Brisighella Anima dei tre Colli: la degustazione delle nuove Albana “Brix”

La Romagna sta maturando la consapevolezza che è arrivato il momento di cambiare marcia per affermarsi definitivamente sul mercato vinicolo nazionale e internazionale. L’Albana, prima DOCG d’Italia, si trova oggi di fronte a una sfida importante: è stata interpretata in innumerevoli forme, al punto da rischiare di smarrire una chiara connotazione. Questa crisi d’identità richiede un nuovo approccio culturale che sappia valorizzarne appieno le potenzialità.

È necessario un racconto più concentrato, più univoco, capace di comunicare con forza la qualità intrinseca di questo vitigno. Proprio in questo contesto si inserisce l’ambizioso progetto dell’associazione Brisighella Anima dei tre Colli, culminato con il lancio della versione “Brix” dell’Albana di Romagna DOCG. Dell’evento di presentazione al pubblico ne abbiamo già parlato nell’articolo Brisighella Anima dei tre Colli: e “Brix” fu!

Mancava all’appello la masterclass riservata alla stampa, dedicata alle prime 8 interpretazioni dell’Albana “Brix” della vendemmia 2022, guidata da Federica Randazzo. È stata un’occasione per approfondire il legame tra il vitigno e il territorio di Brisighella. Ci concentreremo sull’analisi di queste espressioni uniche e su come esse incarnano l’anima del progetto.

La prima batteria è dedicata al confronto fra due espressioni di Valpiana, zona di Brisighella con suoli caratterizzati da una forte componente marnoso arenacea.

Vigne dei Boschi – Monteré Brix 2022

Ad aprire le danze è Paolo Babini, vice-presidente dell’associazione. Il calice si tinge di oro antico e luminoso, dalla consistenza cremosa. Il naso parte con la classica nota boschiva che contraddistingue i suoi vini. Arriva poi la parte di frutta tropicale e il calice si apre in altre note di cipresso, gelsomino e un pizzico di etereo. La bocca conferma calore e freschezza che si spalleggiano e permangono in una piacevole chiusura. Fermentazione e affinamento in barrique nuove che lasciano il “segno del legno”.

Fondo San Giuseppe – Fiorile Brix 2022

Il dirimpettaio di Paolo, Stefano Bariani, sembra che faccia Brix da una vita. Colore oro zecchino, incredibilmente saturo e brillante. Note di rosmarino, spezie delicate come la cannella e un piacevole aroma di mela. In bocca è caldo, avvolgente, le durezze arretrano, ma le morbidezze sono soavi. In chiusura un respiro di prato di montagna. Qui il legno è ben digerito, da 10 e lode.

Per la seconda batteria rimaniamo in terreno marnoso arenaceo, spostandoci di qualche chilometro verso la via Emilia.

La Collina – Na Brix 2022

Questo non è solo il primo Brix per Mirja Scarpellini, ma il primo esperimento di Albana in assoluto. Il colore del vino è un oro cupo e saturo, con un naso spinto sull’aromaticità, sulla dolcezza da datteri e uva sultanina, con note al limite del surmaturo di prugne sciroppate e zafferano. Se il naso è importante, lo è ancora di più la bocca, dove troviamo un vino complicato da interpretare e una componente dolce che ruba la scena a una sapidità fortunatamente elevata che sostiene il sorso per infiniti secondi. Vino “di ciccia”, manca di un po’ d’agilità di beva.

Vigne di San Lorenzo – Montesiepe Brix 2022

Completamente ambrato e opalescente, alla vista sembra aranciato. Filippo, il cui stile di far vino è ben conosciuto, ci ha colpito veramente con questa espressione di quello che si può considerare a tutti gli effetti un orange wine. La volatile contribuisce a innalzare la complessità olfattiva che si esprime in un mix di frutti, dai più maturi ai più aciduli. In bocca c’è una forte componente astringente (che ritorna in chiusura) e fresco-sapida, che lo rende un vino molto esuberante che non stanca. Nel lato morbidezze si ravvisa tuttavia una mancanza. Insolito, non “scimmiotta” nessun altro, dal punto di vista tecnico è un ottimo lavoro. Ma nella diversità bisogna anche vendere…

La terza batteria ha in realtà un solo campione, ci spostiamo nella zona dei gessi per apprezzare una sfumatura differente del territorio Brisighellese.

Casadio – Albagnese Brix 2022

Siamo in zona Rontana, nel bel mezzo della “Vena del gesso” Romagnola. Il Brix di Antonio si colora di oro caldo con sfumature bilanciate. Il naso è orientale, fusion, caratterizzato da nespola giapponese, zenzero e curcuma. Ci sono in sottofondo le note caratteristiche di Albana, come albicocca e salvia. Attacco di bocca freschissimo, agrumato, agile e ben bilanciato. Un vino che ha letto in misura particolarmente efficace la mineralità che contraddistingue il territorio. Chiusura corta e ammandorlata: peccato!

La quarta e ultima batteria è dedicata ai terreni fini e calcarei, la zona più bassa del Brisighellese.

Poggio della Dogana – Farfarello Brix 2022

È Aldo Rametta a rappresentare la cantina e a presentare una Brix che di Belladama (la loro Romagna Albana DOCG) non ha cenni. Un oro pallido seppur dalla bella luminescenza. Al naso è inizialmente timido, ma poi si apre in una parte verde, terrosa e una bella traccia marina. Anche in bocca si conferma la timidezza, il vino si chiude, delicato, fa fatica ad aprirsi per poi sfociare finalmente in note fresche e citrine, come mela verde, pompelmo e fiori bianchi. La tostatura non è particolarmente suadente. Ciò che mi ha colpito, però, è l’attacco internazionale di questo vino, a tratti “chablis-eggiante”, che lo rende molto appetibile al mercato d’oltreoceano.

Bulzaga – Scorzanera Brix 2022

Anche Alessandro si è cimentato in questo esperimento, dando vita a un vino avvolgente caratterizzato da ricchezza del frutto. Ricchezza che tuttavia non è sinonimo di espressività, rendendo difficile l’interpretazione olfattiva e palatale. Ritorna, in chiusura di bocca, la buona definizione del frutto e un allungo piacevole.

Gallegati – Corallo oro Brix 2022

Altro “corallo” che va ad aggiungersi ai 7 già prodotti da Cesare Gallegati, presidente dell’associazione, che chiude questa batteria e l’intera degustazione. Il colore ricalca il nome del vino, saturo, denso e pieno di luce. Un naso che interpreta alla perfezione una “Vieilles Vignes”, con note tropicali, balsamiche, glicine in fiore. In bocca troviamo succo di agrume che eleva la parte acida e coraggiosamente prende il sopravvento, seguito a ruota dalle rotondità. Vogliamo assaggiarlo l’anno prossimo, ha bisogno di un po’ di affinamento in vetro e di tempo, proprio come conviene a un vero Riserva.

In conclusione possiamo dire il progetto ha centrato l’obiettivo, la prima versa versione ufficiale dell’Albana Riserva, che ha contribuito a un’unione vera dei produttori di Brisighella. Nonostante la chiara identità del disciplinare, permane la diversità, come se l’Albana fosse un adolescente ribelle che non vuole farsi vincolare. Dobbiamo aspettare altri esperimenti per capirlo.

Per il momento, buona la prima!

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Matteo Paganelli

La mia passione per la scrittura inizia molto presto, quando all’età di 3 anni mia madre decide di insegnarmi a leggere e a scrivere. La mia passione per il vino invece inizia molto più tardi, ma sfocia subito in un percorso rapido che mi porta a diventare sommelier AIS e aspirante vignaiolo. Quando ho capito che potevo coniugare queste due passioni... è stato effetto supernova. Un giorno, non molto lontano, scriverò il libro della mia vita.

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