Raccontarsi liberamente attraverso la propria cucina si può. Siamo a Bisceglie da Pepenero, il bistrot
italiano, come lo definisce lo chef patron Daniele Antonelli.
Pepenero Bistrot Italiano a Bisceglie vuole discostarsi dalla miscellanea modaiola pugliese in cucina. Già osteria Slow Food dal 2020, nei suoi primi 10 anni di attività vuole mettere il punto sui traguardi raggiunti e far luce sul futuro all’insegna sempre dell’amore di “casa”.
Dal 2013, nel suo giardino urbano, ha scelto di riscrivere la tradizione nel piatto e sulla pizza. Location in pieno Apulian Style, piatti lavorati il giusto e belli da vedere, sono gli elementi che lo rendono un bistrot fuori da ciò che già ci aspettiamo. Tra gli ingredienti che scrivono il successo di Pepenero c’è sicuramente una gran voglia di raccontare la Puglia al piatto nobilitandola attraverso la semplicità di ogni ingrediente autoctono.
Dove siamo
Basta allontanarsi quel tanto che basta dal mare di Bisceglie – città nota per i suoi sospiri – per giungere da Pepenero. All’ingresso un elegante giardino urbano ci protegge dal caos cittadino. Verde e legno ci accompagnano verso l’interno del locale dove il dettaglio fa la differenza. Tinte chiare, legno alle pareti, vimini a soffitto e lavagne sempre pronte a scandire il tempo del bistrot e niente tovaglie, ma eleganti centrini che ricordano quelli intrecciati dalle nonne. Un omaggio shabby chic accoglierà le pietanze del locale, per niente scontate o ordinarie, in armonia con l’interno. Ad occuparsi dei particolari, sin dal 2013, è Marirosa Castriotta, moglie di Daniele Antonelli.
Squadra che vince non si cambia
Al timone di Pepenero c’è Daniele Antonelli, cresciuto tra la pasticceria e un diploma da geometra messo subito nel cassetto. La cucina è sempre stato il suo rifugio; tra esperienze italiane ed estere ha saputo prendere tutto il buono che è venuto. Londra con chef Patrice Loni, ma anche Belgio e Francia, le palestre che lo hanno forgiato fino al suo ritorno a casa, a Bisceglie. Nel 2013 inizia la storia di un bistrot non convenzionale “Un po’ per caso, un po’ per amore di casa” dirà lo chef. Un progetto cresciuto con senso di appartenenza e voglia di proporre novità da mangiare in una città come
Bisceglie ancorata alle tradizioni culinarie, alle volte, più agée.
A fargli compagnia animando la brigata di cucina c’è chef Antonio Modugno, esperienza da sous chef. Entra in cucina dieci anni fa e il suo mood ha sposato subito quello di Antonelli “Creo i miei piatti partendo dall’ingrediente, sviluppando l’idea attraverso tecnica, ricordi e associazioni affettive. Sottovuoto, marinatura e osmosi sono le mie tecniche di riferimento. Da lì nasce una nuova ricetta, che trae forza dal territorio e si arricchisce di una profonda attenzione estetica”.
La degustazione e la carta
PepeNero ha una cucina fluida che attraversa le stagioni. Il territorio fa la parte del leone, ma le tecniche del zero spreco impongono l’utilizzo di tutto ciò che arriva in cucina. Pesce, carne, vegetali, in diverse ed esaltanti forme. Materie prime che caratterizzano “casa” eticamente in accordo con la filosofia del chilometro zero “La materia prima per noi preziosa può essere la cima di rapa di Minervino Murge, la triglia di giornata, i calamaretti e lo sgombro. Mettiamo in carta anche le aragoste, solo se sono dell’Adriatico e quando sono disponibili”.
E se un semplice uovo esce dall’ovvio per essere arricchito da una frittura leggera e cicorie crude croccanti, anche una semplice triglia arriva in carta come un piatto di punta pronto a conquistarci con la sua croccantezza. La proposta di chef Antonelli si esalta quando gli si da carta bianca; un percorso
degustazione “A occhi chiusi” in grado di raccontare, dall’antipasto al dolce, la sua cucina. Non mancano mai i risotti e la pasta ripiena, punto di forza in ogni sua declinazione estiva o invernale.
Da bere c’è un’agile proposta al calice che accompagna ogni portata del percorso, oppure per chi vuole mettersi alla prova con una bottiglia, da Pepenero potrà scegliere tra circa 200 referenze. Rossi, rosati, bianchi, orange, racconteranno l’Italia del vino.
Dedicata ai golosi c’è un’esperienza interattiva tra territorio e buone idee da far diventare dessert. Dalle lavorazioni con frutta fresca, rigorosamente stagionale e territoriale, prendono forma rivisitazioni dei grandi classici, come il castagnaccio. Servito con un rinfrescante gelato all’alloro e ginito con un giro di olio extravergine di oliva dalla cultivar autoctona Coratina, mette un punto fermo sulle potenzialità della terra di Puglia.
La pizza un capitolo a parte
I lievitati da Pepenero sono ciò che hanno fatto e fanno la storia mainstream del locale. Pane, focaccia e naturalmente pizza. Quest’ultima vive di luce propria, è un biglietto da visita e non un prodotto qualunque. Partiamo dall’impasto frutto di uno studio in continua evoluzione. Farina tipo 0 con germe di grano e tipo 1 variabile in base allo scouting periodico, semola di grano duro Korasan, idratazione al 72%, blend di oli da Coratina e Ogliarola, sale lievito madre e quel tanto che basta di lievito di birra. Se puristi del lievito madre state storcendo il naso, attenzione perché c’è una spiegazione tecnica a riguardo e ce lo spiega chef Antonelli “Non bisogna rinunciare sempre e comunque a ciò che la tecnica ci mette a disposizione. Basta saper dominare al meglio le proporzioni per avere un impasto assolutamente digeribile e senza nessuna defaillance”. Il risultato è una pizza contemporanea, con la giusta consistenza dal bordo non troppo alto fino alla base che regge perfettamente gli ingredienti, anche quelli in apparenza più “ingombranti”.