Nel cuore pulsante della Toscana, tra colline ondulate e vigneti che si estendono a perdita d’occhio, si snoda una storia di passione, tradizione e innovazione che dura da oltre sei secoli. È la famiglia Antinori, che ha trasformato l’arte di produrre vino in vera e propria leggenda. Immaginate di tornare indietro nel tempo, alla Firenze del 1385. Mentre Dante aveva scritto la sua Divina Commedia e qualche anno dopo Brunelleschi avrebbe progettato la cupola del Duomo, Giovanni di Piero Antinori dava vita a quella che sarebbe diventata una delle più longeve dinastie vinicole del mondo.
Per 26 generazioni, gli Antinori hanno custodito gelosamente i segreti della loro arte, trasmettendoli di padre in figlio come un prezioso tesoro. Negli anni ’70, quando il mondo del vino italiano sembrava cristallizzato in antiche consuetudini, Piero Antinori osò l’impensabile. Con audacia e visione, ideò il Tignanello, un vino che sfidava ogni convenzione. Fu uno shock per i puristi, una rivelazione per gli appassionati. Quel gesto audace non solo ridefinì il concetto di vino toscano ma aprì la strada a una nuova era di “Supertuscans”, elevando il prestigio dei vini italiani in tutto il mondo.
Oggi, sotto la guida del marchese e delle sue tre figlie – Albiera, Allegra e Alessia – l’impero Antinori si estende ben oltre i confini della Toscana. Dalle colline umbre alle valli californiane, dal Cile alle terre selvagge della Puglia.
Le Mortelle: un sogno di Maremma
Siamo in bassa Maremma nei pressi di Castiglione della Pescaia, un luogo dove il cielo azzurro si fonde con il mare cristallino, dove le colline dolci si inchinano gentilmente verso la costa, e dove l’aria è permeata dal profumo di macchia mediterranea e salsedine. Le Mortelle, un sogno diventato realtà, nasce tra le siepi di mirto che lo contraddistinguono.
Era il 1999 ed il richiamo di questa terra incontaminata era troppo forte per essere ignorato. In quei vigneti ancora da piantare, in quei terreni piantati a frutteto ricchi di minerali, Piero Antinori vide non solo un’opportunità, ma una sfida sotto forma di vigneti che oggi si estendono a perdita d’occhio: filari di Cabernet Sauvignon che si alternano al Cabernet Franc, parcelle di Syrah che dialogano con Vermentino, Carmenere e l’Ansonica.
Ma la vera magia si svela agli occhi quando si scende in cantina, esempio d’architettura e di ingegneria. Costruita nel 2012, è un tempio sotterraneo dedicato al vino, un luogo dove modernità e tradizione si fondono in un abbraccio perfetto. Immaginate di camminare tra barrique di rovere francese, mentre sopra di voi, invisibile ma presente, la vita della tenuta continua il suo corso.
Ampio e Poggio alle Nane sono il fiore all’occhiello della Tenuta. Ma Le Mortelle non è solo vino. È un progetto di sostenibilità, un esempio di come l’uomo possa dialogare con la natura senza sopraffarla. Pannelli solari che catturano l’energia del sole toscano, sistemi di climatizzazione naturale che sfruttano la freschezza della terra: ogni dettaglio è stato pensato per rispettare e valorizzare l’ambiente circostante.
Vengo accolto da Barbara Fredianelli, referente dell’azienda maremmana, che mi racconta della storia della cantina e mi descrive i vini espressione del territorio.
La degustazione
Vivia 2023
Il nome è un tributo ai vitigni che lo compongono: Vermentino, Viognier e Ansonica. Ma c’è di più: VIVIA è anche il nome della nipote del leggendario Marchese Piero Antinori, aggiungendo un tocco di storia familiare a ogni sorso. La prorompente sapidità sveglia i sensi con note di pesche bianche succose e invitanti. Un soffio di brezza marina porta con sé le nuance agrumate. E poi, come un ricordo d’infanzia, ecco sbocciare il profumo delicato della ginestra, che riempie l’aria di primavera per chiudere su mango maturo al palato.
Botrosecco 2022
Immaginate di percorrere un sentiero polveroso nella selvaggia Maremma toscana, il sole del tardo pomeriggio che filtra attraverso le fronde degli alberi secolari. Il vostro cammino vi porta a un antico fossato prosciugato, un “botro” come lo chiamano qui. Il nome “Botrosecco” evoca immediatamente immagini di una natura tenace, che resiste e prospera nonostante le avversità. L’aroma di frutta rossa matura avvolge come un abbraccio caldo, evocando ricordi di estati passate e promesse di momenti indimenticabili. Le note speziate danzano intorno a voi, stuzzicando i sensi e invitandovi a esplorare più a fondo. Al sorso le componenti dure e morbide si bilanciano con maestria, che si esaltano sulle erbe aromatiche tipiche della Maremma. Il profumo del rosmarino selvatico, del timo e della salvia che crescono spontanei tra le rocce e poi tabacco e cacao amaro in finem. Fermentazione in tini d’acciaio dove la temperatura è controllata e dodici mesi di paziente attesa in barrique di secondo e terzo passaggio.
Poggio alle Nane 2021
Colori, profumi e sapori che raccontano una storia di passione. Sensazioni che evocano la ricchezza di questa terra generosa. La struttura importante e complessa si rivela già al naso, echi dei grandi Supertuscan con un’impronta unica e inconfondibile. Immaginate la cura con cui ogni grappolo viene diraspato, la pazienza certosina nella selezione manuale dei migliori acini sul tavolo di cernita. Visualizzate i tini di acciaio tronco-conici sospesi dove avviene la fermentazione, un’opera d’ingegneria creata ad hoc per l’uso.
E poi sedici mesi di affinamento in barrique, per la maggior parte di primo passaggio, la “gemma” della produzione, che richiede tempo e attenzione per rivelare la sua vera essenza. Un compagno per le occasioni speciali.
Le Mortelle è un angolo di paradiso per gli amanti del vino, una delle stelle più belle della costellazione Antinori.
2 commenti su “Le Mortelle: un sogno di Maremma della dinastia Antinori”
Nel 1385 Dante era morto da un pezzo visto che è morto nel 1321. Avete studiato con San Giuliano?
Ringrazio per la Sua segnalazione, che evidenzia ancor di più quanto sia difficile e impegnativo il ruolo di comunicatore come per il redattore Chiarenza e mio di controllo da Direttore. Il senso del discorso era chiaro, ma ovviamente soggetto a fraintendimento. E Lei puntualmente lo ha saputo evidenziare con acume e sagacia anche politica (un tantino esagerata visto il nostro target di lettori e il contesto). Non ambiamo a ruoli ricoperti da altri colleghi (immagino Lei non stesse parlando del Santo), ci accontentiamo di fare il nostro lavoro con gli errori che possono accadere e che servono a migliorarci. Si spera. Abbiamo ovviato augurandoci che nel complesso la lettura sia stata comunque di gradimento alla scoperta di una cantina ed un territorio bellissimo.