Quando il famoso fermentato di riso approdò a salerno era il 3 febbraio del 2020 e fu A.I.S. capitanata dal Delegato di Salerno Nevio Toti a scommetterci in anteprima assoluta, tenendo un seminario con Gaetano Cataldo, sommelier professionista formatosi presso la locale delegazione, e con la partecipazione straordinaria di Giovanni Baldini, ideatore del sake Days e fondatore della prima realtà italiana a conferire la cultura del sake giapponese: la scuola Italiana sake.
Il nuovo appuntamento stavolta è fissato a venerdì 1 dicembre alle ore 20:30 al Saint Joseph Resort e porta un titolo che è già tutto un programma: “Il sake Giapponese e la Dieta Mediterranea attraverso i Formaggi”.
Insomma, è pur vero che con tale evento la delegazione salernitana farà il bis con il nihonshu, ma lo farà attraverso una prospettiva rinnovata, più innovativa e ricca; infatti, dopo il primo seminario che ha evidentemente palesato la lungimiranza e un grandissimo senso di apertura, rispetto ad una cultura del bere solo apparentemente distante, da parte dei tastevin salernitani, questa volta si entra in scena con i formaggi e il modello alimentare a noi più familiare: la Dieta Mediterranea.
Sulla scia del grande successo di pubblico del primo appuntamento, avvenuto circa quattro anni fa, ecco la riconferma di un nuovo meeting, atto a dimostrare quanto il sake giapponese sia armonico con la nostra cucina e quanto sia importante oggigiorno il ruolo dell’assaggiatore di sake.
Sarà il relatore Mino Perrotta a introdurre i tre formaggi in abbinamento e constatarne l’armonia, una volta che Gaetano Cataldo, reduce di attività tenute persino a Firenze e all’A.I.S. Bologna, oltre che di una rinnovata esperienza che lo vede anche docente della Scuola Italiana Sake, avrà guidato gli ospiti attraverso una disamina inerente alla storia, la cultura, gli ingredienti e la produzione del sake, non priva di aneddoti e curiosità.
Ecco un’anteprima dei premium sake in assaggio: Dewanoyuki Kimoto Junmai e Konishi Aosae Junmai, per una più meditata degustazione che orienti al gusto del fermentato, Konishi Hiyashibori Gold Daiginjo, Amabuki Junmai Daiginjo e lo Shirayuki Edo Genshu Junmai, in abbinamento a un latticino, a un formaggio a pasta dura e ad un erborinato. Tali attività risultano determinanti per l’Associazione Italiana Sommelier in quanto ne caratterizzano il collante e i valori fondamentali: un grande senso della famiglia, un costante team building, accompagnato da un dialogo assiduo ed assertivo, non privo di quella lungimiranza nel guardare anzitutto alle competenze in seno alla associazione stessa, prima che altrove, finalizzata alla crescita ed alla partecipazione appassionata di coloro che ne fanno parte. È proprio questa grande umanità, questa onestà intellettuale e questo preciso intento di incoraggiare, fidelizzare e onorare gli associati, a rendere fiero Gaetano Cataldo, quasi prossimo al ventennio da iscritto, di essere parte di A.I.S. e, sopra ogni cosa, di essere parte della delegazione di Salerno.