“Autoctono” il festival del vino di Moio della Civitella

Buona la prima. Nel piccolo e delizioso borgo di Pellare, frazione di Moio della Civitella (SA), incastonato nel cuore del Cilento, si è appena conclusa la prima edizione di “Autoctono” – Il Festival del Vino di Moio della Civitella.

L’evento, inaugurato il 17 agosto, si è svolto in una tre giorni organizzata dalla Pro Loco e dal Comune di Moio della Civitella, con l’intenzione di celebrare e valorizzare le tradizioni vinicole locali e di mettere in luce le varietà autoctone di vino e la cultura enologica della regione.

Il nome “Autoctono”, richiama immediatamente l’idea di un ritorno alle origini, un legame profondo con la terra e i vitigni locali. Storicamente il Comune di Moio della Civitella vanta una tradizione vitivinicola antica regalando in passato al Cilento vini degni di nota. Le colline che circondano il Comune, con un’altitudine tra i 450 e i 600 metri sul livello del mare, esposte verso la costa del Cilento sono sempre stati terrazzamenti con vigneti e uva da tante varietà.

La kermesse si è concentrata sulla valorizzazione dei vitigni autoctoni: tra i protagonisti indiscussi troviamo il Fiano e l’Aglianico, noti per la loro complessità aromatica e la capacità di esprimere in ogni calice il carattere del territorio. Ma non sono mancate le attenzioni al vitigno Santa Sofia e ad altri vitigni storicamente piantumati nel territorio come Aglianicone e Aleatico, Malvasia e Coda di Volpe.

Undici cantine cilentane hanno appoggiato il progetto e l’iniziativa, mettendo a disposizione degli organizzatori e dei partecipanti la loro esperienza, i loro prodotti e la loro professionalità. Aziende che con fatica e passione, in un territorio a naturale vocazione biologica, ogni giorno si impegnano per garantire nei loro prodotti qualità, gusto ed esperienze sensoriali altamente emozionanti.

Ci piace ricordarle tutte: San Salvatore 1988, Albamarina, Barone, Ferrazzano, Pippo Greco, Tenute Cobellis, Botti, Tredaniele, Alfonso Rotolo, Donna Clara, Tenuta Conte di Anghirri. Undici indiscusse protagoniste, ai banchi d’assaggio per le strade del paese, hanno fatto degustare ai visitatori i loro vini raccontandone le caratteristiche, le tecniche di vinificazione e l’unicità.

Inoltre, il festival si è arricchito di momenti culturali: conferenze con produttori, convegni sul ruolo del vino nella valorizzazione del territorio e sulla salvaguardia dei vitigni autoctoni, visite alle zone archeologiche e al museo della tradizione contadina, laboratori, mostre, etc…

“Autoctono” non è stata solo una festa del vino, ma un’esperienza sensoriale a tutto tondo. Le piazze e i vicoli del borgo si sono trasformati in un itinerario enogastronomico, tra stand dove i visitatori hanno potuto scoprire e apprezzare non solo i vini, ma anche le specialità gastronomiche locali, quali formaggi, salumi, fusilli al ragù di castrato, pasta e fagioli, arrosticini, salsiccia e pancetta, caciocavallo impiccato e dolci di varia natura. A tema internazionale sono stati i piatti contenenti le “Arepas”, per nulla fuori tema, ma anzi fortemente voluti per comunicare ai visitatori la forte presenza di emigranti del luogo in Venezuela. E poi mostre, artigiani, artisti e spettacoli unendo musica e tradizione, il tutto in un’atmosfera conviviale e accogliente, che riflette l’anima autentica del Cilento.

Nonostante si trattasse della prima edizione, “Autoctono” ha registrato un ottimo riscontro di pubblico, attirando non solo abitanti del luogo, ma anche turisti e professionisti del settore enogastronomico. La partecipazione entusiasta ha dimostrato come ci sia un crescente interesse verso i prodotti locali autentici e verso un modo di fare vino che rispetta l’ambiente e valorizza le peculiarità del territorio.

Il successo di questa prima edizione fa ben sperare per il futuro, che potrebbe diventare un appuntamento fisso nel panorama degli eventi enologici italiani. Gli organizzatori stanno pensando ad ampliare l’offerta per la prossima edizione, con l’obiettivo di coinvolgere un numero ancora maggiore di produttori e di ampliare l’eco dell’iniziativa.

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Silvia De Vita

Persona curiosa e attenta al particolare, i 5 sensi sono sempre stati i miei primi filtri con cui osservo la realtà e raccolgo informazioni sul mondo che mi circonda. Dopo la laurea in CTF, vengo prestata al Food & Beverage per la diagnostica alimentare, esperienza che mi ha consentito di conoscere il mondo lattiero-caseario ed enologico a livello internazionale. È grazie al mio lavoro che ho sviluppato la passione per i viaggi, il vino e la fotografia. Mi piace, attraverso le immagini e le parole, rievocare emozioni, momenti, esperienze che la memoria dei sensi rivive poi nella degustazione. Oggi sono una docente di Tecnologia e un Sommelier, in continua discussione e sempre alla ricerca di viaggi emozionali... di-vini!

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