzatamente mantenuto in loco dal 1580 per evitare diatribe interne alla Chiesa sulla successione al trono.
Jacopo Boncompagni ebbe cura di questi luoghi, abbellendoli e lasciandoli integri agli eredi, che uniranno il casato con i Principi Ludovisi di Piombino.
Da allora il silenzio fino al 1850, anno in cui l’imprenditore tessile Giuseppe Polsinelli utilizzò le splendide sale per impiantarvi una fiorente attività di tessitura, filatura e tintura della lana. Praticamente in stato d’abbandono dopo la Grande Guerra, nel 1924 avvenne l’ultimo passaggio di mano, questa volta da parte dell’ing. Angelo Viscogliosi che, tornando dal Politecnico di Zurigo con in tasca una laurea in Ingegneria Meccanica, aveva ben pensato di sfruttare il salto della Cascata Verticale per ricavare energia elettrica utile alla cartiera di famiglia posta a meno di un chilometro di distanza.
A lui si deve la rinascita del Castello e della Cappella di S.Maria delle Grazie, la reinvenzione dei giardini, e perfino il salvataggio della Cascata Verticale, il cui letto si stava praticamente sgretolando. I figli e i nipoti di Angelo Viscogliosi continuano la sua opera curando manutenzione e restauri, conservando l’uso residenziale del Castello, ed aprendolo al godimento di studiosi e visitatori.
L’azienda agricola
E veniamo al momento clou dell’evento, alla presenza dei titolari dell’azienda Stefano Viscogliosi accompagnato dalla moglie Isabella Citerni e da altre Autorità pubbliche. Dagli studi per divenire un affermato dottore Commercialista nasce in Stefano la passione per l’agricoltura, in particolare la coltivazione di ulivo e vite, sviluppata anche grazie ad un corso per sommelier frequentato nel 1994.
Le basi iniziali erano pari a zero, dovendo costruire col tempo le fondamenta del proprio lavoro. Nel 2021 la prima vendemmia con uve provenienti esclusivamente dagli appezzamenti di Scarlino (GR). Aleatico e Merlot al momento, con in vista il progetto per ricavare un bianco da Ansonica in purezza. La consulenza enologica affidata a Vincenza Folgheretti è garanzia di qualità, visti gli importanti risultati raggiunti parimenti in altre aziende che segue da anni. La filosofia è quella di mantenere un buon livello di tensione gustativa, con un finale che tolga le parti amare, virando verso sensazioni saline appaganti e durature. Esattamente quanto esprime il suolo ed il clima influenzato dalle correnti marine.
L’avvio di una cantina è sempre un momento delicato; assomiglia alla fase di decollo di un aereo, quando le minime correnti ascensionali possono rendere l’inizio del viaggio non privo di scossoni. Vale la pena muoversi con cautela, evitando iniziative dal passo più lungo della gamba, commisurando invece i propri successi e fallimenti ai piccoli gradini di una scala infinita.
A che punto siamo della fase di crescita
L’impressione iniziale è positiva, considerando che si tratta ancora di una produzione limitatissima e che gli impianti sono recenti. L’Aleatico è una brutta bestia, non ci si stupisce che in altri territori si preferisca proporlo da vino passito e liquoroso. L’attacco di bocca è aromatico su nuance balsamiche prepotenti, che si calmano verso note di bosco e dolce mielosità, chiudendo poi su riverberi amaricanti. Un quadro complesso, reso ancor più impegnativo dalla versione secco in rosato.
“Carpiano” 2022 – rosato da Aleatico in purezza – presenta qualche limite nel gusto. Spinge sulla sapidità finale, il suo maggior punto di qualità, ancora su toni crudi nascondendo il potenziale fruttato. Il carattere non esita invece a manifestarsi, ma resta qualche dubbio difficile da eradicare sulla scelta di questa varietà.
Convincente il Merlot “Alma” se assaggiato nella versione en primeur 2022 che andrà in commercio dalla prossima primavera. Tannino ottimamente svolto, godurioso e sulle sfumature di visciole mature, erbe mediterranee e tabacco biondo, espressivi per la Maremma. Ripara ad una 2021 che pecca ancora per eccessi di gioventù.