Chiamarsi Brunello di Montalcino al giorno d’oggi non rappresenta più soltanto una tipologia di vino. Il reportage sui migliori assaggi effettuati durante l’anteprima Benvenuto Brunello 2024 non poteva sganciarsi dalla realtà in cui viviamo.
Montalcino è lo Stato dentro lo Stato, metaforicamente parlando. Un vino che racconta ormai di sé in terza persona, lontano dalla bulimia comunicativa in cui annaspano molte realtà. Una noblesse oblige per cui ogni cosa sembra vista e rivista, inclusa l’apparenza che tutto fili liscio come l’olio, anche nelle tempeste finanziarie e geopolitiche post-pandemia.
Come direbbero gli anglosassoni: dove c’è fumo c’è anche arrosto. La prospettiva del Brunello di Montalcino, posto sullo sfondo della galassia di mercati, interessi e attività connesse, è di fatto non recintata da una cornice di spazio e di luogo. Per essere al passo con i tempi e con le mode bisogna allora cercare di snellire nel sorso alcune asperità: chi come me degusta da oltre un decennio ben comprende il nocciolo della questione.
La “tecnica del levare” sottraendo volume, comporta però dei pro e dei contro: vini dalla illustre beva, ne è un esempio la calda 2020 assaggiata in anteprima, che peccano in taluni casi per sensazioni alcoliche fuori scala a discapito del centro bocca. Una volta avremmo avuto il nerbo di un tannino irsuto a tirarci su, adesso invece evoluzione e frutta gelatinosa rischiano di dominare la scena da protagoniste indiscusse.
Ed ancor di più ci rendiamo conto del consolidato cambiamento di stili, quando si incontrano gli esigui campioni old-style, ricchi di estrazione e toni speziati che riportano ad un passato cozzante con l’idea stessa d’eleganza. Erano quelli che un tempo avremmo rivisto con calma nello scorrere degli anni e che adesso banniamo con assoluta scioltezza e, va detto, anche con un pizzico di superficialità.
Resta comunque la certezza di una media qualitativa di ottimo livello, in cerca di equilibrio tra carattere, forza e delicatezza, l’ultima vera incognita per l’areale e per il Consorzio del Vino Brunello di Montalcino, artefice di cambiamenti epocali e lungimiranti nella sua storia. Una sfida che apporterà un necessario ritocco ai prezzi, non per forza sempre in rialzo, in base alle nuove esigenze di consumo e di vendite.
La Riserva 2019 soffre invece, a nostro avviso, la coperta corta già stiracchiata dalle altre proposte. Le selezioni e le vigne singole stanno erodendo margini di manovra ad un prodotto per nulla anacronistico, che anzi andrebbe tenuto con la dovuta considerazione per l’aderenza simbiotica al territorio e principalmente al Sangiovese di marca ilcinese. Chi lo fa ha saputo realizzare esempi di rara bellezza, da osservare in prospettiva con calma e pazienza. Nessuno si senta obbligato ad attendere: il vino si vende e si beve. Solo a volte (e Montalcino ne è un degno interprete) possiamo concederci qualche attimo di sana poesia.
Di seguito i nostri migliori assaggi in ordine di preferenza, selezionati tra tutti i campioni di Brunello 2020 e di Riserva 2019 presenti, valutati in panel rigorosamente alla cieca con i colleghi Maurizio Valeriani direttore di Vinodabere e Franco Santini
Migliori Brunello di Montalcino 2020 (comprese le selezioni)
Franco Pacenti
Giuseppe Tassi – Tassi
Campo Marzio – Corte Pavone
Elia Palazzesi
Helichrysum – San Polino
Casanuova delle Cerbaie
Campo del Drago – Castiglion del Bosco
Vigna Loreto – Mastrojanni
Vigna I Poggi – Poggio Antico
Greppone Mazzi – Ruffino
Costa di Monte – Tenuta di Sesta
Vigna del Lago – Val di Suga
Poggio al Granchio – Val di Suga
Fiore del Vento – Corte Pavone
Palazzo
Vigna La Casaccia – Canalicchio di Sopra
Ferrero
La Palazzetta
Lisini
Pinino
Vigna Colombaiolo – Tassi
Tenuta Buon Tempo
Caprili
AD1441 – Castello Tricerchi
La Pieve – La Gerla
Vigna delle Raunate – Mocali
Villa al Cortile
Agostina Pieri
La Casa – Caparzo
Celestino Pecci
Vigna Nastagio – Col d’Orcia
Nicco – Capanna
Gianni Brunelli Le Chiuse di Sotto
Tenuta Nuova – Casanova di Neri
Migliori Brunello di Montalcino Riserva 2019
Poggio di Sotto
Collemattoni
Donatella Cinelli Colombini
Ferrero
Ugolforte – Tenuta San Giorgio
Franci – Tassi
Fattoi
Pietroso
Renieri
Il Poggione
Phenomena – Sesti
Pian di Conte – Talenti
Anemone al Sole – Corte Pavone
Franco Pacenti
2 commenti su “Benvenuto Brunello 2024, considerazioni e migliori assaggi”
Grazie Luca, sempre interessante leggere i tuoi articoli
Amiamo i territori cara Elisabetta e siamo convinti che il rapporto tra stampa, lettori e produttori preveda un’interazione quanto più possibile attenta, imparziale e responsabile. Grazie per il tuo commento, continueremo con lo stesso impegno di sempre.