Toscana: ritorno a Podere Marcampo nel segno del compianto Genuino Del Duca

Genuino di nome e di fatto. Era così il patron Del Duca, proprietario di Podere Marcampo e del ristorante Il Vecchio Mulino prima e dell’Enoteca Del Duca poi, sempre a Volterra. Dalla beneamata Arma dei Carabinieri, spostato dall’Abruzzo in Toscana, ha saputo tramutare estro e passione in un lavoro che diverrà, col tempo, la sua primaria occupazione fino alla precoce dipartita nel 2022.

Un calco di Genuino Del Duca

Aiutato sin dagli inizi dalla moglie Ivana e dai due figli, in particolare la giovane Claudia Del Duca, ha saputo credere fortemente in un territorio conosciuto solo per le rovine etrusco romane, l’alabastro, il sale ed il carcere. Il vino qui era considerato un fattore estraneo, nonostante le potenzialità delle classiche colline morbide toscane. Le balze circondano i confini agricoli del borgo medievale, regalando una visione unica nel suo genere per chi cerca un comodo rifugio dalla frenesia.

Claudia Del Duca

Podere Marcampo sarebbe stato destinato all’oblio senza l’impianto delle prime barbatelle nel lontano 2004. La prima annata ufficiale, targata 2007 dall’enologo Giacomo Cesari, suscitò subito l’interesse della critica di settore e qualche riconoscimento arriva già nei primi vagiti dell’azienda, inaspettato persino per l’istrionico fondatore.

Quale varietà d’uva coltivare è stata la prima domanda che si pose Genuino. Seguire la moda dell’epoca che indicava negli internazionali francesi (ed in particolare il Merlot) i più raccomandabili o andare verso la storicità della regione onorando sua Maestà il Sangiovese? Alla fine la scelta è ricaduta su entrambi, degni compagni di merenda anche uniti nell’assemblaggio.

Le argille azzurre e le sabbie miste a componenti saline ben si prestano nell’offrire vini corpulenti, quasi muscolari e voluminosi, ma dotati di un finale salmastro-iodato che ne caratterizza la loro identità anche nelle annate più difficili. Oggi, con i nuovi impianti che risalgono al 2017, l’azienda è arrivata a 5 ettari complessivi, tutti adiacenti la cantina suddivisi fra: Merlot, Sangiovese, Pugnitello, Ciliegiolo e Vermentino. L’azienda è certificata biologica dal 2021.

La degustazione tecnica ha riguardato le tipologie Sangiovese e Merlot in purezza ed il blend confluito nel Marcampo, in varie annate “in verticale”. Luca Rettondini, attuale guida enologica dopo l’arrivo nel 2022, pochi mesi prima della scomparsa di Genuino, ci ha aiutato nel racconto dei vini e della filosofia stilistica volta a snellire corpo e morbidezze verso agilità e trame tanniche saporite. Compito non semplice quando si ha già concentrazione in vigna con appena 40/50 quintali di resa per ettaro.

Interessante, prima di partire con i cavalli di battaglia, l’assaggio del Vermentino “Terrablu” nelle annate 2023 – 2021 e 2019 ognuna con la sua storia da raccontare. Polposa e acerba l’ultima nata, incredibilmente fruttata e succosa la mediana e delicatamente agrumata quella con maggior maturità. Adesso fiato alle trombe prima della chiusura finale parlando della visita al Museo Etrusco Guarnacci di Volterra.

Il Sangiovese del Severus

Severus 2020: floreale, tenue, con note di viola mammola, spezia scura (chiodi di garofano), erbe mediterranee ed albicocca. Tipico, identitario, elegante.

Severus 2019: manca di forza nel centro bocca, con fase evolutiva da agrumi rossi e tannini amaricanti sul finale. Resiste quanto basta.

Severus 2018: dimostra completezza e versatilità. Masticabile, sorso tonico su ciliege succose e nuance iodate. Prosegue su ricordi ferrosi con riverberi di arancia gialla e china su chiusura balsamica. Spinge in tenore alcolico.

Severus 2016: il Sangiovese sa regalare emozioni autentiche a patto che sia ben fatto e che il tempo non cominci la sua corsa inesorabile al declino. Qui c’è ancora quella dolce sensazione gelatinosa e calorica, ma poi sopravanza il legno e termina corto in malinconia.

Il Merlot del Giusto alle Balze

Giusto alle Balze 2020: elegante, fitto con sensazioni speziate e iodate tra pepe nero, tabacco e cacao fondente. Saporito e salino.

Giusto alle Balze 2019: caramello a tratti allappante. Inizia verde e termina amaro con sbuffi salati che impegnano la bocca.

Giusto alle Balze 2018: si distende maturo e appetitoso. Danza tra amarene sotto spirito, condite da pepe in grani e grafite. Chiosa con emazie, torrefazione di caffè e salsedine. Averne.

Giusto alle Balze 2015: la freschezza non è il suo forte, ma la densità riesce a compensare quella vibrazione ormai scomparsa. Un vino gastronomico, da ricette a base di selvaggina a lunga cottura di cui l’Italia è piena.

L’unione tra Sangiovese e Merlot nel Marcampo

Marcampo 2022: lamponato e astringente. Leggermente indietro, deve attendere ulteriore tempo in bottiglia finendo su china, liquirizia e radice di rabarbaro.

Marcampo 2021: l’era del frutto. Intensità espressiva, tra ciliegia e succo di pesca. Agile al sorso, legato alla spezia morbida e sottile dai riverberi minerali.

Marcampo 2020: conferma l’annata performante per l’areale. Fine e nella giusta maturità d’assaggio, con spinte officinali e floreali quasi melliflue. L’acidità non sorregge la potenza calorica.

Museo Etrusco Guarnacci

La bellezza senza tempo dell’ingegneria e delle abilità umane, quelle che fanno bene allo spirito. La guerra con altre popolazioni, se mai di guerra si possa parlare o piuttosto di lenta integrazione e fusione tra popoli e culture, ha portato dapprima l’influenza ellenica e, successivamente, romana nelle opere d’arte lasciate a noi dagli Etruschi.

Lo schema sociale avanzato dove le donne avevano un ruolo preponderante nelle attività economiche e familiari, la possibilità democratica di consentire degna sepoltura ai morti di ogni ordine sociale e la cultura avanzata ben predisposta alle contaminazioni esterne, fanno riflettere sulle nostre stesse origini. Una visita permessa grazie al Direttore Fabrizio Burchianti e alla guida Dott.ssa Stefania Piunti su richiesta di Claudia Del Duca stessa e dell’Ufficio Stampa e PR “DarWine&Food” di Claudia Marinelli.

A conclusione del magnifico tour per la stampa, il pranzo in azienda organizzato da Osteria Bis di Gaetano Trovato di Colle Val d’Elsa, con l’aiuto chef Alessandro Calabrese, già Executive Chef dell’Enoteca De Duca.

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Luca Matarazzo

Giornalista, appassionato di cibo e vino fin dalla culla. Una carriera da degustatore e relatore A.I.S. che ha inizio nel lontano 2012 e prosegue oggi dall’altra parte della barricata, sui banchi di assaggio, in qualità di esperto del settore. Giudice in numerosi concorsi enologici italiani ed esteri, provo amore puro verso le produzioni di nicchia e lo stile italiano imitato in tutto il mondo. Ambasciatore del Sagrantino di Montefalco per il 2021 e dell’Albana di Romagna per il 2022, nonché secondo al Master sul Vermentino, inseguo da sempre l’idea vincente di chi sa osare con un prodotto inatteso che spiazzi il palato.

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