La terza edizione del Greek Wine day ha avuto luogo il primo novembre nella prestigiosa sala Michelangelo dell’Hotel Albani a Firenze: venti le cantine presenti alla manifestazione ideata da Haris Papandreou, in collaborazione con il Console Onorario Greco Arch. Petrakakos e Fisar Firenze.
La Grecia infatti conta oltre 300 vitigni nativi, che danno vita a espressioni fedeli del terroir: non più solo vini “resinati”, ma eleganti esempi della versatilità delle uve e della capacità degli enologi di interpretarle con personalità.
I produttori utilizzano per le vinificazioni contenitori in acciaio, legno, cemento e anfore; in lieve aumento la produzione di bollicine da vitigni autoctoni, sia con metodo classico che con Martinotti o le rifermentazioni ancestrali in bottiglia.
Viene posta grande attenzione alla conduzione delle vigne ed esiste un trend positivo per la conversione al biologico in quelle aree dove non viene ancora praticata una agricoltura di massimo rispetto dell’ambiente. In alcuni territori, come l’isola vulcanica di Santorini, troviamo piante ultracentenarie e a piede franco, con rese molto basse ma che sono capaci di dare vita a vini davvero indimenticabili.
Nella conferenza di apertura Haris Papandreou ha sottolineato l’importanza di seguire l’esempio di altri paesi, dove il vino greco è largamente apprezzato e distribuito e ha trovato posto nelle wine list di prestigiosi ristoranti: in Italia la richiesta è sicuramente in crescita, ma occorre continuare a promuoverne la conoscenza e a facilitare l’acquisto delle referenze.
Si dice che “Italiani- Greci, una faccia, una razza” e questo detto viene assolutamente confermato pensando di abbinare un regale Xinomavro a una bistecca alla fiorentina.
Ecco alcuni degli assaggi più interessanti della splendida giornata trascorsa insieme agli amici e colleghi e ai sommelier di Fisar Firenze, impeccabili nel servizio e nella organizzazione.
Dall’Isola di Santorini
Cantina Venetsanos: affascinante interpretazione di Assyrtiko in anfora, Saint John 2022 e un ricco e voluttuoso PDO Vin Santo, da assyrtiko e aidani ( 40%), 12 anni nei caratelli.
Hatzidakis Winery: poesia nel calice, difficile la scelta, sicuramente Skitali 2022, ( testimone) che racconta l’eredità del padre passata ai figli, un assyrtiko in purezza di struttura e vibrante acidità, poi PDO Nikteri 2022, che da disciplinare prevede l’utilizzo della botte e infine il Mavrotaragano, da un uva rossa, elegante, setoso con una trama tannica precisamente scolpita.
Vassaltis Winery: Gramina e Alcyone sono due assyrtiko da uve selezionate e rappresentano le migliori espressioni; in Alcyone è previsto un garbato utilizzo del legno che rende il vino più equilibrato e capace di lungo invecchiamento.
Dalla Naoussa, Macedonia: patria dello Xinomavro (neroacido)
Chrisohoou Estate ha portato in degustazione una splendida Gold Selection 2018, che racconta la complessità e struttura del vitigno, le note di foglia di pomodoro, di frutta rossa dialogano con i sentori speziati regalati da un sapiente uso del legno. Inoltre da segnalare il Prekniariko, un bianco ottenuto da un vitigno che hanno salvato dall’estinzione.
Thymiopoulos Vineyards: Xinomavro raccolto nelle zone di Trilafos e Ftià, declinato in una versione Nature 2022, senza solfiti aggiunti, in Earth and Sky 2022 davvero emozionante. Poi arriva Kayafas 2018 e continui a meravigliarti della bellezza di questo vino dove la tipicità del vitigno si arricchisce di profumi di frutta rossa, elicriso, mirto, mentre il tannino risulta perfettamente integrato.
Dalla Nemea, Peloponneso
Philos Wine: Curiosa la bollicina da assyrtiko di nome Progreco, davvero speciale Philos Red 2014 e Infinito 2015 entrambi da agiorgitiko, un’uva a bacca rossa coltivata nella regione ricca di siti archeologici, quali ad esempio Micene.
Da Creta
Alexakis Wines ha presentato un piacevole, elegante Vidiano, uva a bacca bianca tipica dell’isola e un Moscato Spinas, di rara bellezza, dove l’aromaticità garbata prometteva interessanti possibilità di abbinamento. Da segnalare anche il rosso da un altro vitigno autoctono, il Kotsifali.
Dall’Epiro
Jima propone bianchi dal vitigno Debina in bottiglie dalle etichette molto caratteristiche: Super Girl 2023 e Plein soleil 2023 sono le due versioni.
Dall’Attica
Nikolou Winery: giovane cantina che punta sul savatiano, il vitigno a bacca bianca protagonista insieme a roditis del famoso retsina. Botanic sparkling è una bollicina fresca e gradevole, con sentori floreali, mentre decisamente particolari il Savatiano Yellow, un orange wine e Savatiano Fine lees, che ha una linga permanenza sulle fecce fini.
Dall’isola di Samos
Vakakis Winery che propone varianti secche del moscato e un tradizionale e setoso moscato dolce Epogdon fresh, da pensare in abbinamento a formaggi erborinati e pasticceria secca.
Greek Wine Day si conferma un appuntamento imperdibile, per gli amanti del vino e per gli operatori Ho.Re.Ca. offrendo la possibilità di affacciarsi al mondo del vino greco grazie a una attenta e mirata selezione delle cantine.